Ventotene, scrittori a chilometro zero nell’isola delle lenticchie

Fabio Masi - Editore "Ultima Spiaggia"

Fabio Masi – Editore “Ultima Spiaggia”

Quattro scrittrici e quattro scrittori hanno convissuto per una settimana nell’isola di Ventotene e, durante questo soggiorno, hanno ideato (e recitato di fronte a un “Tribunale benigno dei lettori”) otto racconti ispirati al bellissimo “scoglio” delle Pontine. Un insolito laboratorio di letteratura a chilometro zero che ha trovato idee e alimenti creativi nell’isola del basso Tirreno conosciuta, tra l’altro, per la produzione di eccellenti lenticchie. Narratrici e narratori, in una vicinanza quotidiana l’uno dell’altro, hanno scoperto i luoghi più affascinanti dell’isola: il porto romano con le antiche grotte scavate nel tufo, la piazza del municipio che scandisce ogni minuto la vita dei ventotenesi, l’area archeologica di Villa Giulia, il carcere borbonico della vicina Isola di Santo Stefano, la baia a mezzaluna di Cala Rossano, i giardini comunali a stropiombo sul mare illuminati dal faro, la passeggiata naturalistica fino a Punta dell’Arco.
Il primo risultato editoriale di questa originale esperienza è il libro L’isola delle storie, recentemente pubblicato nella collana “Lenticchie” per i tipi di Ultima Spiaggia, la casa editrice fondata da Fabio Masi, storico proprietario dell’omonima libreria di piazza Castello (tel. 077185295). Le scrittrici (Sandra Petrignani, Laura Pariani, Caterina Bonvicini, Barbara Alberti) e gli scrittori (Marco Baliani, Francesco Pacifico, Sandro Veronesi, Marco Lodoli), ospiti nel giugno dello scorso anno della prima edizione del festival “Gita al faro” diretta da Lidia Ravera, hanno onorato nel migliore nei modi l’invito a soggiornare a Ventotene: tutti i racconti, pur con differenti esiti narrativi, rendono infatti un omaggio sincero all’isola, alla sua storia, alla sua natura, ai suoi abitanti.
Marco Baliani, nel racconto Al confine, dà voce al passato “roccioso” di Ventotene, immaginando un incontro con gli antifascisti che diedero vita al “Manifesto” dell’Europa federalista. Laura Pariani, in Canzone d’acqua, restituisce all’isola la sua dimensione mitica, immaginando una conversazione filosofica con una sirena omerica. Sandra Petrignani, nel racconto Quanto zucchero ci metti, tanto sarà dolce, destina agli scogli, al carcere e alle torte di Zia Amalia una formidabile energia antidepressiva.
Motore creativo e organizzativo di questa officina letteraria in terra isolana, quattro giovani donne (Laura Pesino, Vania Ribeca, Francesca Mancini e Marianna Morano), fondatrici dell’associazione “Tùrbìne” (che con gli accenti su penultima e terzultima sillaba vogliono promuovere un vigoroso doppio volto semantico). Con idee brillanti, tanto lavoro e un amore sincero per Ventotene, le ragazze di “Tùrbìne” hanno stabilito un rapporto di forte amicizia, non solo con gli scrittori, ma con le realtà istituzionali e non istituzionali dell’isola: albergatori, ristoratori, marinai, ufficio stampa (Studio Mum), Comune di Ventotene, Associazione per la valorizzazione delle isole dell’arcipelago ponziano, Riserva marina statale isola di Ventotene e Santo Stefano.
In questo clima di generale accoglienza, l’intera isola ha partecipato al festival “Gita al faro” (www. gitaalfaro. it) che, nel giugno di quest’anno, con la direzione di Sandra Petrignani, è giunto alla seconda edizione. E così, entro dicembre, sempre nella collana “Lenticchie” della casa editrice Ultima Spiaggia, potremo leggere i racconti della rinnovata compagine di scrittrici e scrittori che nel 2013 hanno convissuto a Ventotene: Loredana Lipperini, Gianfranco Calligarich, Elena Stancanelli, Emanuele Trevi, Rossella Postorino, WalterSiti, Fabio Viola e Concita De Gregorio.

Fonte: La Repubblica

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Ventotene 70 anni fa: quando l’Italia era antifascista

Così finì l’esilio imposto a oltre 2 mila detenuti politici. Tra loro combattenti come Sandro Pertini e l’uomo che disegnò il manifesto dell’Europa unita, Altiero Spinelli

Confinati scortati sulla nave per Ventotene

Confinati scortati sulla nave per Ventotene

Estate 2013: i turisti se ne vanno sorridenti, ma con il rimpianto di non poter restare di più. Settant’anni fa, altri ospiti salpavano dal porto romano con sollievo: finiva nell’agosto del 1943 la triste era di Ventotene isola di confino. Un’era che ha lasciato traccia profonda nella memoria dei ventotenesi e nei luoghi.

Il portoromano e l'isola-ergastolo di S.Stefano

Il portoromano e l’isola-ergastolo di S.Stefano

Se ne andarono a scaglioni: tra i primi, il 18 agosto, partì Altiero Spinelli; il 19 si imbarcarono albanesi e sloveni; il 20 un folto gruppo di anarchici. «L’ultimo gruppo di confinati, tra cui ancora alcuni comunisti, partì il 23 agosto». L’isola dava l’addio a metà della sua popolazione. Parte degli ex agenti della milizia decisero di restare trovando lavoro come operai, braccianti agricoli, netturbini.

Ventotene, una targa dedicata ai luoghi della memoria dei confinati

Ventotene, una targa dedicata ai luoghi della memoria dei confinati

Pochi giorni dopo, il 9 settembre, un contingente di soldati americani, sbarcati dal cacciatorpediniere Uss Knight, conquistò l’isola sconfiggendo il contingente tedesco di guardia al radiofaro senza spargimento di sangue. Frammenti di storia d’Italia. Eppure il Comune isolano non ha previsto alcuna celebrazione ufficiale: c’è solo un testardo libraio indipendente a tener puntato un riflettore sull’importante anniversario.

Il libro di Filomena Gargiulo sui confinati a Ventotene

Il libro di Filomena Gargiulo sui confinati a Ventotene

Fabio Masi ha riempito la sua «Ultima spiaggia», in piazza Castello di fronte al Municipio, di volumi che raccontano la storia dei reclusi di Santo Stefano e i confinati di Ventotene: molti li ha editati lui stesso, come Ventotene isola di confino, della brava scrittrice e storica isolana Filomena Gargiulo. E adesso si appresta a stampare centinaia di copie anastatiche del libretto rosso.

Dimenticate l’omonimia con l’antologia di citazioni di Mao Tse-tung: il libretto rosso , a Ventotene, era un quadernetto dal titolo «Carta precettiva» che veniva consegnato al loro arrivo ai confinati: elencava le 26 severe regole del confino, i visti, i permessi e la condotta del coatto. Proibito discutere di politica e fare propaganda, proibito frequentare pubbliche riunioni, proibito tenere relazioni con donne.

L'isola-ergastolo di Santo Stefano vista da Ventotene

L’isola-ergastolo di Santo Stefano vista da Ventotene

I prigionieri non potevano neppure ubriacarsi, ammesso che avessero avuto il denaro per farlo. Ma potevano leggere: nel catalogo della «Biblioteca circolante dei confinati» si scoprono titoli come Bel-Ami di Maupassant, Espiazione di Montepin, e Carlo Marx di Olgiati.

Va detto che l’isola ha perlomeno provato a rinsaldare la memoria dell’era del confino – tra gli anziani come tra i turisti – con quelle piastrelle di cotto che segnano le strade ricordando i luoghi storici: via delle Mense comuniste, Strada delle botteghe dei confinati, Mensa socialista (capo mensa Sandro Pertini). E con il Laboratorio Isole della Memoria (aperto nel maggio 2012; patrocinato da Comune e direzione della Riserva Marina Statale) che racconta la storia dei confinati nelle due isole.

I Casermoni in cui vivevano fino a oltre mille confinati alla volta

I Casermoni in cui vivevano fino a oltre mille confinati alla volta

Un plastico della «città confinaria» e diversi pannelli informativi, attendono di essere affiancati da testimonianze e immagini di coloro che spesero lunga parte delle proprie vite in isolamento forzato. Si trova nel seminterrato della Sala Polivante che è stata intitolata a Umberto Terracini, comunista eretico condannato con Gramsci ed espulso dal Pci quando ancora era confinato a Ventotene.

I camminamenti delle pattuglie fasciste di guardia ai confinati

I camminamenti delle pattuglie fasciste di guardia ai confinati

Tra la fine degli Anni Venti e il ’43 le isole principali dell’Arcipelago Pontino ospitarono 4.400 confinati politici. Tra i quali gli esponenti più importanti dell’opposizione al regime: dapprima a Ponza (2100 deportati, dal ’28), poi a Ventotene (2.292, dal ’32), con la seconda generazione di antifascisti, votata alla rivoluzione che avrebbe «cacciato il fascismo». Ora un albergatore, Pietro Pennacchio, progetta di riaprire il camminamento che le pattuglie fasciste di sorveglianza (200 militi suddivisi in 8 turni) percorrevano tutto intorno alla costa dell’isola, per evitare improbabili fughe: vorrebbe trasformarlo in un trekking storico cui collegare tanti antichi sentieri da strappare ai rovi e all’oblio.

Il documento identificativo del confinato Spinelli

Il documento identificativo del confinato Spinelli

In paese, intanto, si può passeggiare tra chiesa e caserma della Finanza per rivedere i luoghi descritti nella «giornata tipo» del detenuto politico raccontata dall’ex confinato Alberto Jacometti nel 1946: dove oggi c’è il campo da calcio sorgevano, fino ai primi Anni Ottanta, i Cameroni, i padiglioni in cui dormivano i confinati, un paio di botteghe di calzolai, nonché le 4 mense; poco oltre iniziavano i pollai e gli orti in cui i prigionieri producevano parte delle derrate alimentari necessarie al loro sostentamento. Verso il Pozzillo, c’era l’Infermeria. Qui e altrove i confinati ritenuti più pericolosi venivano pedinati notte e giorno.

Tanti gli ospiti noti: da Sandro Pertini a Luigi Longo, da Giuseppe Di Vittorio a Camilla Ravera, da Giorgio Amendola a Girolamo Li Causi e Pietro Secchi. Pertini vi era approdato due volte: la prima nel 1929 per essere rinchiuso nell’ergastolo di Santo Stefano; la seconda nel 1939, quando venne inviato in confino sull’isola principale.

Solo due anni dopo, su questi scogli, i sorvegliati Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni avrebbero individuato nella federazione europea la risposta ai nazionalismi e alla guerra, scrivendo quella che viene considerata la Bibbia della futura Ue: il Manifesto per un’Europa Libera e Unita, meglio conosciuto come «Manifesto di Ventotene». Le ceneri di Spinelli (morto nel 1986) sono inumate, per sua espressa volontà, nel cimitero dell’isola.

Fonte: Corriere della Sera

Lettere e pensieri dal confino: l’Italia antifascista

Ricorre il 23 agosto il 70esimo anniversario della partenza degli ultimi confinati politici da Ventotene, che dagli Anni Venti all’estate del 1943 fu trasformata dal Regime in una prigione a cielo aperto per oltre 2 mila antifascisti. Voci nel Deserto – associazione di autori, attori, e professionisti dello spettacolo che intende tener viva la memoria per evitare il ripetersi di tragici errori ed eventi storici – propone qui alcuni frammenti di memoria. Parole di Pertini, Amendola, Rossi, Spinelli e atnti altri che il confino lo vissero sulla propria pelle e che del confino sulle isole pontine fecero uno straordinario laboratorio politico. La prima testimonianza è la lettera con cui Sandro Pertini ruppe con la madre (il rapporto sarebbe stato faticosamente recuperato anni dopo) quando seppe che lei aveva avanzato in sua vece domanda di grazia.

Mamma, con quale animo hai potuto fare questo? Non ho più pace da quando mi hanno comunicato che tu hai presentato domanda di grazia per me. Se tu potessi immaginare tutto il male che mi hai fatto ti pentiresti amaramente di aver scritto una simile domanda.
Debbo frenare lo sdegno del mio animo, perché sei mia madre e questo non debbo mai dimenticarlo. Dimmi mamma, perché hai voluto offendere la mia fede? Lo sai bene, che è tutto per me, questa mia fede, che ho sempre amato tanto. Tutto me stesso ho offerto ad essa e per essa con anima lieto ho accettato la condanna e serenamente ho sempre sopportate la prigione. E’ l’unica cosa di veramente grande e puro, che io porti in me e tu, proprio tu, hai voluto offenderla così? Perché mamma, perché? Qui nella mia cella di nascosto, ho pianto lacrime di amarezza e di vergogna – quale smarrimento ti ha sorpreso, perché tu abbia potuto compiere un simile atto di debolezza?
E mi sento umiliato al pensiero che tu, sia pure per un solo istante, abbia potuto supporre che io potessi abiurare la mia fede politica pur di riacquistare la libertà. Tu che mi hai sempre compreso, che tanto andavi orgogliosa di me, hai potuto pensare questo? Ma, dunque, ti sei improvvisamente cosi allontanata da me, da non intendere più l’amore, che io sento per la mia idea?
Come si può pensare, che io, pur di tornare libero, sarei pronto a rinnegare la mia fede? E privo della mia fede, cosa può importarmene della libertà? La libertà, questo bene prezioso tanto caro agli uomini, diventa un sudicio straccio da gettar via, acquistato al prezzo di questo tradimento, che si è osato proporre a me».
(Sandro Pertini, lettera alla madre dal confino, 23 febbraio 1933)

«Il mio nonno materno era un mazziniano, combattente della Repubblica Romana del 1848; mio nonno Pietro fu garibaldino; mio padre fu democratico antifascista. Io sono comunista. Mazziniani, garibaldini, antifascisti, comunisti: questa è la storia d’Italia, questa la via del progresso del nostro paese!» Continuai per un pezzo a ripetere questa frase, in ogni occasione, finché Giancarlo Pajetta mi consigliò di cambiare disco. Il fatto è che io ci tenevo a questi titoli di nobiltà antifascista».
(Giorgio Amendola, ex confinato sull’isola di Ponza, «Una scelta di vita», 1976)

«Se, da un lato, questa influenza fascista ha spezzato ogni sentimento di solidarietà nazionale ed internazionale, ha ucciso ogni fede in una possibile convivenza pacifica dei popoli, dall’altro questo infinito scetticismo, che si rivela più o meno chiaramente, ma che uccide ogni possibile fiducia in un ideale, che deride il sacrificio dell’individuo proteso verso il benessere della comunità è, in fondo, la più cospicua conquista del fascismo e ne sarà probabilmente la più amara eredità».
(Eugenio Curiel, confinato a Ventotene, lettera alla direzione del PSI, 15 maggio 1938)

«Tu giungi infine, ora della liberazione. Da più di sedici anni ti attendo. Le mie tempie sono divenute grigie. Tu sai quante infedeltà ho commesse per restar fedele a te, quanto ho peccato per restar puro e degno di te, a quanto ho rinunciato per non perderti, quanto ho disprezzato per poterti amare. Adesso vieni, ora divina. Tu sai che non ho vendette né rancori da placare. Ho bisogno di amare te, ora dolcissima e feconda. Ed ecco, sei veramente quale ti avevo attesa. Non sei la certezza, la conclusione riposante. Sei l’inizio, la matrice di ogni possibilità (…). Porti con te la mia donna, la mia spada, la mia battaglia».
(Altiero Spinelli, ex confinato a Ventotene, «Ulisse. Come ho tentato di diventare saggio», 1984)

«Continueranno dunque a cercare la salvezza nel mutare gli ordinamenti costituzionali, mentre la radice del male è altrove: l’ignoranza politica della classe dirigente italiana, intendendo per classe dirigente i giornalisti, gli alti funzionari civili e militari, i candidati alla Camera, gli eletti, i senatori, gli organizzatori, le persone influenti. Questo è lo spaventoso malanno dell’Italia. E non si rimedia cambiando legge elettorale!»
(Gaetano Salvemini, lettera a Giuseppe Donati, 22 novembre 1922)

«Il trasformismo è il vero morbo italico, l’arte del continuo compromesso generale, io aiuto te se tu aiuti me. Bisogna spezzare questa rete malefica e corruttrice. Bisogna lottare, buttando la propria vita in giuoco».
(Giorgio Amendola, prefazione agli scritti di Eugenio Curiel, 1973)

«Il pericolo della situazione italiana sta nel fatto che le forze conservatrici e reazionarie non adottano la tattica della lotta frontale, ma quella del carciofo, strappano una foglia oggi ed una foglia domani, ci tolgono oggi un diritto, domani una posizione, dopodomani attuano un’altra misura reazionaria e di passo in passo insensibilmente siamo portati a cedere terreno ed a trovarci in posizione sempre più critica. Il pericolo sta nel fatto di non apprezzare appieno il valore delle posizioni che di volta in volta si perdono, di ragionare all’incirca in questo modo: “Non vale la pena di impegnare una grande battaglia per una questione che non è fondamentale e che può compromettere tutto, vedremo poi”. E così di posizione in posizione, che considerate ad una ad una possono non essere di grande importanza, si finisce poi, nel complesso, col perdere le posizioni decisive. Un regime clericale, allo stesso modo di quello fascista, non lo si realizza di colpo».
(Pietro Secchia, Rapporto sulla situazione della lotta di classe in Italia, 1947)

«Le loro malefatte sono tutte perdonate per il timore che vengano altrimenti scoperti dei pericolosi altarini. E se, malgrado le precauzioni, alla fine scoppia uno scandalo, questi alti papaveri spavaldamente ricattano i ministri e i dirigenti dei partiti. Allora tutti si danno un gran daffare per insabbiare le inchieste».
(Ernesto Rossi, su «il Mondo», 1950-1952)

Fonte: Corriere della Sera

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Area Marina Protetta di Ventotene: norme illegittime per spennare i turisti

Francesco Perretta, direttore dell'area protetta di Ventotene

Francesco Perretta, direttore dell’area protetta di Ventotene

Quando l’avidità supera la legalità

Il decreto istitutivo dell’Area Marina Protetta di Ventotene e S. Stefano, creata nel 1997 dal Ministero dell’Ambiente, recita chiaramente che, in assenza di un regolamento, è espressamente vietato danneggiare il fondale marino dove vive la Posidonia, una pianta alla base dell’intero ecosistema mediterraneo. Per questo sarebbe stato opportuno creare da subito specifici campi boe per l’ormeggio delle migliaia di imbarcazioni che frequentano l’area in estate, evitando così che le ancore ne distruggano il prezioso fondale.
Purtroppo, a distanza di sedici anni, di campi boe e del regolamento di gestione non c’è traccia, complice la tenace opposizione da parte degli ormeggiatori del porto isolano, spalleggiati dal Comune, e l’assenza del Ministero.
Nel frattempo cosa ti vanno a pensare i rapaci gestori isolani?
Di permettere tranquillamente l’ancoraggio a tutti, ma a patto di pagare.
La norma, assolutamente illegittima, è messa in bella mostra sul sito istituzionale della riserva con tanto di prezzi. E per guadagnarci ancora di più anche il semplice transito nelle acque isolane (che non arreca alcun danno all’ecosistema) è a pagamento! Vedere per credere: www.riservaventotene.it.

Fonte: TeleFree, ProvinciaLatina TV, Agorà

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Ventotene: muore ragazza di 19 anni

Avrebbe compiuto oggi 20 anni, H.T., ma non ha retto alle difficoltà della vita e a un rapporto famigliare da lei stessa descritto difficile e complicato in due lettere d’addio. Sotto gli occhi del fidanzato, intorno alle due del mattino a Ventotene, tra Capo dell’Arco e Punta Pascone, si è lanciata in un dirupo precipitando per una decina di metri e morendo quasi sul colpo.
Figlia di genitori separati, già in passato aveva tentato il gesto estremo desistendo poi al momento di portarlo a compimento. Questa notte, invece, è andata fino in fondo. Alla base forse, anche un fatto apparentemente banale ma forse non per una ragazza della sua età: la delusione per una feste di compleanno che si sarebbe dovuta tenere oggi e che, invece, è saltata all’ultimo momento.
Sul luogo della tragedia sono intervenuti in tanti questa notte a prestare i primi soccorsi, anche il sindaco dell’isola ha tentato una rianimazione, ma non c’è stato nulla da fare. In nottata il corpo della giovanissima nata nel 1994, è stato trasportato a Formia e ora si trova al cimitero di Castagneto dove per domani, lunedì, è stata disposta l’autopsia.

Fonte: H24 Notizie, Il Messagero, Leggo, Paese Sera, Latina Today, TG Com, ANSA

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Ventotene: l’ormeggio è abusivo anche a Ferragosto

20130815-165018.jpgIn data 14 agosto 2013, nel comune di Ventotene (LT), i Carabinieri della locale Stazione, a conclusione di accertamenti tesi a contrastare le violazioni in materia di demanio marittimo, supportati anche dal personale della Brigata della Guardia di Finanza e della Capitaneria di porto di Ponza, denunciavano all’A.G., C.J. 22 enne, C.F. 54 enne, L.A. 38 enne, M.L. 35 enne, T.R. 31 enne e C.C. 28 enne, per i reati di occupazione abusiva area demaniale marittima ed esercizio abusivo attività di ormeggiatore.
Questi ultimi pur essendo tutti concessionari e detentori di autorizzazioni temporanee per uso specchi acquei ed arenili, fornivano, negli spazi a loro assegnati, assistenza a mare e a terra, servizi di guardiania e di ormeggio ai diportisti.

Fonte: H24 Notizie, Latina Oggi

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La “casa rosa” di Ventotene resta sigillata

20121125-213000.jpgChiamati per la quinta volta a pronunciarsi sul sequestro della cosiddetta “casa rosa” i giudici hanno avallato il provvedimento voluto dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano, che all’antiquario romano Antonio Pettini ha contestato trasformazioni illecite dell’immobile rurale, a Ventotene, e di una grotta, che sarebbero state compiute violando le norme urbanistiche e i vincoli gravanti sull’isola. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso dell’indagato, confermando così i sigilli all’immobile. Una vicenda iniziata ad aprile 2011 e andata avanti tra un ricorso e l’altro. Quello della Suprema Corte dovrebbe ora essere il pronunciamento definitivo.

Fonte: H24Notizie

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Centro polivalente di Ventotene: dopo anni di lavori, appena inaugurato è già polemica

Il centro polivalente di Ventotene appena inaugurato già scatena le prime polemiche. Ed è proprio una delle ditte che ha realizzato la struttura ad intervenire. In sostanza chiede all’amministrazione di saldare il lavoro fatto. In particolare è uno dei soci della «Edilnova», Antonio Procini il quale, alla notizia dell’inaugurazione che Ventotene, sito in via Granili, località Campi Sportivi, è stato inaugurato lunedì scorso ed è sato dedicato ad Umberto Elia Terracini, Presidente dell’Assemblea Costituente, firmatario della Costituzione Italiana. E’ composto dalla sala polivalente e dalla struttura complementare alla sala polivalente, entrambe collegate e integrate tra loro in modo da soddisfare le più svariate esigenze di ospitalità per convegnistica, realizzazione di eventi e stage, il complesso è composto di una sala grande da circa 320 posti e 3 salette più piccole. E’ stato realizzato seguendo i moderni criteri di sviluppo sostenibile (architettura bioclimatica, fonti rinnovabili, risparmio energetico, materiali riciclabili) al fine di avere il minor impatto possibile sull’ambiente esterno e di rendere economicamente sostenibile la fase gestionale. I lavori – come è stato spiegato in un comunicato diffuso dal Comune stesso sono stati realizzati grazie a finanziamenti pubblici concessi dal Ministero dell’Interno «Fondo per la tutela e lo sviluppo economico e sociale delle Isole Minori», Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, programma «Sostenibilità Ambientale nelle Isole Minori» e bando «Fonti Rinnovabili Risparmio Energetico e Mobilità Sostenibile nelle Isole Minori». Resta da vedere se quei soldi sono stati già erogati e che fine hanno…

Fonte: Latina Oggi

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Il trio napoletano delle meraviglie per Laziomar

20130729-205049.jpgSnav, Alilauro e Medmar si aggiudicano il servizio pubblico Pontino
I trasporti marittimi del Lazio a tre armatori campani. Compagnia Laziale di Navigazione (società costituita da Snav, Alilauro e Medmar), anticipa il sito Torre d’amare, si sarebbe aggiudicata con un’offerta di 12.750.000 euro il bando di gara per la cessione di Laziomar Spa, compagnia detenuta interamente dalla Regione Lazio, attiva sulle linee che collegano Ponza, Formia, Anzio e Ventotene. A darne l’annuncio lo stesso comandante Aiello, presidente di CNL e Ad di Snav.
Lazio Regionale Marittima è stata fondata il 14 febbraio 2011 a Roma dopo la cessione del ramo d’azienda della Caremar dedicato al settore Pontino. Nell’ambito della privatizzazione Tirrenia i collegamenti laziali furono ceduti direttamente alla regione Campania e da quest’ultima alla Regione Lazio. Quest’ultima ha deciso di cedere il 100% del capitale sociale e affidare il servizio pubblico per dieci anni con un bando di gara da oltre 15 milioni e mezzo. “Con l’assegnazione della gara – ha dichiarato Aiello – gli armatori campani tornano nuovamente a gestire i collegamenti marittimi nel Lazio”. Laziomar dispone di una flotta composta da 2 traghetti tradizionali (Tedide e Quirino) e 2 aliscafi (Alnilam e Monte Gargano). Dal 1 giugno 2011 ha assicurato tutto l’anno i collegamenti marittimi tra i porti di Formia e, nel periodo estivo, di Anzio con le Isole Pontine.

Fonte: il Dispari

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Multe sull’isola di Ventotene

20130728-004203.jpgIl 26 luglio nel corso della serata, a Ventotene, personale della locale stazione congiuntamente ai N.A.S. Carabinieri di Latina, coordinati dalla compagnia Carabinieri di Formia, nell’ambito di uno specifico servizio, hanno eseguito controlli amministrativi e sanitari a carico dei locali esercizi commerciali elevavando diverse sanzioni amministrative.
Nello specifico ai senti dell’articolo 6 c. 3 dlgs 193/2007 – per aver modificato stato dei luoghi rispetto all’autorizzazione concessa – sanzione amministrativa di 1000 euro; articolo 6 c. 7 dlgs 193/2007 – per assenza spogliatoi e armadietti nonché requisiti bagno personale – prescrizione Asl per adempimento.
I controlli nello specifico hanno rigurdato tre ristoranti, una pescheria e una rosticceria. Nei riguardi di due esercizi di ristorazione e della pescheria sono state elevate sanzioni amministrative per un valore complessivo pari a 2000 euro circa.

Fonte: H24 Notizie

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XIX edizione del Ventotene Film Festival

Dal 25 luglio al 2 agosto si terra’ la 19^ edizione del Ventotene Film festival. La rassegna propone l’istituzione del Premio Vento d’Europa, assegnato per la prima volta quest’anno ad un artista che con le sue opere è stato in grado di esaltare l’idea di una cultura di respiro europeo.
A ricevere il Premio Vento d’Europa 2013 sara’ Radu Mihaileanu, autore di Train de Vie-un treno per vivere, Vai e vivrai e il pluripremiato Le Concert. Tra gli ospiti della rassegna Isabella Ferrari e Claudio Santamaria.

Fonte: Italpress, AdnKronos, H24Notizie

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