Bruno Panuccio: sentenza di civiltà per un futuro piú sicuro per tutti

“Qualche considerazione bisogna farla , mi è d’obbligo , ve lo devo.
Innanzitutto sia ben chiaro che non sono per niente contento della sentenza , non c’è da essere felici nel sapere di aver perso una figlia a causa delle responsabilità altrui.
Della sentenza sono soddisfatto , che significa ben altro , era l’obiettivo da me prefissato dal 20 aprile 2010 , un traguardo che per molti pareva una chimera.
Io stesso ero ben cosciente che sarebbe stato improbabile il suo raggiungimento , nonostante fossi fermamente convinto della colpevolezza dell’allora sindaco Assenso.
Tale convinzione nacque subito dopo la tragedia : qualcuno mi fece vedere l’intervista che rilasciò in cui dichiarava la fatalità dell’evento e la sua estraneità di responsabilità in quanto ignaro del pericolo.
Capii subito che mentiva , spudoratamente , mancando così anche di rispetto a Sara e Francesca , ad Athena che lottava tra la vita e la morte , a tutti noi ed anche, se mi è permesso, a tutti voi.
Io l’analisi sull’assurdità del permettere che i ragazzi fossero sotto quel pericolo evidente la espressi immediatamente , ma dopo aver visto lui , tutto appariva ancor più chiaro.
Da quel momento è incominciato il cammino che ci ha portato sino all’esito di oggi.
Ricordo quanti mi suggerivano di lasciar perdere , che tutto sarebbe stato vano , che mai in Italia , come amministratore pubblico, nessuno era stato condannato per il dissesto idrogeologico e le vittime conseguenti ,che io ero un comune cittadino senza armi mentre loro….che mi sarei solo ulteriormente ferito.
Ed invece questo avevo di vantaggio , io non avevo nulla da perdere , più male di quanto mi era stato fatto non era possibile.
Ed allora scopri che a Ventotene con le frane ci convivono da sempre , non per colpa ma per natura.
Che le stesse frane vengono evidenziate per chiedere un mare di soldi allo stato , che sono un volano economico per distribuire appalti in cui gli amici degli amici mangiano a quattro ganasce , e che la pubblicità delle stesse frane, allo stesso tempo, vengono nascoste , perché di pari passo bisogna pensare agli introiti derivanti dal turismo , in particolare quello scolastico ( fino alla tragedia primo sito come numero di presenze di campi scuola ).
Tanto non succederà mai nulla di grave , pensavano forse anche in buona fede , con il cervello ed il cuore annebbiati dal denaro .
Oggi abbiamo un precedente giuridico che il nostro paese ed i suoi amministratori non possono ignorare.
Il nome di Sara e Francesca , in futuro e spero il meno possibile , saranno ancora enunciati nelle aule di tribunale.
I loro nomi , sono il riassunto ed il rispetto verso quanti le hanno precedute in egual modo in questo paese , penso a Zampilieri , a Genova , alla Sardegna , ecc. ( l’elenco sarebbe infinito ) ,
I loro nomi stanno a ricordarci che non sono numeri , ma vite perse , che dietro ogni tragedia ci sono famiglie cui resta in eredità un doloroso fardello , che ognuno porta secondo le proprie forze ed il proprio carattere.
io il mio cammino da allora lo dovevo in primo luogo a Sara ,
ai suoi fratelli ed a mia moglie , come anche a Francesca ed alla sua famiglia, mano mano ho scoperto che lo dovevo a molti altri .
E stato tutto naturale , niente di eroico e credo mi sia pesato meno di quanto possa apparire agli altri.
Ci sarebbe tanto da scrivere ancora , ma per ora chiudo dicendo Grazie a quanti mi sono stati vicini in questi anni.”

Bruno Panuccio

Fonte: Facebook

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3 risposte a Bruno Panuccio: sentenza di civiltà per un futuro piú sicuro per tutti

  1. Ventiaprile scrive:

    Per non dimenticare Sara e Francesca 20 aprile 2010:
    https://brigataborghetti.wordpress.com/2015/07/24/20-aprile-2010-ricordo-di-sara-e-francesca/

    Sono morte perchè in Italia i problemi si risolvono solo se causano delle tragedie, e posso dire che fino al giorno stesso di questo dramma c’erano le trivelle che percuotevano la strada proprio sopra al grottone e le vibrazioni si sentivano a centinaia di metri di distanza. Sassi piccoli o grandi piombano giù dalle pareti ripide della costa ventotenese da vari punti, ogni anno. Ed ogni volta bisogna solo sperare che non ci sia nessuno nella loro traiettoria mortale, nonostante molti barcaioli continuano a portare i turisti nei punti a rischio dell’isola, omettendo di informare i clienti sul rischio mortale che corrono solo per farsi un bagno.

  2. Tuppe-tuppe scrive:

    È fernuta ‘a zezzenella.

  3. Candida scrive:

    L’assordante silenzio che aleggia nell’isola, e tra gli isolani tutti, all’indomani di questa sentenza definitiva, lascia senza fiato. Come un soffocante puzzo di morte.

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