Ventotene: chieste le dimissioni del sindaco

20140226-211653.jpgL’Ufficio di Presidenza Nazionale dell’Associazione I Cittadini Contro le mafie e la corruzione esprime l’incondizionato sostegno ai genitori di Sara Panuccio e Francesca Colonnello che persero la vita il 20 aprile del 2010 a seguito della caduta di un costone di roccia a Cala Rossano sull’isola di Ventotene. «La sentenza di ieri che condanna gli imputati al relativo processo – si legge in una nota a firma del presidente Antonio turri – non lenirà certo il dolore dei genitori e tantomeno l’indignazione e la rabbia di moltissimi cittadini che a tutt’oggi si chiedono come non sia stata salvaguardata l’incolumità delle persone. La nostra Associazione chiede a gran voce le dimissioni del Sindaco di Ventotene, Giuseppe Assenso, anche nel rispetto della memoria delle vittime innocenti e dell’Istituzione che rappresenta».

Fonte: Latina Oggi

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Alunna violentata durante una gita a Ventotene, processo al preside

20140225-211014.jpgSi è svolta questa mattina l’udienza preliminare nel corso della quale è stato rinviato a giudizio N.D.M, preside di un noto istituto cattolico romano, accusato di aver violentato un’alunna durante una gita scolastica a Ventotene.
Per il 69enne il processo inizierà il prossimo 22 luglio davanti al secondo collegio penale del tribunale di Latina. A stabilirlo il giudice per l’udienza preliminare Mara Mattioli.
Pesanti le accuse mosse nel corso dell’attività d’indagine chiusa dalla procura di Latina circa due anni fa, e coordinata da sostituto procuratore Eleonora Tortora. Grazie agli accertamenti della Mobile di Roma era stato possibile ricostruire in quadro indiziario.
La presunta vittima, all’epoca dei fatti 12enne, aveva raccontato tutto ai genitori una volta tornata a casa dalla gita.
Secondo quanto raccontato la ragazzina, dopo essersi fatta male a una caviglia, era stata riaccompagnata nella sua stanza d’albergo dal preside, che avrebbe iniziato a toccarla nelle parti intime. Un racconto che la giovane aveva ripetuto anche nel corso dell’incidente probatorio. I fatti risalgono al 2010.

Fonte: LatinaToday

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La faccia come il …

20140225-190001.jpg“Io ho la coscienza a posto. Non mi aspettavo questo. Ma è stato un processo mediatico”. Parola del sindaco di Ventotene, Giuseppe Assenso, subito dopo la sentenza che lo ha condannato a 2 anni e 4 mesi. “La morte delle due ragazze ha colpito anche me e ha sconvolto tutta la comunità dell’isola. Se mi fossi sentito responsabile mi sarei dimesso subito, ma non l’ho fatto allora e non lo faccio ora”. A stretto giro arriva la replica di Bruno Panuccio, il papà di Sara, morta sotto quel costone di roccia a Cala Rossano in quel maledetto 20 aprile del 2010 insieme a Francesca Colonnello. “Mi dispiace deludere chi sperava che finalmente dopo ieri mi sarei goduto un po’ di meritato riposo – scrive Panuccio su Facebook – ma a quanto pare non ne ho diritto. Il sindaco Assenso, ieri condannato, condanna me a riprendere il mio lavoro. Perchè lui ha dichiarato spudoratamente che non si è dimesso allora e tantomeno ha intenzione di farlo ora. Neanche la decenza di rassegnare le dimissioni , almeno per forma e rispetto delle vittime , delle istituzioni che lui stesso rappresenta e dei cittadini italiani tutti…”. Per questo il padre della ragazza annuncia nuove iniziative: “Mi costringe ad attivarmi per aiutarlo in questo passo dovuto…”, aggiunge. La sensazione insomma è che la parola fine, sulla tragedia di Ventotene, debba ancora essere scritta.

Fonte: RomaReport

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“Assassini” 2

Guarda il video della sentenza di condanna per omicidio volontario e lesioni a sindaco, ex sindaco, responsabile dell’ufficio tecnico comunale di Ventotene e al funzionario del Genio Civile per la morte di Sara Panuccio e Francesca Colonnello, e le repliche del Sindaco Assenso, del padre di una delle bambine Bruno Panuccio e del PM Nunzia d’Elia.

Fonte: H24 Notizie

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“Assassini”

VentoteneTutti condannati. E’ stata letta alle 13 fa la sentenza al processo per la morte di Sara Panuccio e Francesca Colonnello, le ragazze romane che hanno perso la vita mentre erano in gita scolastica a Ventotene.
Sono stati condannati a 2 anni e 4 mesi di reclusione il sindaco di Ventotene Giuseppe Assenso e il capo dell’ufficio tecnico dell’isola Pasquale Romano mentre a un anno e 10 mesi l’ex sindaco Vito Biondo e l’ingegnere del genio civile di Latina Luciano Pizzuti. Il pubblico ministero Nunzia D’Elia aveva chiesto la condanna a 2 anni e 3 mesi degli imputati, escluso l’ex sindaco per il quale aveva chiesto l’assoluzione.

Le difese, invece, avevano sostenuto che andavano assolti tutti perché il crollo non poteva essere previsto e la zona non era tra quelle pericolose indicate dal piano di assetto. Le studentesse tredicenni della “Anna Magnani” di Morena persero la vita, il 20 aprile 2013, a causa della frana di una falesia nella spiaggia di Cala Rossano. Il giudice ha liquidato provvisionali per 2,5 milioni di euro e rimesso gli atti alla Procura per altri tecnici regionali.

Giuseppe Assenso, Vito Biondo e Pasquale Romano, gli amministratori locali condannati per la morte di Sara e Francesca

Giuseppe Assenso, Vito Biondo e Pasquale Romano, gli amministratori locali condannati per la morte di Sara e Francesca

“Le avete ammazzate” – ha gridato con la voce rotta dalle lacrime la mamma di Sara appena finita l’udienza, trattenuta a stento dal suo avvocato. Il padre di Francesca, Maurizio, visibilmente commosso, si è limitato a dire: “Un po’ di giustizia esiste in questo Paese”. E’ uscito dall’aula al momento della lettura e poi ha incontrato i cronisti Bruno Panuccio: “E’ una sentenza epocale, quello che ci aspettavamo. Oggi sappiamo che Sara e Francesca non sono morte per una fatalità ma perché c’è chi non ha vigilato. Questa sentenza – ha aggiunto – tutela tutti gli altri ragazzi, i cittadini, che nessuno avverte quando si trovano in zone pericolose”.

Fonte: Il Messaggero, Latina 24 Ore, H24 Notizie, Corriere della Sera, Rainews 24, Agorà, Radio Luna, Lettera43, Il Tempo, TGCom, Lazio News 24, Online News, Blitz quotidiano, Agi, l’Unione Sarda, Latina Today, Quotidiano Net, La Repubblica, Sky TG 24, Roma Today

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Ultima udienza prima della sentenza

Il PM Nunzia D'Elia

Il PM Nunzia D’Elia

Slitta il verdetto per la morte delle due studentesse romane a Ventotene, travolte dal crollo della falesia di Cala Rossano. Davanti al giudice del Tribunale di Terracina, Carla Menichetti, le difese hanno ultimato le loro arringhe e poi l’udienza, anziché a lunedì prossimo, è stata rinviata al 24 febbraio, per le repliche e la sentenza. Una decisione presa in quanto, alla luce delle tesi portate avanti dai legali degli imputati, sono diversi i punti su cui intende tornare il pm Nunzia D’Elia.

L’UDIENZA
A parlare intanto questa mattina sono stati gli avvocati Giovanni Lauretti, Luca Scipione, Pasqualino Magliuzzi e Giovanni Zupo. L’avvocato Lauretti ha insistito sull’assoluzione chiesta dallo stesso pubblico ministero per l’ex sindaco Vito Biondo, sostenendo la completa estraneità ai fatti del primo cittadino. Tanto l’avvocato Scipione quanto i legali Magliuzzi e Zupo, difensori del tecnico comunale Pasquale Romano e del dirigente del Genio Civile, Luciano Pizzuti, come già sostenuto nell’udienza precedente dalla difesa del sindaco Giuseppe Assenso, hanno sostenuto che l’area dove si è verificato il crollo non apparteneva al demanio comunale, ma a quello marittimo, per cui è competente la Capitaneria, e soprattutto che del rischio frane erano informate tanto la Regione quanto l’Autorità di bacino. Un particolare quest’ultimo che ha spinto le difese a ripetere che i responsabili della vicenda sono a Roma e che il processo doveva essere fatto ai responsabili degli enti romani e non dell’ente locale.

I FATTI
Il 20 aprile 2010, sulla spiaggia di Cala Rossano, a Ventotene furono travolte e uccise da un crollo le studentesse romane Sara Panuccio e Francesca Colonnello, di 14 anni, in gita d’istruzione sull’isola. Una terza ragazzina rimase ferita. Sotto accusa, per omicidio colposo, il sindaco di Ventotene, Giuseppe Assenso, l’ex sindaco Vito Biondo, il responsabile dell’ufficio tecnico comunale, Pasquale Romano, e il dirigente del Genio Civile che certificò nel 2004 la regolarità dei lavori di messa in sicurezza della falesia, Luciano Pizzuti.

LE RICHIESTE DEL PM
Al termine della requisitoria, il pm Nunzia D’Elia ha chiesto l’assoluzione per Biondo e condanne a 2 anni e tre mesi di reclusione per gli altri tre imputati.

Fonte: H24 Notizie, Latina 24 Ore, Radio  Luna, Latina Oggi

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Ventotene: trasporti rischiosi

20131024_tetide3Le navi da trasporto passeggeri in servizio per assicurare i collegamenti con le isole Pontine sono state passate al setaccio nel Golfo di Gaeta. La Capitaneria di Porto è stata impegnata in questi giorni, in un approfondito controllo dei cinque traghetti in servizio sulla rotta per Ponza e Ventotene, riscontrando alcune irregolarità di tipo amministrativo, ed altre relative alla sicurezza dei passeggeri e dei lavoratori di bordo. In alcuni casi non sono state rispettate le norme antinquinamento.
Le attività ispettive sono state eseguite in modalità «dinamica», durante la normale navigazione, senza preavviso, trattandosi di verifiche occasionali rispetto a quelle condotte in via ordinaria. In più casi sono state elevate sanzioni amministrative alle società armatrici e, solo in un caso, l’attività ispettiva dei militari della Guardia Costiera di Gaeta ha comportato, oltre alla segnalazione alla competente Procura della Repubblica di Cassino, il «fermo della nave», fino al completo ripristino delle misure di sicurezza previste dalle normative nazionali ed internazionali sulla sicurezza della navigazione.

Fonte: Latina 24 Ore

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Ventotene: nubi di tempesta all’orizzonte?

Heart_of_Tempest_wallpaper_by_KarezoidTira una brutta aria ai piani alti del castello di Ventotene sede degli uffici comunali, un aria di nervosismo e di attesa, fatta di risposte brusche e facce tirate, di porte sbattute, di faldoni che passano da una stanza all’altra. Ma che succede al Comune? Perché questa presenza continua del sindaco sull’isola, quando solitamente l’inverno lo passa tutto a Formia? Cosa si aspetta con cotanta trepidazione?
Forse un filo di preoccupazione per la sentenza di lunedì prossimo a Terracina, in cui sindaco e responsabile dell’ufficio tecnico comunale rischiano la condanna per omicidio plurimo colposo e lesioni gravissime per la tragedia del 2010 a Cala Rossano?
Forse l’ennesima indagine della Corte dei Conti sulla gestione a dir poco ‘allegra’ dei milioni di euro pubblici elargiti dalla Regione e dalla Provincia per opere mai realizzate?
Forse una nuova denuncia del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri per la fogna che sversa nelle acque della riserva marina?
Forse la Guardia di Finanza che, in un impeto d’orgoglio, ha finalmente deciso di vederci chiaro sull’abusivismo edilizio che ha devastato l’isola?
O forse solo la presa di coscienza di avere fatto, con la complicità di tutti gli isolani, scempio di Ventotene per mero interesse privato, distruggendo per sempre l’idea di un futuro diverso, pulito ed onesto?
Tutto può essere, ma certo non l’ultima…

Fonte TeleFree

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Noi non centriamo nulla, passavamo per caso…

catndog-fault-300x179Dopo la dura requisitoria della scorsa settimana del Procuratore aggiunto Nunzia D’Elia davanti il giudice monocratico del Tribunale di Terracina Carla Menichetti  nel processo per la tragedia del 20 aprile 2010 sulla spiaggia di Cala Rossano a Ventotene quando furono travolte da due metri di cubo di le studentesse romane di 14 anni Sara Panuccio e Francesca Colonnello, oggi il dibattimento è proseguito con le arringhe difensive di due dei quattro imputati per concorso in omicidio colposo e lesioni gravissime.
Gli avvocati Renato Archidiacono e Dino Sacchetti hanno ribadito l’estraneità in relazione ai fatti dei loro assistiti, il sindaco di Ventotene Giuseppe Assenso e il responsabile dell’ufficio tecnico comunale Pasquale Romano al punto da dichiare che i “colpevoli per questa immane tragedia, se ci sono, si trovano altrove, a Roma” .
Il processo proseguirà il 14 febbraio con le arringhe deggli avvocati Giovanni Lauretti, Luca Scipione, Lino Magliuzzi e Giovanni Zupo, legali degli altri due imputati, l’ex sindaco dell’isola Vito Biondo e il dirigente del Genio Civile che certificò nel 2004 la regolarità dei lavori di messa della falesia, Luciano Pizzuti. La sentenza è prevista per il 17 febbraio.

Fonte: H24 Notizie, Radio Luna, Latina Oggi

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Ventotene, dove il nepotismo è virtù

Si sono mangiati tutto, e a quanto pare non hanno problemi di digestione.
Dopo la assoluta devastazione che ha ridotto in appena dieci anni Ventotene in un grande e maleodorante cantiere abusivo; dove, nonostante la presenza di un’intera brigata di Guardia di Finanza e di una compagnia di Carabinieri la legalità non esiste; dove le fogne, la rete idrica, quella elettrica, quella stradale e persino il locale museo archeologico e quello recentissimo della migrazione degli uccelli non sono a norma; dove non esiste raccolta differenziata dei rifiuti; dove c’è una discarica di diossina mai bonificata; dove il carcere monumentale di S. Stefano, che ospitò Pertini e tutti i padri costituenti crolla ed è inagibile; dove l’amministrazione pubblica stipendia due vigili urbani (l’intera isola è 1,5 kmq) e continua a spendere milioni di euro in opere faraoniche tanto inutili quanto oramai fatiscenti; e dove nel 2010 due ragazzine romane sono morte sotto un masso caduto in una zona che doveva essere interdetta… ecco l’ultima chicca.
L’ennesimo schiaffo in faccia alla decenza è la nomina del nuovo direttore dell’area marina protetta: Antonio Romano.
Antonio, Tonino per gli amici del Bar Verde che frequenta assiduamente, è subentrato al vecchio direttore Francesco Perretta: ex dirigente di USL, ex amico del sindaco Assenso, destituito qualche mese fa per sopraggiunti limiti di età (in realtà perché inviso al potente segretario comunale Giuseppe Di Cicco), che in 5 anni non solo non ha mai fatto nulla, ma non si è mai neppure visto sull’isola, se non eccezionalmente, tanto da meritarsi il nomignolo di ‘direttore fantasma’.
Per carità Tonino almeno è laureato in biologia marina, conosce il mare e le acque dell’isola, ha lavorato per anni negli uffici della riserva. La sua nomina tuttavia, voluta fortemente dal sindaco Geppino Assenso e benedetta ufficialmente da Renato Grimaldi, direttorissimo del Ministero dell’Ambiente, presenta un gigantesco problema di opportunità che prescinde dalla persona.
Tonino è infatti figlio di Silverio, consigliere comunale di maggioranza del sindaco. Ma è anche nipote di Rosario, il ragioniere del Comune più ricco e piccolo d’Italia, e di suo fratello Pasqualino, responsabile dell’ufficio tecnico comunale indagato per appalti nei rifiuti insieme all’ex sindaco dell’isola Vito Biondo e ora in attesa di giudizio per la frana del 2010 insieme al sindaco Assenso.
Non basta? Allora sappiate anche che Angelo Romano, fratello di Pasqualino e Rosario e altro zio di Tonino, è un geometra che espleta a Ventotene pratiche edilizie, catastali, ecc. per i privati, pratiche che poi devono, necessariamente, passare al vaglio dell’ufficio tecnico comunale, diretto dal fratello.
E infine c’è Antonietta, cugina di Tonino, figlia di Rosario e nipote di Pasquale, Angelo e Silverio, insegnante che spesso e volentieri si aggiudica ricchi contratti del Comune per consulenze su progetti di educazione scolastica.
Non ce ne voglia dunque il buon Tonino, sicuramente ottima persona che non ha, evidentemente, alcuna colpa, ma la decenza ha dei limiti, sebbene questi, a Ventotene, siano stati superati da un pezzo.

Fonte: TeleFree

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