Ventotene: chieste le dimissioni di Assenso

Geppino Assenso

Geppino Assenso

Il gruppo consiliare di opposizione a Ventotene – del capogruppo ed ex candidato a sindaco Gerardo Santomauro – ha scritto una lettera all’attuale primo cittadino isolano Giuseppe Assenso, per chiederne le dimissioni. Di seguito il testo della missiva con le ragioni della richiesta.

 

“Egr. Sig. Sindaco,

Il gruppo di opposizione consiliare “Buona Onda” sente il dovere di scriverle dopo aver condotto per questi nove mesi, fin dall’insediamento del nuovo Consiglio, attività di studio e verifica di molti provvedimenti assunti dalla Giunta, dai Responsabili degli Uffici e dal Consiglio.

Dalle verifiche effettuate ci sentiamo di esprimerle un solo doveroso consiglio: si dimetta. 

Veda, Sig. Sindaco, noi Ventotenesi, e tra questi ci piacerebbe annoverare anche lei, siamo fieri della nostra isola e ci siamo accorti fin da quando siamo nati che VENTOTENE E’ UNA PERLA UNICA. Noi l’amiamo ed è per questo che ci siamo prefissati lo scopo di “aprire gli armadi comunali” per comprendere come mai Ventotene non è riuscita a migliorare la propria condizione politica, sociale, economica e territoriale, nonostante le rilevanti risorse finanziarie gestite nell’ultimo decennio.

Non possiamo non evidenziarle che non solo i nostri elettori, ma anche molti dei suoi (perlomeno quelli che hanno votato convinti di votare bene, non certamente gli altri) sono molto delusi ed arrabbiati perché vedono sgretolarsi un gioiello, perché persone che con lei hanno condiviso poteri gestionali e decisionali l’hanno trascurata, sostituendo il tufo con il cemento. Non vi siete curati di salvaguardare le nostre spiagge, i nostri fiordi e così continuando Ventotene rischia di diventare un deserto.

Veda, Sig. Sindaco, lei è il Primo Cittadino, il Sindaco di tutti, anche di chi non lo ha votato! Crediamo, in tutta sincerità, che dando le dimissioni dia un’opportunità all’isola e a tutti noi, perché sia Lei che la sua maggioranza non siete stati e non sarete in grado di gestire una bellissima isola. Le rivolgiamo questo appello accorato e vorremmo evitare di fare l’elenco delle irregolarità per cui, in questa nota, ci limiteremo ad elencare le cose che non vanno. Le discussioni sulle irregolarità le rimandiamo ad altre sedi più opportune; sono tutte questioni che i nostri concittadini potrebbero non apprezzare, non capire, stretti come sono dai problemi del quotidiano e ritenerle solo schermaglie tra avversi schieramenti politici, fini a se stesse. Perciò rivolgiamo direttamente a lei ed ai Consiglieri Comunali della maggioranza questo invito: per quello che non è stato fatto fino ad oggi, per le inadempienze, colpevoli e non colpevoli, si impone un esame di coscienza, a partire principalmente da lei sig. sindaco. A lei in particolare va tutta la responsabilità della precaria situazione della nostra comunità.

Stia certo che non ci fa piacere essere costretti a rimarcare i danni che Ventotene subisce dalla vostra inerzia. Tuttavia, riteniamo che tutti gli isolani e primi fra tutti i consiglieri comunali, ne devono avere, invece, piena consapevolezza e senso di responsabilità.

E allora ci sembra doveroso, e per noi istituzionalmente corretto, rimarcare e portare all’attenzione di tutti quanto segue

  • Fallimento della “raccolta differenziata” : – ha un costo sproporzionato per le dimensioni del territorio e per il numero degli abitanti (perfino voi lo avete attestato in atti ufficiali ma ancora non provvedete); sull’isola, otto mesi all’anno il numero degli abitanti presenti si aggira tra le 180/250 persone; un minimo di accordo con altri comuni avrebbe potuto consentire, già da tempo, di mantenere la stessa qualità del servizio ad un costo diminuito della metà. Che cosa aspettate per agire e prendere i dovuti provvedimenti? Che cosa vi trattiene? Ci piacerebbe saperlo e brancoliamo nel buio più totale.
  • Fallimento della “illuminazione pubblica” : – allo stesso modo, i cittadini di Ventotene, dal tramonto in poi, sono “prigionieri dell’oscurità” e per più della metà dell’isola, nonostante l’arrivo in passato di oltre un milione di euro di finanziamenti per il rifacimento e l’ammodernamento della rete di illuminazione pubblica, le strade illuminate decentemente restano solo un’aspirazione inappagata, laddove, con un minimo sforzo, riteniamo che si potrebbe realizzare uno dei pochi compiti affidati ad un’amministrazione comunale degna di questo nome.

Possibile che il buio è talmente pesto che nemmeno voi riuscite a vedere la situazione disastrosa? I cittadini di Ventotene chiedono troppo a voler sapere come sono stati spesi un milione di euro senza essere riusciti a risolvere l’annoso problema?

  • Fallimento della “politica turistica ed occupazionale” : possibile che non vi accorgete minimamente di tutte le risorse che Ventotene è in grado di offrire? Non riusciamo a comprendere come il turismo, anziché fare un passo avanti, sia mano a mano regredito al punto che oggi Ventotene è ritornata ai livelli di oltre 30 anni fa. Non ha pregio cercare giustificazioni nella crisi economica generale, perché in questo modo dichiarate solo la vostra incapacità ad affrontare i problemi. Ne è prova la vostra inettitudine a ridare a Ventotene il patrimonio di spiagge, che è stato il fiore all’occhiello dell’isola, che ha garantito prosperità e benessere alle passate generazioni e che la vostra inerzia ha dilapidato con assoluta noncuranza. Avete una straordinaria capacità, ve lo riconosciamo, nell’individuare e realizzare opere totalmente inutili, ma dal costo elevato, che nulla aggiungono in termini di miglioramento dell’offerta turistica e cura del territorio. Tutto ciò si traduce in un generale impoverimento della comunità ventotenese, che ha visto crollare il valore degli immobili, negli ultimi dieci anni, ben oltre la media nazionale, ed in una perdita dei livelli occupazionali. Se malauguratamente rimarrete alla guida del paese continuerete a trovare scuse per la vostra incapacità o vi adopererete per offrire soluzioni? E se non è troppo di disturbo volete discuterne con i cittadini? Chissà, ascoltandoli, forse da essi potreste raccogliere buone idee e imparare qualcosa.
  • Fallimento del “servizio fornitura acqua”: con la medesima sagacia, avete letteralmente regalato ad Acqualatina S.p.A. oltre 600 utenze, senza nulla chiedere in cambio! Avete trasferito impianti ed attrezzature, senza chiedere garanzie certe sulla qualità del servizio e sul contenimento tariffario. Molti cittadini si sono chiesti: perché allora firmare un contratto senza negoziare condizioni di favore per gli utenti?

Da ultimo è stato anche concesso alla società Acqualatina S.p.A. l’uso di un locale di proprietà comunale senza canone di affitto: al danno anche la beffa! Sia chiaro a nulla valgono le vostre pretestuose argomentazioni circa la inevitabilità del passaggio di gestione ad Acqualatina S.p.A., perché noi vi contestiamo l’assoluta incapacità a negoziare condizioni di favore per gli isolani. Con un’arrendevolezza quanto meno incomprensibile, con un solo tratto di penna, avete rinunciato, senza colpo ferire, a far valere le sacrosante ragioni dei Ventotenesi, addirittura riconosciute da due leggi statali che facevano carico allo Stato del costo del trasporto dell’ approvvigionamento idrico per l’isola. Chi ne guadagna da questa operazione? Che cosa ne guadagnano i cittadini di Ventotene a causa della vostra inerzia?

  • Fallimento del “trasporto marittimo: la stessa inerzia che avete dimostrato nella gestione dell’acqua pubblica è il tratto distintivo anche riguardo alla politica dei trasporti. Tant’è che non abbiamo visto un solo reclamo provenire dall’amministrazione comunale in merito al disservizio del trasporto marittimo. In totale ed inaccettabile disprezzo, sia per l’isolano che per il turista, si consente l’utilizzo di qualsiasi carretta del mare o bagnarola del mediterraneo, senza limiti di età, senza la verifica della sussistenza delle caratteristiche tecniche minime per la sicurezza e la stabilità della navigazione a canale aperto, senza pretendere nemmeno il rispetto del livello minimo dell’igiene di bordo e della qualità del servizio, pur sapendo che le distanze dell’isola dalla costa sono tra le 29/35 miglia e che il servizio è reso per una località turistica.

Eppure sarebbe compito del Comune monitorare e garantire la perfetta attuazione del diritto alla mobilità dell’isolano e garantire l’accoglienza del turista, risorsa vitale, fin dal momento dell’imbarco per l’isola. Non ritenete che sia compito vostro pretendere che i finanziamenti erogati dalla Regione Lazio e destinati al trasporto da e per Ventotene debbano garantire qualità ed efficienza del servizio? Il vostro silenzio prolungato ed assordante a chi giova? La vostra colpevole acquiescenza ha prodotto benefici per l’isola o solo per alcuni soggetti?

  • Fallimento della “Riserva Terrestre e Marina di Ventotene” (A.M.P. e R.N.S.): una preziosa opportunità vanificata da una politica miope e centrata su personalismi, in luogo di azioni programmatiche di ampio respiro. L’assenza totale di visione e coordinamento da parte della attuale amministrazione comunale ha determinato il fallimento dell’attuale dirigenza della Riserva, certamente non ascrivibile, come qualcuno ritiene, solo alla giovane età ed all’inesperienza di chi ricopre quel ruolo.

Detto questo, onde evitare di scaricare tutte le responsabilità su unico soggetto, che pure ha le sue colpe (dov’era quando il depuratore sversava impunemente liquami nell’unica spiaggia fruibile?), allora non è più sensata una selezione rigorosa del candidato, e prima ancora di bandire un concorso fasullo, come quello bandito ai sensi dell’art. 110 del TUEL, formulare un programma serio e responsabile, condiviso da tutti i cittadini chiamati in consultazione, con l’obiettivo del rilancio delle innumerevoli risorse che l’isola offre ed all’attuazione del quale il vincitore del concorso si deve vincolare? Oppure siamo davanti ad un premio di natura diversa? Ma purtroppo questo premio non ci serve a niente e danneggia anche chi lo riceve!

  • Fallimento dell’ ”impianto di depurazione”: lo specchio della scarsa incidenza della Riserva Terrestre e Marina di Ventotene sulla realtà isolana è il depuratore, che con il suo malfunzionamento non solo non aiuta a far decollare l’economia isolana, ma affossa le speranze di rilancio degli imprenditori turistici, che devono sopportare le giuste lamentele dei loro clienti e addirittura hanno visto annullate molte prenotazioni nella passata stagione balneare. Non è certamente a noi che può essere ascritto l’insulto olfattivo che regna sovrano sull’isola in alcuni giorni, tuttavia, quali componenti del Consiglio Comunale ci sentiamo interpellati dalla problematica e addirittura ce ne vergogniamo. Auspichiamo un nuovo corso dell’amministrazione per intervenire urgentemente e risolvere il problema; cosi potremo di nuovo camminare a testa alta tra i turisti che, nonostante tutto, ancora apprezzano la nostra isola. E allora cosa aspettate ad intervenire? Forse, adesso che siamo in inverno, avete dimenticato che esiste il problema? Già perchè a molti di voi non capita di dover ascoltare le rimostranze dei bagnanti, chiusi come siete nel vostro inespugnabile e nebbioso castello. Siamo sicuri, invece, che i nostri amici imprenditori, che ingiustamente subiscono le critiche e gli strali dei loro clienti vorrebbero da voi un’azione decisa e risolutiva, ma ripongono in voi una vana speranza, perché se aveste saputo trovare un rimedio l’avreste già fatto. L”unica azione che siete stati in grado di porre in essere è stata quella di accelerare il trasferimento dell’impianto ad Acqualatina S.p.A., ma questo, sappiatelo, non elimina né le vostre pregresse mancanze né vi esime dal trovare una soluzione al problema nell’immediato. Dunque, vi chiediamo, avete un’idea di quali interventi programmare o come al solito preferite affidarvi all’improvvisazione?
  • Fallimento della “scuola”: tutte le vostre incapacità ed inefficienze hanno come risultato finale quello di peggiorare la qualità della vita dei residenti e di esasperare il disagio sociale che si riverbera in particolar modo e con conseguenze inaccettabili sui bambini che frequentano la scuola dell’obbligo, costringendo molte famiglie ad abbandonare l’isola per assicurare ai loro figli un servizio scolastico degno di un paese civile. I bambini sono i più indifesi e quelli che meritano la maggiore attenzione. Dite di aver fatto qualcosa per loro, ma i risultati dove sono? Ai genitori che vi chiedono di fare di più per i loro figli, voi rispondete che non ci sono risorse.

Ciò è falso e serve solo come scusante alla vostra indifferenza ed alla insensibilità nei confronti del problema. Ma le famiglie lo devono sapere: voi avete il dovere istituzionale di intervenire e loro il diritto di pretendere per i loro figli la migliore istruzione. Possibile che siete capaci solo di pensare ad opere faraoniche ed inutili (vedi tunnel) e non vi ponete minimamente la necessità di intercettare risorse finanziarie messe a disposizione dalla Regione e dallo Stato per migliorare la qualità della vita dei vostri concittadini?

Rilevata la lunga serie di fallimenti a voi ascrivibili, ci assalgono altri timori

  • ex Carcere di Santo Stefano

Suscita una grande ilarità, signor Sindaco, sentirla affermare che ella sarebbe stato addirittura in grado, “con un semplice scambio di battute”, in quei pochi minuti in cui ha avuto l’occasione di parlare con il presidente del Consiglio di convincerlo ad incrementare la dotazione iniziale del progetto da 50 milioni addirittura ad 80 milioni! A tal proposito la invitiamo a leggere l’articolo apparso sulla Stampa il 5 febbraio 2016, dove si evince chiaramente che né lei né la sua amministrazione ha alcun merito, sia nel caso arrivassero 50 milioni sia nel caso ne arrivassero 80. Inutile sottolineare che noi speriamo che tutto ciò si traduca in fatti concreti, ma nel contempo ci conforta sapere che l’investimento non passerà per le vostre mani, perché non basterebbero né 50.000.000 di euro né 100 anni di lavori, come dimostrano la durata e le vicende tecniche e finanziarie relative all’appalto per la realizzazione del parco archeologico, che sono l’emblema del vostro modus operandi;

  • disavanzo di bilancio

Dopo che avete approvato un bilancio in pareggio per l’esercizio finanziario 2015, aver anche speso l’avanzo che dichiaravate con tanto orgoglio di possedere, come se niente fosse, a seguito delle nostre contestazioni circa il disavanzo palese e non palese ma certamente visibile e non nascondibile a chi osserva attentamente e con scienza, avete pronunciato “ops! ci siamo sbagliati, è vero siamo in disavanzo di euro 514.000”. Qui basti solo ricordare che il disavanzo è ben maggiore e che la copertura trentennale che avete fantasticamente immaginato non è consentita dal diritto positivo vigente. Il timore che ci assale è che alla fine il disavanzo reale porterà inevitabilmente il Comune alla dichiarazione di dissesto con tutte le conseguenze negative sui ventotenesi. Noi faremo quanto è nelle nostre possibilità e prerogative per scongiurare questa sciagura. I ventotenesi devono sapere che un fatto è certo: non potrà essere certamente l’amministrazione responsabile del buco finanziario quella che potrà evitare questo disastro. Se vorrete, siamo disponibili a discutere in un pubblico confronto sulle cifre e sull’erronea applicazione della normativa in materia.

SIAMO DISPONIBILI , ALTRESI’, A CONFRONTARCI SULLE SOLUZIONI DA DARE AI PROBLEMI; NOI SAPREMMO COME FARE, perché solo con dedizione, senso di responsabilità ed accoramento, verso l’isola ed i suoi abitanti, spendendo con giudizio ed onestà le risorse finanziarie attivabili è possibile porre rimedio ai grandi disastri perpetrati nella vita dell’ isola in questi ultimi dieci anni.

Lo ribadiamo, occorre porre rimedio con urgenza agli scogli affioranti sulla spiaggia Calanave, occorre ripristinare la fruibilità di Calarossano, risolvere il problema dei reflui dispersi sugli scogli del faro e nelle acque limitrofe; recuperare tutti gli arenili (un moggio di terra, Calabattaglia , Parata grande , Calanave,…) che circondano l’isola e dei loro accessi da terra, perché sono patrimonio ambientale ed economico importantissimo per l’isola; occorre recuperare un potere negoziale, a cui colpevolmente si è abdicati, nei confronti di Acqualatina SpA, portare, finalmente, la Tassa sui rifiuti a livello congruo con il servizio svolto, e cosi cessare definitivamente il dissanguamento dei Ventotenesi; occorre garantire l’effettivo diritto alla mobilità dei Ventotenesi rivendicando un sistema dei trasporti moderno ed efficiente; occorre corredare ogni angolo dell’isola, fosse anche il più remoto e sperduto, di un impianto di illuminazione pubblica funzionante e moderno; occorre iniziare e prendersi realmente cura dei nostri anziani, dei bambini applicando tutte le politiche abilitanti ad affrontare con serietà il disagio sociale che si aggrava sempre di più.

NOI SAPREMMO COME INTERCETTARE LE RISORSE FINANZIARIE NECESSARIE e, solo per fare un semplice esempio, eliminando le varianti in corso d’opera, vostro modo solo per incrementare il costo delle opere, daremmo un moltiplicatore agli interventi attivabili con i ribassi d’asta e le economie a consuntivo. I ventotenesi sappiano che di tutto quanto qui esposto e di altro ancora chiederemo conto e ragione nei prossimi Consigli Comunali ed in tutte le altre sedi che il nostro sistema istituzionale mette a disposizione.

E’ auspicabile, signor Sindaco, che lei prenda atto di una linea politica fallimentareSe fossimo nell’ambito del diritto civile, lei, in quanto al vertice dell’ente, dovrebbe sentire il dovere di portare, come suol dirsi, i libri in Tribunale per non aggravare la sua posizione. Portando il discorso in ambito amministrativo, l’unico comportamento assimilabile a quello sopra descritto sono le sue doverose dimissioni.

A noi sembra che la sua vicenda politica possa essere letta in questa chiave: rassegnare le dimissioni a qualcuno potrebbe apparire come un gesto di debolezza, ma in realtà così non è. Anzi lei dimostrerebbe, alla fine, di aver avuto il coraggio di porre termine ad un’esperienza oramai giunta al capolinea. Soltanto persone legate al proprio personale tornaconto potrebbero farle credere il contrario, spingendola a proseguire su una strada irta di rischi sotto molteplici punti di vista, la cui gravità a lei certamente non sfugge.

Ci creda, ponendo la parola fine a questa esperienza deludente e remissiva, prima che tutto le cada di nuovo addosso, più come vittima del gruppo che la esprime, piuttosto che come artefice principale, ella darà prova di essere ancora capace di uno scatto d’orgoglio, di saper prendere reale coscienza delle situazioni, di avere rispetto per l’istituzione, che nel ben e nel male rappresenta, e potrà ancora convogliare una stima maggiore sulla sua persona ed attenuare l’immagine dannosa, che, volente o nolente, purtroppo porta con sè, verso la nostra isola.

IL GRUPPO DI OPPOSIZIONE CONSILIARE

         “BUONA ONDA”

Fonte: H24Notizie

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Ventotene: si parte?

Geppino Assenso con le valige

Geppino Assenso con le valige

Ventotenesi, credo che sia
meglio per me cominciare
a tirar giù la valigia.
Anche se non so bene quando,
e neppure conosca cosa mi attende
se la galera o i domiciliari.

Sicuri segni mi dicono,
da quanto m’è giunto all’orecchio
di questi luoghi, ch’io
dovrò presto lasciare questo mia amato comune.
Vogliatemi perdonare
quel po’ di disturbo che vi ho recato .
Con voi ho fatto il bello e brutto tempo
e molto vi sono grato, credetemi
per avermi sopportato per 11 anni.

Dicevo, ch’era bello stare
insieme ai voi mie cari guitti
Ma devo lascarvi
È giunto il mio tempo.
Congedo a voi guitti e saltimbanchi
Congedo a voi , ragazzine
Morte in giovane età
congedo a voi che avete le case popolari senza nessun requisito
Congedo voi marinai per tre mesi
Congedo voi ventotenesi che vi ho offesi di mille ingiurie
Congedo te o ventotene che ti ho ridotto ad una fogna
Congedo te Provenzano
Congedo te portaborsa e tutto quello che ho fatto per te

Ora che più forte sento
stridere nel cuore il freno di 11 anni spesi a rovinare questa isola,
vi lascio
davvero. Ventotene . Addio.
Di questo, sono certo: io
son giunto alla disperazione
calma, senza sgomento.
Scendo. Buon proseguimento

Tratto da una poesia di Giorgio Caproni

Fonte: TeleFree

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Ma S. Stefano è proprietà privata!

Orazio Ciardo proprietario di S. Stefano

Orazio Ciardo proprietario di S. Stefano

La giacca a coste di velluto marrone e il Corriere della Sera in mano, Orazio Ciardo, 55 anni di Napoli è a Ventotene, nella piazza davanti al Comune dove tutti, rappresentanti delle istituzioni civili e militari, politici, cronisti, gente comune si sono radunati per il pranzo dopo il grande evento. Ore 13 di ieri, 30 gennaio 2016: la prima pietra di un progetto di 80 milioni di euro, simbolicamente, è stata appena posata dal premier Matteo Renzi e lui Ciardo non è voluto mancare. Sarà poi uno dei tanti ospiti della piazza, come tutti del resto in attesa di poter ritornare sul continente. E’ solo, si serve al buffet con signorile eleganza. La gente del posto sa chi è, ma ai tanti giunti sull’isola per partecipare all’evento il suo volto non dice nulla. E invece è… il padrone di casa.

Santo Stefano, isola privata al 90%

Possiede 28 dei 30 ettari di superficie dell’isola di Santo Stefano sulla quale il Governo ha appena detto di voler restaurare il carcere borbonico in un centro di formazione di studi europei. Nulla quaestio, ci tiene subito a precisare: “I due ettari sui quali c’è l’antico carcere sono demaniali, pubblica è la strada d’accesso”. “Sono venuto a Ventotene – ci confida – per capire meglio la faccenda”. Suo padre nei primi anni ‘90 ha acquistato da privati, persone originarie di Ventotene ma che vivono stabilmente altrove, diversi lotti sui quali insistono ruderi, un’abitazione malconcia e sette ammassi di pietre, piccoli fabbricati rurali. Il tutto su 28 ettari di terreno. Quanto spese suo padre? “Questo è di poco conto”, risponde con garbo Ciardo, che gestisce le proprietà della sua famiglia.

Santo StefanoUn “vezzo” prigioniero dei vandali

“Mio padre – dice – in cinquant’anni di lavoro nel settore immobiliare ha saputo realizzare molto. L’acquisto delle proprietà sull’isola di Santo Stefano sono da considerarsi un vezzo. Voleva ristrutturare l’abitazione per trascorrere qui qualche giorno d’estate”. E perché non lo ha fatto? “I lavori erano stati conclusi – risponde -. Robetta minima, mi creda. Tutto nella piena regolarità dei vincoli che, intendiamoci, non ricadono solo su Santo Stefano ma anche su Ventotene. Quel tanto che poteva servire a restituire la vivibilità di poche stanze, compreso il servizio igienico”. E allora cosa è successo? “E’ successo che in quegli anni – prosegue il suo racconto – l’isola del carcere, senza alcuna sorveglianza, è stata meta assidua di cacciatori. Noi ci siamo ritrovati con le stanze, appena restaurate, devastate da azioni di vandalismo puro. Chi pensa che abbia ridotto così il carcere borbonico? Il tempo e l’incuria avranno avuto i loro effetti, ma le sbarre divelte sono state utilizzate per le grigliate con cacciagione. Abbiamo ritenuto che restando disabitata, per quasi tutto l’anno, non valesse la pena riparare i danni correndo lo stesso rischio”.

L’occasione per recuperare l’investimento

Chiediamo a Ciardo se con il centro di formazione promesso dal Presidente del Consiglio dei Ministri e comunque con il restauro del carcere finalizzato anche ad un incremento delle visite sull’isola i suoi ruderi, oggi vigilati da un custode privato, possano tornare “utili”. La risposta è affermativa. Lo spera vivamente.

L’ipotesi dolorosa dell’esproprio

Signor Ciardo, se la espropriassero? “L’esproprio, dolorosissimo – afferma -, lo si subisce. Nessuna opposizione conta davanti all’interesse pubblico”. Nel 2008 l’isola di Santo Stefano è stata dichiarata Monumento nazionale e nel 2013 Patrimonio storico-artistico dell’Europa: non è che la sua proprietà, visto che il “titolo” riguarda l’isola, ha assunto una valenza demaniale? “Non ci è stato mai notificato nulla”, afferma con sicurezza Ciardo che aggiunge: “La Regione Lazio deliberò, non ricordo in questo momento l’anno esatto, un esproprio. Ma noi non ne avemmo mai notizia nella forma dovuta. Solo per sentito dire e allora feci io una ricerca tra gli atti pubblicati. La cosa ora risulta essere decaduta”.

Il possibile utilizzo dei ruderi

Ciardo ha finito il suo lunch sotto il sole tiepido e assapora il caffè buono preparato dal barista di Lucca che ora vive a Ventotene 11 mesi all’anno. Ci sta tutto dopo una giornata con l’Europa… in casa. Ventotto ettari di terreno con sopra otto fabbricati rurali, sia pure ruderi, gli costano parecchio in termini di Imu. La sua speranza è di monetizzare, finalmente, l’investimento di famiglia costato chissà quanto. Perché quando si parla di cifre, Ciardo sorvola. Pensa ad una casa per gli studenti che Renzi ha detto di “convogliare” con il progetto per l’Europa, a delle strutture a servizio del centro di formazione, a qualsiasi altro utilizzo per rivalutare la proprietà in decadenza più del carcere borbonico. L’occasione per lui si fa interessante e per questo ha mollato la sua Napoli per un sabato in pieno inverno da trascorre a Ventotene. Ci saluta con cortesia e sparisce tra la folla.

Fonte: LatinaCorriere.it

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Se ci fosse stato Beniamino…

Beniamino Verde

Beniamino Verde

La nostra piccola isola ponziana ha finalmente vissuto il suo momento storico con la visita di Renzi che ha voluto rinnovare lo spirito di un’Europa unita, proprio lì dove è nata dalle idee di Altiero Spinelli, Eugenio Colorni, Ernesto Rossi, Riccardo Bauer e altri che negli anni ’41 e ’42 diedero vita al Manifesto di Ventotene, al Movimento Federalista europeo e più esattamente all’ideale di un’Europa Unita.

In quella minuscola e brulla isola, battuta da venti tra i più violenti del Mediterraneo e quindi a quei tempi irraggiungibile se non per confino, i più preparati e intelligenti tra i circa 800 uomini segregati e privati di ogni libertà dal regime fascista, riuscirono a produrre idee innovative di libertà e di democrazia. Per allontanare ogni guerra tra stati era necessario unirsi, scrivevano mentre le chiavi che li isolavano dal mondo intero giravano nella toppa e le regole dei loro movimenti, sorvegliati da più di 350 uomini armati, erano rigide e ferree. Ma nonostante la forzata inerzia, l’idea e la visione europeista democratica e libera da dogmi, ferveva.

Non tutti i confinati erano a Ventotene. Altri erano nell’isoletta di fronte, all’ergastolo di Santo Stefano. Qui vi arrivarono anche Pertini, Bresci, Terracini, Spaventa e altri. “La piccola isola di Santo Stefano sottolinea nella sua circolarità, l’incubo dell’ergastolo, lo concentra anziché dilatarlo, porta alla sua radice, insoluto, il problema dei tanti carceri di cui, dai Borboni in poi, si costellarono le belle isole italiane” scrive Gin Racheli, milanese, ex manager industriale che cominciò a visitare le isole italiane, scrisse libri, e poi si fermò a lungo proprio a Ventotene.

Matteo Renzi a S. Stefano

Matteo Renzi a S. Stefano

Ho conosciuto Gin. Ero all’inizio del mio percorso giornalistico. Scrivevo per Latina Oggi, quotidiano della provincia nato da poco, e poiché con la mia famiglia e alcuni amici, decidemmo di andare a fare le vacanze a Ventotene, avvisai la redazione. Scrivici tanti articoli, mi disse il direttore Mauro Benedetti. Lo presi sul serio. Arrivata lì cominciai a sentire, intervistare, raccontare, annusare…non trascuravo nulla. Divenni amica di Beniamino Verde, persona straordinaria e sindaco indimenticato dell’isola, nemico di ogni speculazione edilizia e che difendeva i luoghi incontaminati davvero con furore. Tanto che, mi confessava, anche i suoi beni deperivano. La voleva intatta e rude. Era già preso da questa idea che quando arrivò Gin Racheli per conoscere e quindi scrivere un libro sulle isole ponziane, si trovarono subito in sintonia e d’accordo su tutto. Gin decise di fermarsi lì.Ogni mattina era in Comune dietro una scrivania a scrivere con la sua inseparabile pipa.

Ricordo quando nel cinquantesimo anniversario del Manifesto arrivò Spadolini. E io scrivevo…scrivevo…scrivevo. Non devi scrivere troppo, mi diceva Beniamino, sennò qua non ci salviamo più. Verranno in troppi e l’isola perderà il suo aspetto rustico. Temeva infatti che potesse diventare come Ponza. Lo diceva a me e all’amico e collega Carlo Picozza che scriveva per Repubblica.

Continuai a scrivere di quei luoghi anche dopo le vacanze. Molti pensarono che io vivevo lì. Ma era Gin che mi avvisava e anche altri. Mi chiamavano per dirmi che l’acqua era finita e le navi- cisterne non arrivavano, o per raccontarmi che il portellone dell’aliscafo, una volta arrivati al porto non si era aperto e tutti si erano dovuti calare dai lati per raggiungere la terra ferma o altro ancora. Un’isola fascinosa che ammalia, questa è Ventotene. E oggi Renzi l’ha onorata. Certo ha trovato il carcere in uno stato vergognoso, ha detto. Ha promesso un recupero e un progetto culturale. Vuole che diventi una foresteria per la formazione dei giovani europei. Un rilancio in grande stile, dunque. Chissà come l’avrebbe presa il mio amico Beniamino Verde?

Fonte: Il Fatto Quotidiano

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Assenso mercanteggia con Renzi, e su Sara e Francesca neanche una parola…

Renzi e Assenso a S. Stefano

Renzi e Assenso a S. Stefano

È raggiante il sindaco Giuseppe Assenso per aver strappato 30 milioni in più a quanto preventivato inizialmente dal governo per Ventotene e Santo Stefano.

“Oggi (ieri per chi legge) è una giornata storica. Ritengo che il progetto annunciato dal presidente Matteo Renzi e che riguarda sia il carcere di Santo Stefano che l’Isola di Ventotene parta da oggi. Sono promesse, le ritengo promesse ma sono sicuro andranno a buon fine. Durante la visita a Santo Stefano il premier mi ha chiesto una cifra per l’eventuale recupero del penitenziario. Un progetto che abbiamo qui prevedeva una cifra attorno agli 80 milioni di euro. Inizialmente quando il premier doveva arrivare a Santo Stefano si parlava di 50 milioni di euro, dopodiché, si è consultato anche con il ministro (Dario Franceschini, ministro dei beni culturali). Sono convinto che dopo tante promesse questa rimane quella buona…”. Nel suo discorso alla stampa Renzi ha specificato che la somma sarà stanziata nel tempo per tranche, contenute in più di una delibera del Cipe.

Per Assenso una giornata dai due volti. Mentre gongolava, ieri c’era chi invece masticava amaro. Bruno Panuccio padre di Sara, quattordicenne deceduta ad aprile 2010 a seguito del crollo di una parete tufacea sovrastante la spiaggetta di Cala Rossano insieme alla coetanea Francesca Colonnello, non le manda certo a dire. Al loro arrivo sull’isola Assenso e Renzi sono passati a pochi metri dal luogo della tragedia, ma non c’è stato nemmeno un accenno a quei fatti, per i quali è in corso un procedimento giudiziario che coinvolge anche il comune di Ventotene.

Sara Panuccio

Sara Panuccio

“Al sindaco di Quarto – si è affidato Panuccio ai social network – è bastato essere indagata per essere cacciata a calci, mentre il sindaco di Ventotene, condannato in primo grado per l’omicidio di Sara e Francesca, oggi farà passerella in pompa magna, accanto al presidente del consiglio Renzi, e lo vedranno attraverso i media milioni di italiani. Due pesi e due misure ed il peso e la misura li danno le amicizie. Se avesi voluto oggi gli avrei potuto facilmente rovinare la festa. Sarebbe bastato presentarmi con venti amici e quattro striscioni e “prendermi” le telecamere e la loro attenzione. Ma lo lascio recitare in pace. Come attore è un fenomeno nella parte del buon amministratore. Ma tenga bene in mente che tra realtà e finzione, la prima verrà a galla e che ognuno ne sarà testimone”.

Fonte: TempoReale.info

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Ventotene, 80 milioni per recuperare il carcere degli antifascisti

Matteo Renzi a S. Stefano

Matteo Renzi a S. Stefano

L’Italia si prepara a celebrare i 60 anni della nascita della Comunità europea e parte dalla riqualificazione della prigione dell’isola di Santo Stefano. Dove furono rinchiusi alcuni padri del Risorgimento e, durante il Ventennio, Pertini e Terracini. Ma anche Spinelli, Rossi e Hirschmann che qui scrissero il loro manifesto, embrione dei trattati del 1957.

Oggi è un rudere sull’isolotto di Santo Stefano, a poche miglia di mare da Ventotene. In passato è stato un carcere borbonico, dove il regno rinchiuse padri del Risorgimento come Silvio Spaventa e Luigi Settembrini. Ma soprattutto la prigione dei più brillanti antifascisti, rinchiusi qui durante il Ventennio: tra gli altri Altiero Spinelli e Ernesto Rossi, il futuro presidente dell’Assemblea Costituente Umberto Terracini, il futuro presidente della Repubblica Sandro Pertini. Fu lì che Spinelli e Rossi, insieme a Ursula Hischmann, scrissero il Manifesto di Ventotene, un documento che fu l’embrione dell’Europa. Ora il governo vuole recuperarlo e farlo diventare, dice il presidente del Consiglio Matteo Renzi, un luogo simbolo per la formazione dei giovani d’Europa e del Mediterraneo, in collaborazione con le più grandi istituzioni universitarie europee. Un progetto con un portafogli da 80 milioni di euro per far nascere una “foresteria dove formare l’elite della classe dirigente che governerà l’Europa nei prossimi decenni”. Così l’esecutivo avvia il percorso delle celebrazioni, il prossimo anno, dell’anniversario della firma dei trattati istitutivi della Comunità europea del 1957.

Oggi in quel carcere c’è solo una targa a ricordare che fra quelle mura spoglie. “Un luogo simbolo, ridotto in condizioni indicibili, inaccettabili” ha detto Renzi che sabato ha visitato Ventotene insieme al ministro per la Cultura Dario Franceschini

Oltre 200 celle disposte a ferro di cavallo intorno alla torre centrale, progettato sul modello del Panopticon del giurista Jeremy Bentham, che consentiva un controllo totale dei detenuti. La cella numero 36 (4,5 per 4,2 metri) ospitò Pertini. Dopo la fine del fascismo, il carcere è stato utilizzato per detenuti comuni. Dopo la chiusura, nel 1965, la struttura è stata abbandonata: le porte sventrate, le brandine arrugginite gettate sui pendii dell’isolotto. Una colonna è crollata mesi fa. Venerdì scorso sono iniziati i lavori di messa in sicurezza, poi partirà un bando europeo per il restauro.

31 agosto 2017, centenario della nascita di Spinelli, Renzi tornerà a Ventotene per presentare il progetto di formazione e la parte che sarà completata dei lavori di restauro. “Bisogna evitare i crolli – ha affermato oggi il premier – in un luogo simbolo della forza delle idee contro repressione e odio. Ma poi occorre costruire il futuro, qui come in Unione Europea”. Un altro messaggio mandato verso la Bruxelles dei 28.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

 

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Renzi sa chi lo accoglierà a Ventotene?

Matteo Renzi

Matteo Renzi

Il presidente del consiglio Italiano Renzi, insieme al ministro dei Beni culturali Franceschini e il presidente della Regione Zingaretti il 30 gennaio andrà a Ventotene , l’isola dove grazie a Spinelli, Rossi e Colorna è stato idealizzato il famoso ” Manifesto di Ventotene” dove si concepiva l’unione Europea.
Ventotene l’isola che ha segnato la storia dell’Europa, un isola ricca di testimonianze di epoche che dagli antichi Romani fino ai nostri giorni è il simbolo della civiltà e di una storia che continua a parlare alle generazioni di ogni tempo.
E vicino c’è ex ergastolo di Santo Stefano, che prima di esser confinato a Ventotene, ha ospitato un gradissimo presidente della Repubblica quel Sandro Pertini, ex partigiano e grande antifascista , ma che può essere considerato il simbolo della cattiveria umana nei confronti dei propri simili che se anche colpevoli di reati innominabili sempre uomini.

Geppino Assenso

Geppino Assenso

Ma sorge spontanea una domanda, ma il presidente Renzi sa veramente quali sono le condizioni di chi vive in quest’isola ,che dovrebbe essere benedetta oltre che dalla storia da Dio?.
Sa chi è veramente l’attuale sindaco di Ventotene e da chi è circondato?
A questo punto forse conviene rivolgersi, anche se siamo sicuro che Renzi non leggere queste nostre parole, rivolgerci direttamente al Presidente del Consiglio, per spiegare in linea di massima cosa è diventata oggi Ventotene.
Caro Renzi, Ventotene da più di 10 anni è amministrata o per meglio dire governata da un sindaco imputato per omicidio colposo e abuso d’ufficio e da una cricca di amministratori che non fanno altro che pensare a riempire le proprie tasche.
DA dieci anni Ventotene ormai non FA Più PARTE DELL’UNIONE EUROPEA, ma di una paese extracomunitario di quelli del più profondo sud dell’Africa.

1) I collegamenti non funzionano!! Non si sa quando si parte né quando si arriva, tutto ormai è in mano ad un manipolo di persone che fanno il brutto e bel tempo (più brutto diremo) su una delle più importanti realtà oggettiva che contribuiscono a rendere vivibile un isola, con il benestare del nostro amato sindaco, che più che dire non posso fare niente , non fa.
2) Spiagge non esistono più, l’unica spiaggia che c’è, è compressa in una muraglia di cemento armato e tutto questo per non cercare soluzioni che tengono conto dell’ambiente e della realtà turistica.
3) la fogna continua a esalare il suo odore E LAS TAGIONE ESTIVA SI STA AVVICINANDO e nonostante
l’accordo con Acqualatina per risolvere i problemi, oltre a far aumentare le tariffe dell’acqua non è stato risolto niente.
4) Strade rotte e dissestate
5) Luci Insistente
6) Strada per il cimitero chiusa perché PRONTI I NOSTRI AMMINISTRATORI AD INCASSARE ALTRI SOLDI PER APRIRE UN’ALTRA STRADA.
7) Scuole che non funzionano e non ci sono più bambini.
8) ANZIANI LASCIATI A LORO STESSI IN UNA COMUNITA’ DI 200 PERSONE.

9) CONTINUO SPOPOLAMENTO DELL’ISOLA perche’ NON CI SONO POSTI DI LAVORO E QUEI POCHI POSTI SONO STATI DATI DA UN UNICO IMPRENDITORE CHE FA PARTE DELL’OPPOSIZIONE DI BUONA ONDA.
E NON CI SONO LE MINIME CONDIZIONI PER VIVERE UNA VITA NORMALE A VENTOTENE.
Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana RENZI
Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana RENZI
E carissimo Renzi l’elenco potrebbe continuare all’infinito, adesso volete ristrutturare il carcere di Santo Stefano, ma avete mai pensato a noi poveri isolani che continuiamo a vivere un eterno ergastolo? Qual è la vostra proposta quella di lasciare la nostra isola in mano ad un infingarda amministrazione, pluri imputata, anche se non in modo definitiva, di fare quello che vogliono e di continuarsi a riempire le tasche?
Carissimo Renzi i VENTOTENESI haNNO bisogno, di vivere UNA VITA NORMALE.
Hanno bisogno di avere strutture e servizi efficienti, ti vogliamo ricordare che VENTOTENE fa parte dell’Europa e no furi dell’europa, non siamo extracomunitari o anche noi dobbiamo diventare tali per avere qualche diritto di vivere un esistenza normale?
Vieni a vedere d’inverno cosa è Ventotene, senza far squillare le trombe davanti a te, senza portare poliziotti e vedrai cosa è veramente quest’isola, in confronto l’ergastoLO di Santo Stefano era in villaggio Valtour.
C’è un solo negozio alimentare, che a volte non si trova niente, un solo panettiere, che grazie a Dio riesce ancora a rimanere aperto.
Bar, Risoranti chiusi PER NON PARLARE DI SERVIZI CHE IN TERRAFERMA SONO UNA COSA NORMALE AVERE.
Carissimo Renzi, lo so che non leggerai mai queste righe, perché tu pensi a glorificare l’Europa, ma in questo luogo dove l’Europa è nata, noi non ci sentiamo Europei e nemmeno extracomunitari perché loro hanno più servizi e agevolazioni di noi, ma dei poveri animali in estinzione.
Quindi Caro Renzi, PRIMA DI STRINGERE LA MANO AL SINDACO ASSENSO, PENSA BENE A CHI LA STAI STRINGENDO O ALMENO LAVATI SUBITO LA MANO DESTRA!
Buona visita PRESIDENTE DEL CONSIGLIO RENZI.

Fonte: TeleFree

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Ventotene e S. Stefano: finalmente un progetto di largo respiro!

Il penitenziario di S. Stefano

Il penitenziario di S. Stefano

“Salvare il carcere borbonico di Santo Stefano, vuol dire tutelare un pezzo importante della storia nazionale ed un simbolo forte dei diritti civili negati agli uomini liberi”. In un articolato studio, redatto qualche anno fa, da un gruppo di lavoro coordinato dall’ex assessore regionale Giovanni Hermanin, aggiornato ed integrato dal prof. Antonio Impagliazzo, sul recupero e la destinazione dell’ex carcere borbonico che ospitò esuli, patrioti e confinati, da Spaventola a Settembrini, da Pertini, a Spinelli e Terracini, vengono rinvigoriti i principi della moderna democrazia e dell’Europa dei popoli.

L’occasione è l’imminente visita a Ventotene del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il quale, accompagnato dal Ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini e dal Governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, proprio nel trentennale della morte di Altiero Spinelli, dall’isola del “Manifesto”, lancerà un nuovo messaggio per un’Europa libera ed unita, che torni ad essere terra di speranza e di accoglienza e non quella dei banchieri e dei burocrati.

Altiero Spinelli

Altiero Spinelli

Non a caso, parlare di Ventotene significa, per forza di cose, allungare l’occhio su Santo Stefano e viceversa: due lembi di terra cinti dallo stesso mare e pregnanti di storia, di sofferenze e di valori ideali. Se infatti Santo Stefano ed il suo carcere, al cui interno sono stati rinchiusi non solo ergastolani, ma uomini di straordinario spessore umano, culturale e civile, che hanno accettato con dignità l’umiliazione della carcerazione, per difendere la libertà di pensiero, rappresenta il “luogo simbolo” dei diritti negati ai cittadini ed ai popoli, Ventotene con il “Manifesto” di Spinelli, Rossi e Colorni non intende promuovere unicamente l’unità dei popoli verso un destino politico comune, ma rappresenta il luogo simbolo “degli uomini liberi”, costituendo, entrambe le isole, la testimonianza più concreta per i federalisti e per tutti i cittadini europei.

E dunque, un percorso comune, che trova in Ventotene e Santo Stefano una comune origine, non solo naturalistica, ma soprattutto ideale, costante germoglio di libertà e di speranza in un futuro migliore, sia per l’Italia, che per l’Europa.

Da qui, l’idea di integrare le due isole in un unico ambizioso progetto che contempli, oltre al resto, anche il tema dell’integrazione europea nel suo sviluppo storico, nella sua applicazione quotidiana e nelle sue possibili evoluzioni future, poichè, un piano organico di rivalutazione e rilancio delle due isole, anche dal punto di vista culturale e della ricerca, non può prescindere da quell’aspetto europeo che costituisce tanta parte della loro immagine.

L'isolotto di S. Stefano

L’isolotto di S. Stefano

Dichiarato, nel 2008, “monumento nazionale”, con Decreto del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e “patrimonio storico-artistico dell’Europa”, nel 2013, l’isolotto di Santo Stefano è uno scrigno di storia e di architettura al cui interno possono trovare ospitalità diverse iniziative. Ogni futura destinazione d’uso richiede, tuttavia, uno studio profondo, saggio e rispettoso, che ne preservi l’impianto originario e non ne comprometta l’anima architettonica e spirituale, valorizzandone le proporzioni e mantenendo inalterata la sua intrinseca bellezza.

Proprio per questo, l’obiettivo dell’intervento, che sarà finanziato essenzialmente con fondi europei, attraverso il Mibact, così come anticipato dal premier Renzi, dovrà essere modulato in una serie di step che prevedano, innanzitutto, il consolidamento statico e la messa in sicurezza dell’intero complesso monumentale, con il miglioramento dei sentieri e degli accessi, il recupero dei depositi idrici minimi ed una prima dotazione elettrica; procedendo, quindi, al restauro conservativo della struttura ed infine, decidendone finalità ed uso, con la previsione di due sezioni basilari: quella di Santo Stefano, dedicata ad attività di documentazione e quella di Ventotene, finalizzata ad attività integrative e complementari.

In pratica, lo studio, nella prima sezione, prevede di destinare Santo Stefano a “Centro museale internazionale dei diritti dell’uomo”, ospitando un moderno museo dedicato alla sua storia e, più in generale, alla storia del sistema penitenziario, con la presenza di installazioni multimediali interattive che rievochino i principali aspetti della vita quotidiana all’interno del carcere, o tematiche particolari.

Unitamente al recupero di alcuni locali, come la cappella, le cucine, l’infermeria e gli alloggi delle guardie, la struttura dovrebbe, insomma, essere trasformata, almeno in parte, in un museo dotato di un allestimento stimolante, in grado di rivolgersi soprattutto ai giovani ed al mondo della scuola, con precise finalità didattiche e divulgative.

Progetti di questo tipo, del resto, sono già stati realizzati ed un esempio significativo è quello di Forte Belvedere in Lavarone (TN), una fortezza austro-ungarica risalente agli inizi del ‘900, gravemente danneggiata durante il primo conflitto mondiale e recentemente restaurata, in cui è stata allestita una suggestiva esposizione dedicata alla Grande guerra.

Confinati a Ventotene. Aliterò Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni ed altri

Confinati a Ventotene. Aliterò Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni ed altri

Nell’ambito del museo, uno spazio specifico dovrebbe essere poi dedicato al periodo del confino politico, sia a Ventotene, che a Ponza ed in tale prospettiva, sarebbe di particolare interesse il recupero dell’archivio dei relativi documenti, attualmente collocato presso l’Archivio di Stato di Latina, unitamente all’archivio del carcere di Santo Stefano, che, al momento della sua dismissione, è stato trasferito presso la casa circondariale di Cassino, dove risulta in stato di abbandono.

Nella seconda sezione, l’isola di Ventotene, dovrebbe fungere da coordinamento organizzativo e logistico per le diverse iniziative, con attività formative e di convegnistica su tematiche mirate, alla ricerca ed alla tutela dell’ambiente marino e terrestre che già dal 1999, è Area di tutele e di Riserva statale (marina e terrestre) e classificata, assieme alle altre isole pontine, Sito di importanza comunitaria e Zona di protezione speciale.

Per rendere più credibile ed attraente tale progetto, potrebbe risultare fondamentale offrire un forte incentivo, in termine di immagine, all’Unione Europea. Verificare cioè la possibilità, da parte del Governo italiano, limitatamente alle porzioni demaniali dell’isola di Santo Stefano, di proporre alla Commissione europea l’idea di trasformare tali aree in un “territorio dell’Unione Europea”, il primo su base permanente. Potrebbe essere questo un atto di riconoscimento del ruolo svolto storicamente dalle due isole nel processo di integrazione europea ed un forte segnale della volontà dell’Italia di continuare ad essere un convinto sostenitore dell’Unione Europea.

La Riserva Naturale Statale di Ventotene

La Riserva Naturale Statale di Ventotene

Ovviamente, un progetto integrato come quello suggerito, vista la sua complessità, non può essere condotto con successo dagli enti locali interessati (Comune, Provincia, Regione o altri), sia per motivi finanziari che burocratici. Il sostanziale fallimento di tutte le iniziative avviate in passato per il recupero di Santo Stefano dimostra l’assoluta necessità di ricercare un “coordinamento” nelle massime istituzioni del nostro Paese, in primo luogo, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Presidenza della Repubblica ed i Ministeri competenti (Beni ed Attività Culturali, Giustizia, Ambiente) e delle istituzioni dell’Unione Europea (Commissione e Parlamento).

La molteplicità di profili coinvolti – quello storico-architettonico, quello europeo, quello ambientale e naturalistico – e le considerevoli risorse economiche necessarie all’attuazione del progetto suggeriscono di considerare con favore l’istituzione di un organismo di diritto civile dotato di autonomia gestionale, quale una fondazione, nel cui patrimonio far confluire finanziamenti pubblici, privati e comunitari.

Si potrebbe ipotizzare, ad esempio, la creazione di una “fondazione di partecipazione”, un modello spesso utilizzato per favorire la collaborazione tra enti pubblici e soggetti diversi, dotato di una forte componente associativa ed aperto all’adesione successiva di più partecipanti.

Una “Fondazione pro-Santo Stefano”, dunque, per un’ottimale realizzazione degli obiettivi statutari, oltre alle più importanti istituzioni nazionali ed europee, alla Regione Lazio ed al Comune di Ventotene, dovrebbe comprendere altri soggetti, pubblici e privati, interessati alla salvaguardia dell’isola, dei suoi monumenti e dei valori culturali, sociali ed umani che essa esprime.

Fonte: H24 Notizie

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Ventotene: passerà mai ‘a nuttata?

Una caricatura del sindaco Assenso

Una caricatura del sindaco Assenso

Buon 2016 sindaco Giuseppe Assenso e buon anno a tutta la tua amministrazione, a Voi che amministrate quest’isola, Ventotene, cosa può augurarvi un povero Ventotenese messo in croce dalla vostra “illuminata” amministrazione?

Non voglio augurarvi niente di male, solo che il 2016 vi porti un po’ d’intelligenza e lungimiranza per capire che ormai il Vostro tempo è finito.
Non siete riusciti in dieci e dico “dieci anni “di amministrazione a fare una sola cosa buona per Ventotene.

Carissimo sindaco, ti sei ricandidato dopo dieci anni, con una tragedia lasciata alle spalle come se niente fosse, che non vogliamo giudicare perché non siamo giudici, ma come uomo e come cristiano, come tu ti professi, ti dovresti guardare nello specchio ogni mattina e pensare: ma sono degno io di essere il sindaco di quest’isola? E la mia coscienza come risponde ai padri di quelle due bambine morte nel 2010?
Caro Sindaco Assenso! Hai ridotto quest’isola un luogo dove l’inverno non passa mai, non sei riuscito a creare un minimo di aggregazione, anzi hai messo te e la tua amministrazione contro tutti!.

Chi non ti ha votato non lo saluti nemmeno! Ti sembra questo il comportamento di un sindaco, e soprattutto di un cristiano, ma soprattutto ti sembra il comportamento di una persona civile? Non eri tu, carissimo Sindaco Assenso, che all’insediamento hai detto che eri il sindaco di TUTTI??

Non ti stiamo qua a elencare i mille e più problemi che assillano Ventotene, che speriamo, e diciamo speriamo, tu sappia; ma forse noi crocifissi di Ventotene è meglio che ogni tanto te li ricordiamo. Non vogliamo che un domani tu possa dire ” io non sapevo niente” non c’ero e se C’ERO non vedevo e non sentivo come è nel costume della tua stirpe.

Quest’isola che doveva essere un gioiello in mano alla tua amministrazione è diventata un cumulo di letame, e anche se è vero che sul letame – come dice il grande De Andrè – nascono fiori, i fiori sono nati solo per i tuoi compari di merenda, per chi ti sta intorno, per chi ha approfittato della tua carica per arricchirsi e per i poveri Ventotenesi che si sono venduti per un tozzo di pane.

Intorno hai portaborse, cecchini, guitti, giullari e saltimbanchi: chi si vende per uno stipendiuccio fisso, chi per un una finestra da aprire, chi per qualche metro in più di appartamento o per qualche mese di lavoro.

Caro Sindacuccio, in conclusione ti ricordo i problemi che assillano Ventotene, che tu o Voi come volete, in 10 anni non avete risolto. E quello che vi elenco è solo la punta dell’iceberg! Perché andando a fondo forse non riusciremo più a risalire dal budello della corruzione e dell’immondizia che la tua, Vostra amministrazione, ha creato.

1) La nuova stagione estiva si sta avvicinando, ma la fogna continua a esalare il suo odore, hai fatto l’accordo con Aqualatina per risolvere i problemi, ma oltre a far aumentare le tariffe dell’acqua cosa hai risolto?

2 ) Mancanza di illuminazione! Non c’è luce la sera e i poveri Ventotene devono solo sperare nella luna piena, e a meno di non essere LICANTROPI non fa piacere, per andare in campagna.
Per non parlare del centro di Ventotene, di piazza Castello! Volete fare tutto di nascosto perché forse volete continuare a spartirvi quel poco che è rimasto da spartire di Ventotene, nel buio del municipio e soprattutto nel buoi della vostra coscienza?

3 ) Strade in disfacimento, che si rischia di cadere.

4) Vogliamo parlare dei collegamenti? A parte dare le biglietterie ai tuoi nipoti cosa altro hai fatto? Non si sa quando si parte e soprattutto non si sa quando si arriva.

5 ) Le spiagge non esistono più! Ma in fondo a te che interessa!! Tu e i tuoi compari non avete bisogno delle spiagge per andare avanti, avete bisogno solo di avere tanti appalti pubblici e creare strutture che non appena costruite già sono in rovina, come la stazione marittima al porto, oppure il centro polivalente. E quanti soldi ci sono costati, o meglio vi siete divisi?

6 ) La strada per il cimitero è chiusa da anni perché tu carissimo sindaco E IL TUO COMPARE DI MERENDA avete altri interessi! Dovete costruire un’altra strada, dal costo di circa 600.000 euro, ed esser pronti ad intascarli.

E l’elenco potrebbe continuare, e continuare ancora a lungo,
Ma ci fermiamo qua.

Vogliamo solo dare un breve accenno ai tuoi guitti, scusa ai tuoi consiglieri, ma soltanto ai più rappresentativi di un amministrazione, pardon volevo dire accozzaglia di varia umanità che ti circonda:

Il vicesindaco Cataldo Matrone

Il vicesindaco Cataldo Matrone

1 VICESINDACO – l’uomo del sì, obbediente, sempre pronto ad accendere la miccia, dall’aspetto fiero, grande latin lover, ma ormai anche per lui è venuto il momento di andare a riposo. Oltre che sembrare un duce in miniatura e fare il passo dell’oca, la sua cultura è pari a quella del gallo nel pollaio.

Assessore al turismo Daniele Coraggio

Assessore al turismo Daniele Coraggio

2 ASSESSORE AL TURISMO – ci deve ancora spiegare, oltre che farsi fotografare e avere il sorriso smagliante, cosa sa fare? Il simbolo del traditore, capace solo di vendersi. Prima all’opposizione e amico del padre di una delle ragazze morte nella tragedia è diventato adesso, dopo aver passato il guado, un fervido sostenitore di Assenso. Si sente a posto?
Ma anche per lui sta per passare il tempo. È scaduto il suo tempo. E speriamo che non abbia la faccia tosta di fare un altro salto della quaglia.

Il consigliere comunale Umberto Assenso

Il consigliere comunale Umberto Assenso

3) Il Nobile nipote del sindaco, discendente della nobile stirpe degli Assenso, più pescivendolo che consigliere comunale, sempre pronto a difendere il suo amato sindaco a spada tratta (o a pesce spada tratta, sempre congelato però!!). Si sa buon sangue non mente. Ma più che a diventare di un rosso violaceo non riesce a fare, a mala pena riuscendo a balbettare qualche parola.

E degli altri guitti e saltimbanchi non vale nemmeno parlarne come diceva il Sommo poeta (Dante Alighieri, per informare il Vicesindaco): non ragionar di loro, ma guarda e passa…

Carissimo sindaco Assenso, ti auguriamo un buon 2016 e speriamo che nella calza della Befana, oltre al quintale di carbone che tu e la tua amministrazione avete ricevuto sicuramente, carbone di pessima qualità perché non siete nemmeno degni di ricevere quello buono, troviate un barlume di lucidità per decidere seriamente di lasciare il vostro pseudo potere. Ti auguriamo anche di incominciare a fare pubblica ammenda dei tuoi 10 e più anni di un amministrazione che – con un eufemismo – definire “disastrosa” è poco, anzi forse parlare di amministrazione è una cretinata, forse è meglio definirla un circo, una macchina mangiasoldi, capace di riempire le tasche dei guitti e dei saltimbanchi che, sotto un enorme, tendono recitano la loro parte!!

Buon Anno Sig.re SINDACO Assenso

Fonte: TeleFee

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Auguri di Buone Feste

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