Se ci fosse stato Beniamino…

Beniamino Verde

Beniamino Verde

La nostra piccola isola ponziana ha finalmente vissuto il suo momento storico con la visita di Renzi che ha voluto rinnovare lo spirito di un’Europa unita, proprio lì dove è nata dalle idee di Altiero Spinelli, Eugenio Colorni, Ernesto Rossi, Riccardo Bauer e altri che negli anni ’41 e ’42 diedero vita al Manifesto di Ventotene, al Movimento Federalista europeo e più esattamente all’ideale di un’Europa Unita.

In quella minuscola e brulla isola, battuta da venti tra i più violenti del Mediterraneo e quindi a quei tempi irraggiungibile se non per confino, i più preparati e intelligenti tra i circa 800 uomini segregati e privati di ogni libertà dal regime fascista, riuscirono a produrre idee innovative di libertà e di democrazia. Per allontanare ogni guerra tra stati era necessario unirsi, scrivevano mentre le chiavi che li isolavano dal mondo intero giravano nella toppa e le regole dei loro movimenti, sorvegliati da più di 350 uomini armati, erano rigide e ferree. Ma nonostante la forzata inerzia, l’idea e la visione europeista democratica e libera da dogmi, ferveva.

Non tutti i confinati erano a Ventotene. Altri erano nell’isoletta di fronte, all’ergastolo di Santo Stefano. Qui vi arrivarono anche Pertini, Bresci, Terracini, Spaventa e altri. “La piccola isola di Santo Stefano sottolinea nella sua circolarità, l’incubo dell’ergastolo, lo concentra anziché dilatarlo, porta alla sua radice, insoluto, il problema dei tanti carceri di cui, dai Borboni in poi, si costellarono le belle isole italiane” scrive Gin Racheli, milanese, ex manager industriale che cominciò a visitare le isole italiane, scrisse libri, e poi si fermò a lungo proprio a Ventotene.

Matteo Renzi a S. Stefano

Matteo Renzi a S. Stefano

Ho conosciuto Gin. Ero all’inizio del mio percorso giornalistico. Scrivevo per Latina Oggi, quotidiano della provincia nato da poco, e poiché con la mia famiglia e alcuni amici, decidemmo di andare a fare le vacanze a Ventotene, avvisai la redazione. Scrivici tanti articoli, mi disse il direttore Mauro Benedetti. Lo presi sul serio. Arrivata lì cominciai a sentire, intervistare, raccontare, annusare…non trascuravo nulla. Divenni amica di Beniamino Verde, persona straordinaria e sindaco indimenticato dell’isola, nemico di ogni speculazione edilizia e che difendeva i luoghi incontaminati davvero con furore. Tanto che, mi confessava, anche i suoi beni deperivano. La voleva intatta e rude. Era già preso da questa idea che quando arrivò Gin Racheli per conoscere e quindi scrivere un libro sulle isole ponziane, si trovarono subito in sintonia e d’accordo su tutto. Gin decise di fermarsi lì.Ogni mattina era in Comune dietro una scrivania a scrivere con la sua inseparabile pipa.

Ricordo quando nel cinquantesimo anniversario del Manifesto arrivò Spadolini. E io scrivevo…scrivevo…scrivevo. Non devi scrivere troppo, mi diceva Beniamino, sennò qua non ci salviamo più. Verranno in troppi e l’isola perderà il suo aspetto rustico. Temeva infatti che potesse diventare come Ponza. Lo diceva a me e all’amico e collega Carlo Picozza che scriveva per Repubblica.

Continuai a scrivere di quei luoghi anche dopo le vacanze. Molti pensarono che io vivevo lì. Ma era Gin che mi avvisava e anche altri. Mi chiamavano per dirmi che l’acqua era finita e le navi- cisterne non arrivavano, o per raccontarmi che il portellone dell’aliscafo, una volta arrivati al porto non si era aperto e tutti si erano dovuti calare dai lati per raggiungere la terra ferma o altro ancora. Un’isola fascinosa che ammalia, questa è Ventotene. E oggi Renzi l’ha onorata. Certo ha trovato il carcere in uno stato vergognoso, ha detto. Ha promesso un recupero e un progetto culturale. Vuole che diventi una foresteria per la formazione dei giovani europei. Un rilancio in grande stile, dunque. Chissà come l’avrebbe presa il mio amico Beniamino Verde?

Fonte: Il Fatto Quotidiano

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6 risposte a Se ci fosse stato Beniamino…

  1. Il dubbio e il sospetto scrive:

    Cara Vincenza io avevo fatto la ricerca su Google.Ma il fatto che hai citato queste fonti non sta a dimostrare proprio nulla.Rimane il fatto che a Ventotene Luca Bosso non esiste,ma esiste Luca Bosco.Rimane il fatto che sei male informata e che il sindaco non era diretto a Roma,ma a Latina dal Prefetto e poi questo articolo e’stato scritto l’8 settembre 2010 ed hai scritto che il sindaco Beniamino Verde era morto dieci anni prima.In realta’il sindaco mori’undici anni prima nel luglio del 1999.Quindi è fasulla sia la tua firma sia quello che hai scritto in questo commento sul giornale La Stampa.Mi sa che devi fare un ripasso degli avvenimenti passati accaduti a Ventotene.

  2. Vincenzo scrive:

    Su questo sito è ancora più precisa l’informazione

    http://www.lastampa.it/2010/09/08/cultura/opinioni/lettere-al-direttore/lomicidio-del-sindaco-vassallo-e-il-coraggio-di-essere-onesti-PM4UJIlePqd2N7sm9EEAKI/pagina.html

    L’omicidio del sindaco Vassallo e il coraggio di essere onesti
    http://www.lastampa.it/2010/09/08/cultura/opinioni/lettere-al-direttore/lomicidi...
    08 set 2010 – La morte del sindaco di Pollica per mano camorrista mi fa tornare in mente il … ci indica quanto coraggio e che difficoltà comporti essere onesti e retti. Ieri l’abbiamo messa nelle prime due pagine del giornale perché … del Paese siano sottratte al controllo dello Stato e alla legalità. … + lettere al direttore …

  3. Rimembranze scrive:

    Cliccate e verificate

    http://archivio.lastampa.it/m/articolo?id=c92dd6786b5454dfd5fd8f30b9b72793c55d335a

    lettere al direttore – Archivio – La Stampa
    archivio.lastampa.it/m/articolo?id…
    08 set 2010 – … Pollica per mano camorrista mi fa tornare in mente il mio sindaco, Beniamino Verde, anche lui morto in circostanze violente mentre si recava …

  4. La carta stampata scrive:

    Il direttore del giornale La Stampa nel 2010 era Mario Calabresi,figlio del commissario Luigi Calabresi ucciso nel 1972.Il direttore Calabresi creò una rubrica interattiva intitolata “Lettere al direttore”con cui i propri lettori attraverso Internet avrebbero potuto scrivere le proprie opinioni sulle notizie che accadevano.Effettivamente l’otto settembre 2010,nella rubrica “Lettere al direttore”c’era la notizia di cronaca relativa alla morte del sindaco di Pollica Angelo Vassallo che era stato ucciso tre giorni prima.Però tra i commenti di coloro che scrissero le proprie opinioni in merito ci furono:Gianluca Verzulli,Anonimo,Lexandros,Piera Segretraversa,Guidomoriotto,La pasionaria bianca,re,Claudio Campagnola,Anonimo Anziano,Pier-Paolo,Mimma,Ave Messenz,Alice48 e Laura.Non c’è nessun commento di LUCA BOSSO VENTOTENE (che guarda caso è scritto tutto in maiuscolo come fa una certa persona che sputa nel piatto dove mangia) e non c’è nessun riferimento alla tragedia che causò la morte dell’ex sindaco Beniamino Verde e del vice sindaco Nino Montano.Potete verificare ciò che dico andando sul motore di ricerca Google e scrivete Lettere al direttore La Stampa 8/9/2010 scorrete leggermente in basso e aprite le pagine 1-La Stampa e 2-La Stampa.

  5. Il dubbio e il sospetto scrive:

    Cara Rimembranze,vedo che sei male informata.Il sindaco Beniamino Verde e il vicesindaco Nino Montano,non erano diretti a Roma,bensì a Latina dal Prefetto,ad una riunione sul tema dei trasporti e dei rifiuti.Ormai per me sei come un libro aperto ed è inutile che ti nascondi dietro profili anonimi maschili o femminili.Vuoi fare la furba,ma con me caschi male.Ti ricordo che a Ventotene esiste la famiglia Bosso,ma non c’è nessuno che si chiama Luca,mentre nella famiglia Bosco esiste un ragazzo che si chiama Luca Bosco.Allora tu hai sostituito la c con la esse.E poi un’altra tua abitudine è quella di scrivere articoli di giornale,articoli di legge o riscrivere vecchi articoli pubblicati sul blog,di cui molti sicuramente sono scritti da te su telefree.Quando la smetterai di fare la falsa sindacalista e la falsa paladina della giustizia?

  6. Rimembranze scrive:

    La morte del sindaco di Pollica per mano camorrista mi fa tornare in mente il mio sindaco, Beniamino Verde, anche lui morto in circostanze violente mentre si recava dieci anni fa a Roma per difendere presso il ministero dell’Ambiente l’integrità del suo territorio: l’isola di Ventotene. Questi due uomini erano accomunati da una passione e da un senso della legalità che ormai sono introvabili tra gli amministratori italiani. Entrambi sapevano dire di no alle speculazioni, ed entrambi sono morti. Spero anche che questa non sia la fine di un sogno per tutti coloro che ancora credono nell’onestà e nella buona amministrazione pubblica.
    LUCA BOSSO VENTOTENE

    opinioni
    La Stampa
    lettere al direttore 8/9/2010

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