Ventotene e lo scandalo dei rifiuti

Francesco Perretta, direttore dell’area protetta di Ventotene

Ancora una volta l’immondizia è finita in mare.
È bastata la prima sciroccata autunnale a far volare dentro il porto i rifiuti accumulati nella cosiddetta “isola ecologica” sulla banchina. E così le limpide acque della oramai ex perla del Mediterraneo si sono trasformate, per l’ennesima volta, in una pattumiera a cielo aperto.
Il problema dei rifiuti sembra essere irrisolvibile a Ventotene.
L’amministrazione comunale ha incassato oltre un milione di euro negli scorsi anni per istituire un servizio di raccolta differenziata, ma ad oggi questo non esiste, e si continua ad accumulare ‘monnezza’ indifferenziata sulla banchina del porto, alla mercé delle onde, in attesa del camion che la porti in discarica col traghetto, insieme ai passeggeri disgustati dalla puzza.
Dove sono finiti i soldi erogati al Comune? Cosa ci stanno a fare l’assessore all’ambiente e il direttore dell’area marina protetta? Perché non è mai possibile su un’isola di appena 1 km quadrato ottenere un servizio degno di questo nome?
Le risposte si perdono nel vento, come al solito…

Fonte: ProvinciaLatinaTV, TeleFree, Associazione antimafia “A. Caponnetto”

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6 risposte a Ventotene e lo scandalo dei rifiuti

  1. Emma scrive:

    Ventotene, isola del tesoro?
    Un lettore del nostro sito web che abita in una città della Calabria ci ha scritto per esternarci alcune sue considerazioni sulla situazione urbanistica ed ambientale dell’isola e per fornirci ulteriori elementi a supporto della nostra richiesta di una maggiore attenzione da parte degli organi vigilanti.
    Al momento dell’aggressione subita dal rappresentante della nostra Associazione ci siamo accorti di aver toccato… un nervo scoperto.
    Un vero e proprio boomerang per chi eventualmente avesse pensato allora di bloccarci.
    Ventotene ha usufruito nel tempo di vari finanziamenti pubblici, che, da una parte l’hanno aperta a proficui flussi turistici specialmente nel periodo estivo, e, dall’altra, ad un processo di cementificazione e di devastazione dell’ambiente naturale.
    Di vera e propria degenerazione.
    Tanti espropri, peraltro, sembra, non tutti indennizzati e premi di rinvenimento non corrisposti, si dice.
    Accompagnati, peraltro, da abusivismo edilizio, occupazione di aree demaniali, danni all’ambiente, ricerca di aree appetibili, tenuto conto delle ristrette dimensioni dell’isola, che misura appena un chilometro.
    Si è perfino realizzato un distributore AGIP sugli scogli.
    Si sono occupate grotte naturali, abbattuti cameroni, supersfruttato il Porto Romano.
    Tutto avrebbe avuto inizio con il finanziamento del “Parco ed itinerario archeologico per la fruibilità mussale dell’isola”
    Ma chi sono i responsabili?
    Sicuramente coloro che avrebbero dovuto vigilare e non hanno vigilato.
    Sull’isola ci sono presidi di carabinieri, guardia di finanza e guardia costiera, oltre ai vigili urbani.
    La guardia costiera proprio in questi giorni è andata via per non aver trovato locali idonei ad ospitarla. Ma fino a qualche settimana fa c’è stata.
    Decine di uomini, insomma, che non sappiamo se hanno redatto informative al riguardo.
    Vorremmo saperlo dalla Procura della Repubblica, dai loro Comandi Provinciali ed anche dalla Regione Lazio che, malgrado la presenza frequente sull’isola di propri autorevoli rappresentanti, sembra non accorgersi di quanto è accaduto.

    Associazione Caponnetto dicembre 2009

  2. Ulisse scrive:

    I diritti alla salvaguardia dell’ambiente riguardano non soltanto l’umanità presente, ma ancor più le generazioni future.
    Un soggetto di diritto che ancora non esiste.
    Chi si deve costituire rappresentante legale delle generazioni future o parlare in nome della natura ?

  3. Vincenzo scrive:

    Per chi ha voglia di informarsi e formarsi sulla questione dei rifiuti ,riporto un sito dove c’è quanto deliberato in materia dalla Regione Lazio.
    E’ interessante leggere bene tutto perchè ci permette di essere criticamente costruttivi per la tutela dell’ambiente e della nostra salute , bene collettivo e individuale.
    PIANO DI GESTIONE
    DEI RIFIUTI DELLA
    REGIONE LAZIO
    http://cal.regione.lazio.it/binary/prtl_cons_autonomielocali/cal_atti/piano_rifiuti.pdf

  4. Mariacivita scrive:

    A chi credere?

    La differenziata possibile: l’assessore Stefanelli ha illustrato i dati delle singole città, vanno male le più grandi.

    L’amministrazione provinciale prova a smentire le sue posizioni «disfattiste» in materia di rifiuti, fama dovuta ai molti ricorsi contro l’impiantistica e anche contro il piano regionale. Così ieri pomeriggio l’assessore all’ambiente, Gerardo Stefanelli, e il presidente della Provincia, Armando Cusani, hanno presentato il dossier degli investimenti fatti dall’ente negli ultimi tre anni per potenziare la raccolta differenziata, oltre 17 milioni di euro distribuiti come contributi ai singoli Comuni. «E per il prossimo triennio siamo pronti a stanziare altri 12 milioni di euro – ha detto Stefanelli – questo per dire che non facciamo solo battaglie legali e blocchiamo decisioni regionali. Il piano è stato impugnato perché non risolve i problemi, non quelli dell’impiantistica carente per l’umido, non quelli della discarica. Noi chiediamo ai Comuni di investire di più sull’informazione ai cittadini perché la differenziata può salire rapidamente, stimiamo di arrivare alla media del 25% entro l’anno. Ma sarà impossibile su tutto il territorio arrivare al 65% che ci viene chiesto; alcuni Comuni ci riusciranno, specie quelli più piccoli ma nelle città grandi è veramente impossibile. Certo bisogna accelerare e noi siamo pronti ad aiutare le amministrazioni locali cui abbiamo chiesto di presentare progetti idonei, pensando soprattutto agli ecocentri che ora mancano». La fetta più importante di contributi della Provincia per la differenziata è andata a Latina (2,2 milioni di euro).
    Non sono tutti uguali i Comuni, almeno per quanto riguarda l’impegno e i risultati sulla raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani. C’è chi ha fatto straordinari passi in avanti (è il caso di Formia che ha triplicato la percentuale in tre anni), chi è regredito come Gaeta, chi è allo stallo (molto basso) come Aprilia, chi ha visto scendere il proprio tasso perché non ha i soldi per le campagne di informazione, chi supera l’80% come Monte San Biagio e chi non ha mai cominciato come Ponza. Questi i dati del 2011 città per città: Aprilia (6.1%), Bassiano (23,1%), Campodimele (86,1%), Castelforte (44%), Cisterna di Latina (31%), Cori (37,1%), Fondi (17,4%), Formia (32,8%), Gaeta (9,4%), Itri (55%), Latina (32%), Lenola (55,6%), Maenza (47,2%), Minturno (12,1%), Monte San Biagio (86,9%), Norma (65,3%), Pontinia (22%), Ponza 0, Priverno (5,3%), Prossedi (44,1%), Roccagorga (59,1%), Roccamassima (3,5%), Roccasecca dei Volsci (33,4%), Sabaudia (17,2%), San Felice Circeo (9,5%), Santi Cosma e Damiano (47,2%), Sermoneta (72,8%), Sezze (16,7%), Sonnino (55%), Sperlonga (19,4%), Spigno Saturnia (12,2%), Terracina (5,6%), ventotene (40,7%).

    Da “Latina Oggi” del 13 luglio

  5. olimpio scrive:

    perchè ventotene è pure riserva protetta? ma la riserva non era un posto per sistemare gli amici e gli amici degli amici…?? siamo sempre allo stesso punto. il pesce puzza dalla testa

  6. ventotenese scrive:

    ma perchè l’isola quest’anno era pulita? faceva veramente schifo. le strade sporche ,il primo anno che ho visto ventotene sporche a tutte le ore del giorno e della notte.era pulita solo la piazza a prima mattina.

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