Anche la Corte dei Conti indaga sul Comune di Ventotene

Giuseppe Assenso

Indagato per omicidio dalla Procura di Latina che ne ha accertato le colpe per la morte di Sara e Francesca lo scorso aprile (sapeva e non ha agito), attaccato quasi quotidianamente da media e giornali per la pessima gestione del territorio e la scarsa attenzione alla legalità, ora sul collo del sindaco di Ventotene Giuseppe Assenso è caduta un’altra tegola, e di quelle pesanti!

La Corte dei Conti ha infatti bocciato l’amministrazione economica del Comune isolano tra i più piccoli d’Italia: poco più di 600 abitanti su un territorio grande meno di due Kmq. Attraverso la deliberazione della Sezione Regionale di controllo del Lazio n. 64/2010/Prse, i giudici che vigilano su come vengono spesi i soldi nella Pubblica Amministrazione (quelli delle nostre tasse, per intenderci), hanno infatti richiesto formalmente al primo cittadino di Ventotene tutta una serie di risposte riguardo a irregolarità finanziarie e contabili molto gravi, quali – tra le altre – il maggior impegno di spesa rispetto ai fondi presenti, l’utilizzo di entrate straordinarie per coprire quasi un terzo della spesa ordinaria, l’assunzione di personale non rendicontata.

Il sindaco ha tentato di giustificare lo scompenso tra entrate e uscite adducendo «minori entrate previste del settore sociale, con particolare riguardo alla Casa Alloggio per Anziani, a causa del basso numero di ospiti»: come dire che, purtroppo, non ci sono abbastanza infermi sull’isola. Inoltre ha incolpato la Capitaneria di Porto – che nel frattempo è stata costretta a chiudere il proprio presidio sull’isola perché il Comune non ha voluto fornirgli una sede – per le «minori entrate previste derivanti dai servizi turistici portuali, a causa del ritardo nel concedere il necessario nulla osta per l’attivazione della gestione».

Ma non è bastato. E ora il Collegio della Corte dei Conti andrà a fondo, reputando che la situazione riscontrata è «di particolare gravità, e sintomatica di disfunzioni tali che possono far “scivolare”, più o meno consapevolmente, in squilibri cronici e difficili da rimuovere in condizioni di rigidità della spesa».

Tempi duri quindi per il sindaco Assenso, che forse stavolta dovrà proprio dimettersi. E questo sebbene sia stato riconfermato nel suo incarico appena lo scorso marzo, con oltre il 77% dei voti dei suoi concittadini che, come anche lui, a fronte di tanto clamore se ne stanno zitti e buoni aspettando che passi la bufera. Per poi ricominciare a fare tutto come prima, nel disprezzo delle regole, della legge e del territorio.

Fonte: Golfo News

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