Ciao Vincenzo

Ci hai lasciato tanto, tantissimo… Grazie Vincenzo

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Ventotene isola dei furbi (recidivi)

Barche in rada nella baia di Cala Rossano (foto Zanini)

Barche in rada nella baia di Cala Rossano (foto Zanini)

Nella giornata di ieri, a termine di mirati accertamenti, in tema di violazioni della materia del demanio marittimo, i militari della stazione di Ventotene, supportati dal personale della locale Brigata della Guardia di Finanza e della Capitaneria di Porto, hanno deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Latina tre concessionari e detentori di autorizzazioni temporanee per uso specchi acquei ed arenili, avendo gli stessi occupato abusivamente area demaniale marittima. Nello specifico i tre concessionari quali titolari di pontili, concessi per ormeggio ed alaggio delle barche, violavano gli spazi demaniali loro assegnati.
Nell’ ambito dei medesimi controlli i militari elevavano sanzioni amministrative nei confronti di un concessionario per somma complessiva pari ad euro 2000 circa, in quanto ormeggiava un’imbarcazione, benchè fosse superiore ai 18 metri, a ridosso di un pontile.

Fonte: H24 Notizie

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Ventotene: scongiurata la prescrizione per gli imputati dell’omicidio di Sara e Francesca

Giuseppe Assenso, Vito Biondo e Pasquale Romano, gli amministratori locali imputati per la morte di Sara e Francesca

Giuseppe Assenso, Vito Biondo e Pasquale Romano, gli amministratori locali imputati per la morte di Sara e Francesca

Ora è ufficiale: il processo di Ventotene proseguirà con l’udienza del 18 settembre prossimo al tribunale di Latina. Scongiurato quindi il rischio prescrizione paventato con estrema disapprovazione dal padre di una delle due vittime del crollo di Cala Rossano, Bruno Panuccio, che ha minacciato di ricorrere alla Corte di giustizia europea se l’ipotesi del rinvio a Cassino si fosse concretizzata, facendo così ripartire da zero tutte le deposizioni con relativa sostituzione dell’organo giudicante. Un evento che avrebbe di molto prolungato tempi già lenti per la giustizia italiana cosi da far correre il rischio concreto di prescrizione.
Scongiurata anche l’ipotesi tribunale di Terracina che ad un certo punto sembrava profilarsi. Ma a chiarire definitivamente l’equivoco, che ha avuto grande eco mediatica a livello nazionale, è stata il giudice del tribunale di Gaeta Carla Menichetti che in chiusura dell’udienza di ieri ha annunciato di aver trovato l’accordo col presidente del tribunale di Latina affinché la prossima udienza fissata alle 9 e 30 del 18 settembre si svolga nel capoluogo pontino. Una notizia che sancisce in maniera praticamente ufficiale la chiusura della sede gaetana del tribunale provinciale.
Circa 8mila le cause in atto che andranno tutte a Latina fino a che, da settembre, tutti i nuovi procedimenti saranno dirottati a Cassino dove ad attenderli ci sarà già il personale che da Gaeta sarà già stato spostato.
Insomma si tratta del primo annuncio di trasferimento a Latina anche se la decisione ufficiale con tutti i risvolti non si conosce ancora. Ora il vero problema, così come preannunciato anche dallo stesso giudice Menichetti, sarà quello di effettuare tutte le notifiche del caso, più di diecimila. Infatti l’emergenza scatterà proprio a causa del fatto che il lavoro di redazione degli atti dovrebbe avvenire quando il personale sarà già stato trasferito a Cassino mentre i fascicoli saranno a Latina. In attesa dell’ufficialità formale si attendono ora anche tutti i chiarimenti del caso rispetto ai vari risvolti logistici del personale e dei fascicoli.
“Tutti i cittadini di Ventotene sapevano che quei costoni crollavano”. L’affermazione arriva da uno dei due testi nominati dal pubblico ministero Nunzia D’Elia nell’ambito del processo per il tragico crollo di un costone di tufo avvenuto il 20 aprile 2010 e che provocò la morte di Sara Panuccio e Francesca Colonello. Per questo motivo oggi in aula al tribunale di Gaeta la pubblica accusa ha convocato un ex dirigente in organico nella segreteria generale dell’autorità di bacino, l’architetto Bruno D’Amato, e un ex geometra del Genio civile il dottor Mariani. Peraltro i due finirono già nella rose dei dieci indagati all’inizio della storia giudiziaria di questo processo.
Ma per entrare nel merito di quanto accaduto oggi sono stati confermati da entrambi i crolli avvenuti già nel 2004 eppoi nel 2009 alla stessa porzione di costone di tufo presente a Cala Rossano. Ed è stato proprio l’architetto D’Amato a ricordare che il crollo del 2004 era appena sovrastante i crolli del 2009 e quello fatale alle due 14enni di Morena del 2010. E proprio a seguito del crollo del 2004 il sindaco di Ventotene decise di convocare il genio civile per poi svolgere una conferenza dei servizi. “Io stesso – ha affermato il rappresentante dell’autorità di bacino – ho proposto una indagine più approfondita sul crollo nel corso della conferenza dei servizi”. Eppure nulla di tutto ciò accadde se non la constatazione del fatto che il crollo era avvenuto e che qualcosa andava fatto.
Discorso analogo va fatto per le dichiarazioni rilasciate dal geometra Mariani che ricorda il sopralluogo effettuato in quella stessa area sulla quale ci fu una spesa del dipartimento infrastrutture di circa 150mila euro. Una cifra buona per riqualificare la strada sovrastante e i percorsi delle acque fognarie affinché non penetrassero nella roccia. Mentre relativamente al crollo non fu fatto altro se non delle approssimative analisi alla superficie del costone con una sorta di carotaggi superficiali. Anche perché, secondo quanto affermato da Mariani, “il fatto stesso di fare delle analisi più approfondite al costone avrebbe potuto provocare crolli”.
E allora si procedette con una pulitura superficiale del costone. E senza che la relazione finale dell’intervento fosse comunicata al Comune di Ventotene. Tuttavia, secondo quanto ha dichiarato il padre di una delle due giovani vittime, Bruno Panuccio, “il Comune di Ventotene conosce fin dal 2007 il pericolo crolli del 95 percento dell’isola. Lo stesso attuale sindaco Assenso, che in più di un’occasione mi ha dato del bugiardo, dovrebbe ricordare come sulla richiesta di finanziamento di oltre 8 milioni di euro alla Regione Lazio per mettere in sicurezza l’isola ci sia la sua firma. Un documento nel quale si parla di mettere in sicurezza, tra le altre aree, anche proprio Cala Rossano dove sono morte Sara e Francesca con lavori di consolidamento della parete rocciosa e di sistemazione della rete metallica per un totale di poco più di un milione e mezzo di euro”. Lavori mai effettuati.
Ma sulle affermazioni rese in aula proprio da D’Amato il sindaco Assenso ha commentato: “si tratta di affermazioni inesatte e imprecise anche perché fu la stessa autorità di bacino che affermò come quell’area fosse in piena sicurezza e sulla quale non c’era alcun pericolo di crollo. Così come pure la conferma arrivata dal dottor Mariani quando ha affermato che l’amministrazione corale non fu messa al corrente della conclusione dei lavori. Perciò il tragico crollo era imprevedibile”.

Guarda il servizio del TG Lazio andato in onda alle 14.00 del 16/07/2013 su Rai3 dal minuto 4,57

Fonte: H24 Notizie, Il Tempo, La Notizia

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Giustizia per Sara e Francesca? Si, no, forse

20130715-234419.jpgParla Bruno Panuccio, padre di Sara, morta tre anni fa a Ventotene insieme a Francesca Colonnello sotto una fana. Se il Tribunale di Gaeta dovesse chiudere c’è il rischio che tutti gli imputati per omicidio colposo, tra i quali l’attuale sindaco dell’isola Giuseppe Assenso, vengano prescritti.

Guarda il servizio andato in onda sulle reti Mediaset ieri e oggi 15/07/13

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Ventotene: dove il familismo sostituisce la professionalitá

20130713-225644.jpgL’intervento era necessario. Il Comune doveva provvedere tempestivamente perché il cedimento della Grotta dei Passeri rischiava di mettere in pericolo la pubblica incolumità. E così l’amministrazione comunale di Ventotene, per mezzo dei suoi tecnici aveva studiato una strada alternativa per mettere in collegamento Calarossano e Parata Grande.
La realizzazione del progetto necessitava, però, di varie espropriazioni. Diversi i proprietari terrieri della zona si sono visti recapitare, nel gennaio scorso, una missiva nella quale veniva loro comunicato che il Comune avrebbe proceduto all’occupazione d’urgenza dei terreni in esecuzione del decreto di occupazione d’urgenza preordinato all’espropriazione.
Sono quattro i proprietari di appezzamenti di terreno che contro quel provvedimento hanno deciso di presentare ricorso al tribunale amministrativo regionale del Lazio, sezione Latina. O meglio in quattro hanno chiesto l’annullamento della delibera di Consiglio che approvava il progetto e la variante urbanistica, del decreto di occupazione d’urgenza, degli avvisi di esecuzione del decreto, della determinazione con la quale è stato affidato l’incarico di progettazione, della delibera di Giunta con cui è stato approvato il progetto preliminare dell’opera e così dell’autorizzazione dell’Autorità di Bacino e della Regione Lazio, ma anche della direzione regionale Area difesa del suolo, di quello dell’ente gestore della Riserva naturale isole di Ventotene e Santo Stefano.
Alla base dell’impugnativa la violazione di alcuni articoli del Regio Decreto del 23 ottobre del 1925 numero 2537 che specificano le competenze degli ingegneri e degli architetti. Disposizione normativa che precisa come le opere viarie sarebbero di esclusiva competenza degli ingegneri.
Il giudice amministrativo ha meglio spiegato che “il progetto è stato illegittimamente affidato ad un professionista in violazione delle norme che individuano le competenze di ingegneri e architetti, in particolare delle prescrizioni che impediscono a questi ultimi di progettare opere di urbanizzazione primaria, come le opere viarie”.
Il Tar di Latina ha perciò accolto la richiesta dei ricorrenti e annullato la determina di affidamento dell’incarico, delle delibere consiliari di approvazione e ratifica dell’approvazione definitiva, nonché dei decreti di occupazione e d’urgenza.
Resta da vedere, però, quale sarà la reazione dei residenti se e quando l’amministrazione comunale investirà la figura tecnico-professionale idonea a redigere il progetto della strada in questione.
L’urgenza per la realizzazione della strada di collegamento tra Calarossano e via Parata Grande difficilmente farà desistere l’amministrazione dal portare avanti il progetto. Il rischio, infatti, è l’incolumità dei suoi cittadini visto il cedimento della Grotta dei Passeri.

Fonte: H24 Notizie

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Acqua pubblica, anzi no

20130712-234154.jpgCosta cinque milioni di euro all’anno alla Regione Lazio l’approvvigionamento idrico di Ponza e Ventotene. Per questa ragione il consigliere regionale Enrico Forte ha presentato nei giorni scorsi un’interrogazione sulla fornitura e il trasporto dell’acqua nelle isole pontine e sulla possibilità di ridurre i tempi di realizzazione degli impianti di dissalazione programmati dalla Conferenza dei Sindaci dell’Ato 4.
I costi, attualmente onerosi per la collettività, possono essere contenuti “soltanto rendendo autosufficienti le isole con impianti di dissalazione peraltro già programmati dalla Conferenza dei Sindaci dell’Ato 4 e le cui progettazioni sono già state avviate da Acqualatina, gestore del servizio idrico integrato”, dice Forte.
In particolare il progetto definitivo dell’impianto di Ventotene ha conseguito in questi giorni l’approvazione in sede di Conferenza dei servizi ed è in fase di approvazione il progetto preliminare dell’impianto di Ponza. “La loro realizzazione, il cui costo complessivo è stimato in 15,2 milioni di euro, è prevista nel piano degli interventi approvato dalla Conferenza dei Sindaci di Ato 4 con i finanziamenti disponibili nel periodo 2018-2032. Questo significa – prosegue il consigliere regionale pontino – che nella migliore delle ipotesi con l’attuazione di quanto previsto dal piano degli interventi di Ato 4 la realizzazione e la messa in esercizio degli impianti non potrà avvenire prima del 2021/2022 con la conseguenza di mantenere fino a quella data, con oneri a carico della Regione Lazio, la dipendenza delle isole dal trasporto dell’acqua con navi cisterna”.

Fonte: Radio Luna, Latina Today, Corriere della Sera

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A Ventotene lo Stato non esiste più

20130707-015120.jpgGrotte trasformate in appartamenti. Oggi si sta scavando a Punta delll’Arco. Un’altra grotta che sta per diventare appartamento??? Non si sono accorti di niente VV. Finanzieri e Carabinieri???Ventotene, un’isola che dovrebbe essere un paradiso e che, invece, è ridotta come una groviera dalla cecità e dall’egoismo umani e dall’assenza delle istituzioni.
O, peggio, dall’inefficienza delle istituzioni che sanno e non intervengono.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Sono state sfondate grotte per adattarle ed utilizzarle come appartamenti; è stato costruito dapperttutto.
Tonnellate di cemento e di altro materiale edilizio imbarcati sui traghetti dal porto di Formia e sui quali si sarebbero dovuti accendere tutti i riflettori, ma che nessuno ha voluto vedere.
Su quell’isola c’è un clima di impunità davvero impressionante.
Due Vigili urbani, un distaccamento della Guardia di Finanza, una stazione dei carabinieri, il tutto su una superficie ridottissima e che dovrebbero bastare per non far passare nemmeno una mosca.
E, invece, succede di tutto.
Oggi stanno scavando alla grande a Punta d’Arco.
Tonnellate di terra rimossa, friabile peraltro e, quindi, con il rischio che crolli tutto.
Un’altra grotta che si sta trasformando in appartamento, come già è avvenuto per altre due-tre?
Nè Vigili Urbani, né Finanzieri, né Carabinieri si sono accorti di niente?
Che ce la teniamo a fare tanta gente su quell’isola???

Fonte: Telefree, Associazione animafia “A. Caponnetto

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Tunnel di Ventotene, quando l’interesse supera il ridicolo

la Grotta dei Passeri, ipotetico ingresso del tunnel

la Grotta dei Passeri, ipotetico ingresso del tunnel

La Regione Lazio dice no al contestato tunnel di Ventotene, ma gli esponenti del mondo ambientalista laziale cantano vittoria forse troppo presto. L’amministrazione comunale dell’isola, infatti, non ha intenzione di fermare il progetto della galleria da 6 milioni di euro neppure dopo il parere negativo espresso dal Comitato tecnico regionale per i lavori pubblici. «Appalto già assegnato – replica il sindaco Geppino Assenso – l’iter non si ferma».

IL CONTESTATO PROGETTO – In ballo c’è un opera osteggiata da buona parte della popolazione locale: un tunnel che attraversa il tufo alle spalle del Porto Romano (molto franoso per la verità) per consentire il passaggio di mezzi bypassando la banchina dell’antico molo, passando così dal porto al paese (sbucherà vicino al campo da calcio) in un percorso di circa 300 metri. Un impatto enorme per un fazzoletto di terra così fragile come Ventotene: appena un chilometro e mezzo di tufo in continuo sgretolamento. Un dissesto idrogeologico che nel 2010 fu causa, peraltro, della morte di due studentesse romane travolte dal distacco di un costone a Cala Rossano. Ma secondo il comune il tunnel è anche una risposta alla messa in sicurezza del territorio, priorità che di fatto ancora attende una risposta.

Il sindaco di Ventotene Giuseppe Assenso

Il sindaco di Ventotene Giuseppe Assenso

NON CI FERMIAMO – Sotto le minacce di ricorsi da parte delle associazioni ‘green’ e accompagnato dagli anatemi degli isolani che temono per l’avvio di un cantiere così imponente, così come per l’effettiva tenuta del terreno, il Comune ha compiuto quasi indisturbato i propri passi per cercare di realizzare l’opera. E continua a farlo nonostante la bocciatura delle scorse settimane. «Si è fatta un po’ di confusione in questi giorni: il parere del comitato è relativo ad un progetto preliminare. Il Comune – dice Geppino Assenso – ha già inviato le controdeduzioni che saranno esaminate dal nuovo comitato che verrà nominato da Zingaretti. Ad oggi, dunque, non ho elementi per dire che l’opera si farà o meno. Certo è che l’iter va avanti, considerando il fatto che c’è già una ditta incaricata per l’esecuzione dell’opera, appaltata nel 2012».

PROGETTO CARENTE – Una risposta indiretta anche a chi, come Lorenzo Parlati di Legambiente e il consigliere regionale Cristina Avenali, ricordava che il progetto del tunnel era stato definito dall’organismo tecnico «non accettabile ai fini del finanziamento e carente di tutti i presupposti tecnico-normativi necessari». Ma non ha fatto i conti con la caparbietà del sindaco Assenso, che invece quel progetto briga per renderlo finanziabile. Altroché.

Uno dei crolli dell'ultimo anno a Ventotene

Uno dei crolli dell’ultimo anno a Ventotene

PROSSIMO FUTURO – Per quanto riguarda le altre opere in via di realizzazione sull’isola, il sindaco esprime cauto ottimismo sulla realizzazione del campo boe intorno Ventotene, concepiti per evitare gli ormeggi sconsiderati intorno all’isola: «Alla gara hanno risposto due aziende non dell’isola – dice Assenso – e dopo l’apertura delle offerte che avverrà a breve, possiamo sperare di installare le boe per il mese di agosto». Forse uno dei pochi tentativi concreti di abbassare l’impatto della presenza umana per l’isola che doveva diventare la perla dell’ecosostenibilità, mentre appare sempre più come una terra di conquista per affari che forse la danneggeranno senza appello.

Fonte: Corriere della Sera, TGR Lazio (min 12:03), La Provincia

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Pietra tombale sui folli progetti cementizi del sindaco di Ventotene

20130629-231625.jpgDefinitivamente archiviato il progetto di un tunnel faraonico voluto esclusivamente per le macchine e i camion a Ventotene dal sindaco Giuseppe Assenso, che lo aveva paragonato ad un’opera della Roma imperiale.

Guarda il servizio andato in onda sul TG Lazio di Rai3 alle 19.30 del 29/06/13 e su Rainews 24, dal minuto 8:31

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Il lato più oscuro di Ventotene

20130627-003442.jpgIl 4 novembre del 2007 un ragazzo di Ventotene, all’epoca di soli 21 anni, finisce in overdose a Itri. E da qui si apre un’indagine per detezione e spaccio di sostanze stupefacenti che coinvolge tre albergatori della piccola isola tutt’ora sotto processo, insieme ad altri sette, presso il Tribunale di Gaeta.
Davanti al giudice Carla Menichetti è così andato in scena uno spaccato oscuro della vita dell’isola ricostruito sulla base delle intercettazioni telefoniche, proseguite per circa un mese, rilevate dagli agenti del Commissariato di Polizia di Formia che si occuparono dell’inchiesta.
Proprio partendo dal racconto del giovane finito in coma, questi ha testimoniato come quel 4 novembre, insieme a un amico oggi sotto processo per lesioni e abbandono di persona incapace, avesse deciso di dedicarsi un week end di “sballo”. Per questo, una volta approdati a Formia, insieme si diressero verso Scampia dove acquistarono marijuana, eroina e crack da consumare poi nell’abitazione di Itri appartenente alla famiglia del giovane. Insieme a loro, un altro ventotenese anch’egli sotto processo, che però, a detta dell’oggi 27enne, non consumò alcunchè allontanandosi a metà serata.
“Quando due giorno dopo mi sono risvegliato dal coma – ha raccontato – avevo una bruciatura di sigaretta sul dito. E la persona che mi aveva accompagnato a Scampia, mi sono ricordato mi aveva detto che così verificava se una persona era cosciente”
Sospettando che il ragazzo non fosse andato a trascorrere il week end a Roma come aveva precedentemente detto, e sapendo dei suoi problemi di droga, i genitori, ha invece raccontato il padre, cercarono di contattarlo senza riuscirvi. Pertanto decidendo di recarsi a Itri dove erano certi lo avrebbero trovato. Una volta a Formia, incontrarono proprio l’uomo che aveva accompagnato il figlio a Scampia, il quale dichiarò ai genitori che il 21enne dormiva nell’abitazione di Itri. Soltanto che era in coma.
Ricoverato all’ospedale Dono Svizzero, i sanitari riuscirono a salvargli la vita e da qui, come raccontato dall’ispettore intervenuto in udienza, partì l’indagine che, attraverso intercettazioni telefoniche e sequestri di stupefacente, ricostruì tutta una rete di piccolo spaccio tra ventotenesi, tutti spacciatori e quasi tutti consumatori, che si rifornivano a Roma e, soprattutto, a Napoli. E che coinvolse, oltre i dieci sotto processo, altre quattordici persone in veste di assuntori. E altri se ne sarebbero verosimilmente aggiunti se le intercettazioni fossero proseguite oltre l’iniziale mese. Al termine dell’udienza il processo è stato rinviato al prossimo 11 dicembre.

Fonte: H24 Notizie

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