Il lato più oscuro di Ventotene

20130627-003442.jpgIl 4 novembre del 2007 un ragazzo di Ventotene, all’epoca di soli 21 anni, finisce in overdose a Itri. E da qui si apre un’indagine per detezione e spaccio di sostanze stupefacenti che coinvolge tre albergatori della piccola isola tutt’ora sotto processo, insieme ad altri sette, presso il Tribunale di Gaeta.
Davanti al giudice Carla Menichetti è così andato in scena uno spaccato oscuro della vita dell’isola ricostruito sulla base delle intercettazioni telefoniche, proseguite per circa un mese, rilevate dagli agenti del Commissariato di Polizia di Formia che si occuparono dell’inchiesta.
Proprio partendo dal racconto del giovane finito in coma, questi ha testimoniato come quel 4 novembre, insieme a un amico oggi sotto processo per lesioni e abbandono di persona incapace, avesse deciso di dedicarsi un week end di “sballo”. Per questo, una volta approdati a Formia, insieme si diressero verso Scampia dove acquistarono marijuana, eroina e crack da consumare poi nell’abitazione di Itri appartenente alla famiglia del giovane. Insieme a loro, un altro ventotenese anch’egli sotto processo, che però, a detta dell’oggi 27enne, non consumò alcunchè allontanandosi a metà serata.
“Quando due giorno dopo mi sono risvegliato dal coma – ha raccontato – avevo una bruciatura di sigaretta sul dito. E la persona che mi aveva accompagnato a Scampia, mi sono ricordato mi aveva detto che così verificava se una persona era cosciente”
Sospettando che il ragazzo non fosse andato a trascorrere il week end a Roma come aveva precedentemente detto, e sapendo dei suoi problemi di droga, i genitori, ha invece raccontato il padre, cercarono di contattarlo senza riuscirvi. Pertanto decidendo di recarsi a Itri dove erano certi lo avrebbero trovato. Una volta a Formia, incontrarono proprio l’uomo che aveva accompagnato il figlio a Scampia, il quale dichiarò ai genitori che il 21enne dormiva nell’abitazione di Itri. Soltanto che era in coma.
Ricoverato all’ospedale Dono Svizzero, i sanitari riuscirono a salvargli la vita e da qui, come raccontato dall’ispettore intervenuto in udienza, partì l’indagine che, attraverso intercettazioni telefoniche e sequestri di stupefacente, ricostruì tutta una rete di piccolo spaccio tra ventotenesi, tutti spacciatori e quasi tutti consumatori, che si rifornivano a Roma e, soprattutto, a Napoli. E che coinvolse, oltre i dieci sotto processo, altre quattordici persone in veste di assuntori. E altri se ne sarebbero verosimilmente aggiunti se le intercettazioni fossero proseguite oltre l’iniziale mese. Al termine dell’udienza il processo è stato rinviato al prossimo 11 dicembre.

Fonte: H24 Notizie

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