Ventotene: ci manca solo Adinolfi

Succede a ogni appuntamento elettorale: candidature lanciate per far discutere, promuovere posizioni minoritarie che nell’ubriacatura generale possono trovare l’agognato spazio mediatico. Così non passa inosservato l’annuncio di Mario Adinolfi lanciato sui social network: il Popolo della famiglia, partito fondato nel 2016 dal giornalista ed ex deputato Pd, correrà alle amministrative di giugno al Comune di Ventotene.
Il manifesto di Adinolfi
Dopo il tentativo di candidatura a Roma nel 2016, dove il Pdf non ha raggiunto l’1%, ecco la nuova avventura del controverso giornalista, oggi ultracattolico, che figura tra i fondatori del partito democratico, di cui è stato deputato nella XVI legislatura. La spinta del referendum in Turchia offre l’occasione ad Adinolfi di presentare il suo progetto fondato sull’incremento demografico di stampo religioso che possa contrastare quello – altrettanto ideologico – lanciato da Erdogan: «Con un sultano-dittatore incuneato in Europa che al referendum dice di “aver battuto i crociati”, con i venti di guerra che agitano questo periodo post-pasquale e con una notizia importante per il Popolo della famiglia: rappresenterò il nostro movimento alle elezioni amministrative a Ventotene».
Incentivare la maternità
Prosegue Adinolfi nel suo messaggio. «È un’isola-simbolo, di un’Europa che non ci piace, dove c’è voluto un commissario prefettizio coraggioso per varare un primo simil-reddito di maternità: 160 euro per 36 mesi alle mamme. Noi vogliamo raddoppiare il periodo e triplicare gli importi perché Erdogan chiede ai turchi in Europa di fare almeno cinque figli e la risposta dell’Europa deve essere cancellare l’aborto e incentivare la maternità. Questo sarà il nuovo Manifesto di Ventotene del Popolo della Famiglia».

Fonte: Corriere della Sera

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2 risposte a Ventotene: ci manca solo Adinolfi

  1. Maria Civita scrive:

    Povera Ventotene ora rischi di avere anche il sindaco maschilista.
    O Ventotene sei diventata famosa come luogo di esilio per le donne delle famiglie imperiali romane. Qui, infatti, nel 2 a.C. Augusto esiliò la figlia Giulia la cui presenza è testimoniata dai resti di Villa Giulia a Punta Eolo. Nel 29 d.C., l’imperatore Tiberio esiliò sull’isola la nipote Agrippina maggiore, che morì di fame (probabilmente per ordine dell’imperatore stesso) nel 33 d.C. Più tardi l’imperatore Nerone esiliò sua moglie Ottavia, dopo averla ripudiata e aver divorziato da lei con il pretesto di non avergli dato figli.

  2. Stupito scrive:

    Profilo del futuro sindaco:
    «Sono contrario ai preservativi» aggiunge, «non li uso, abbassano il piacere e interrompono il momento»:
    Si sposa all’età di 20 anni con Elena Banzi con cui ha una figlia, Livia si separa dalla moglie dieci anni dopo e infine divorzia. Nel luglio 2013 sposa Silvia Pardolesi presso il Cosmopolitan Hotel di Las Vegas, in Nevada; dalla nuova moglie ha un’altra figlia.
    «La moglie sottomessa cristiana è la pietra fondante» dice, «la pietra su cui si edifica la famiglia. Sottomessa significa messa sotto, cioè la condizione per cui la famiglia possa esistere. Una donna mite.
    Ha passione per il poker
    Ha dichiarato che “Gli animali non vanno in paradiso, non hanno anima” e “Gli occhi del vitellino non mi commuovono, preferisco la scaloppina cucinata bene.

    Cosa vogliamo di più :bacco,tabacco e venere

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