Ventotene, l’isola degli uccelli minacciata dal tunnel

Il luogo dove sono morte Francesca Colonnello e Sara Panuccio

Il gioiello delle Pontine è un’area protetta ad altissimo valore avifaunistico e archeologico. Un territorio fragile e franoso. Ora il Comune vuol costruire un tunnel di 295 metri che aumenterebbe la circolazione delle auto. La protesta di Wwf, Lipu e Legambiente

A un’ora di aliscafo da Formia, Ventotene è un gioiello delle Isole Pontine, naturalistico e archeologico. Poco più di 1 chilometro quadrato e mezzo di estensione, ospita una ricca avifauna durante le migrazioni e splendidi fondali che hanno consentito la creazione di un’area marina protetta. Potrebbe essere un modello per il turismo sostenibile e infatti naturalisti e birdwatchers, sub e amanti della vela di tutta Italia sono innamorati di quest’isola.
Bella e fragile. Un anno fa morirono qui due ragazze per la frana di un costone di tufo e proprio in quell’area, Cala Rossano, dove anche una settimana fa si sono registrati nuovi crolli, il Comune vuole realizzare un tunnel lungo 259 metri. Alcune ditte hanno già risposto al bando pubblicato due mesi fa, attratte dalla “grande opera” del valore di circa 5 milioni di euro.
Per gli isolani più sensibili e per le associazioni ambientaliste Wwf, Lipu e Legambiente si tratta invece di un’opera pericolosa, inutile e costosa dal punto di vista ambientale per un territorio già provato dall’abusivismo, dalla cementificazione selvaggia e dal dissesto idrogeologico.
Appare incredibile che un Comune che ha ricevuto finanziamenti pubblici per sviluppare la mobilità alternativa e l’impiego di mezzi elettrici, dove è stato realizzato anche un punto di ricarica di questi mezzi con pannelli solari, si ingegni per agevolare il passaggio delle auto su un’isola che ha uno sviluppo stradale di 3 chilometri appena.
Ma i 700 abitanti sono in rivolta anche per la piazza principale dell’isola che prima era arricchita da bei giardini dove giocavano i bambini e si poteva sedere all’ombra mentre ora è stata per metà lastricata. “Al tempo dei Borboni l’isola era una lecceta straordinaria, perché ora non si pianta più neanche un albero e quei pochi che ci sono vengono eliminati?” si domanda un operatore turistico che punta il dito anche sugli incendi che colpiscono Ventotene.
Perché non realizzare ad esempio un sentiero naturalistico? L’attrattiva delle piccole isole è legata proprio alla pace che si respira e il turismo naturalistico, uno dei pochi segmenti turistici in crescita, cerca questo. Che è anche la vocazione di Ventotene, un’isola sostenibile già al tempo dei Romani, che avevano escogitato un sistema per approvvigionarsi di acqua potabile e distribuirla sull’isola (e le cisterne sono una delle attrattive archeologiche ancora visitabili).
L’acqua oggi, invece, arriva con una nave cisterna da Napoli con notevoli costi economici e ambientali mentre si parla da tempo di realizzare un dissalatore.

Fonte: La Repubblica, Telefree

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