Ponza e Ventotene alla guerra contro Laziomar, il contestatissimo gestore regionale dei trasporti verso le isole. Il primo cittadino della capitale dell’arcipelago si lamenta per la tassa di sbarco ( 1,5 euro a passeggero) che la compagnia avrebbe dovuto rigirare al Comune, mentre la i cugini di Ventotene presentano un nuovo esposto in procura contro i disservizi.
ACCUSE E MULTA – In una lettera circostanziata, il sindaco Piero Vigorelli grida allo scandalo: «Abbiamo l’assoluta certezza che abbia versato l’ammontare dell’imposta al Comune di Ponza con un colpevole ritardo. Quanto ai numeri, abbiamo richiesto a Laziomar l’elenco nominativo dei passeggeri trasportati da Anzio e da Formia nei mesi estivi. Per il ritardato pagamento, abbiamo comminato la sanzione amministrativa della maggiorazione del 30 per cento». I soldi della tassa di sbarco sarebbero serviti alla fruizione dei beni archeologici dell’isola.
LA RICOSTRUZIONE – Laziomar ha dichiarato al Comune che, su 46.894 passeggeri trasportati, ben 21.727 erano esenti dalla tassa di sbarco in quanto residenti a Ponza, oppure lavoratori e studenti pendolari, oppure non residenti ma in regola con il pagamento dell’Imu. Il Comune, a sua volta, ha sollecitato Laziomar a verificare quei numeri apparsi incongrui. Non avendo ottenuto risposta, il 26 novembre l’amministrazione isolana ha fatto richiesta di accesso agli atti, chiedendo l’elenco nominativo dei passeggeri trasportati. Il Presidente di Laziomar, Maria Terenzi, ha risposto lo scorso 3 dicembre sostenendo che «dopo i riscontri effettuati, gli importi pagati al Comune sono risultati assolutamente precisi».
INCONGRUITÀ DA LAZIOMAR – Fa notare Vigorelli: «I residenti di Ponza sono 3.360. Mi domando: è mai possibile che in quei mesi l’intera popolazione residente si sia trasferita in continente per ben sei volte? E’ mai possibile una transumanza sul continente di 240 cittadini residenti ponzesi, ogni santo giorno, in quei tre mesi estivi? La logica risponde di no. La Signora Maria Terenzi dice di sì. Con la sua lettera del 3 dicembre – prosegue il sindaco – Maria Terenzi ha asseverato i suoi numeri facendo notare, correttamente, che oltre ai residenti ci sono altre categorie esentate dalla tassa di sbarco. E’ vero. Ci sono gli studenti pendolari, ma nei tre mesi estivi scuole e università sono chiuse perché in vacanza (tranne poche unità che hanno sostenuto gli esami di maturità a luglio). E’ vero, ci sono anche i non residenti in regola con l’Imu. Peccato che abbiamo chiesto l’esenzione dalla tassa di sbarco solo due famiglie interessate».
ESPOSTO VENTOTENE – Indirizzato alla procura di Roma il recente esposto (il secondo nel 2012) degli operatori commerciali di Ventotene, che in sette pagine hanno concentrato una lunga serie di doglianze riferite agli innumerevoli disservizi subiti da quando Laziomar è entrata in servizio. Senza dimenticare che l’Unione Europea ha multato la Regione per la mancata privatizzazione dei trasporti marittimi con un’ammenda di 4 milioni di euro. Nell’esposto i dubbi degli isolani: «Nessun controllo sembrerebbe essere stato operato dagli organi di vigilanza preposti, sulla mancata consegna della nave di riserva da parte della Caremar alla Laziomar, sulle riparazioni effettuate presso i cantieri di Napoli, sul noleggio delle navi, sulle soppressioni di corse da e per Ventotene, ad assicurare continuità del servizio durante i periodi di manutenzione ordinaria e straordinaria delle navi e garantire, comunque, la disponibilità della nave di riserva dell’accordo di Palazzo Chigi».
INTERRUZIONE DI PUBBLICO SERVIZIO – Per questo i ventotenesi chiedono di accertare «se esistano gli estremi per procedere a contestare il reato di interruzione di pubblico servizio (per la soppressione delle corse), di omissione in atto d’ufficio (per la mancata sostituzione del mezzo)». Non solo: accertato che «non risultano ridotte le somme per l’effettuazione dei servizi di collegamento», i ricorrenti domandano ai magistrati di verificare «se il denaro pubblico sia stato speso correttamente» da Laziomar, a fronte di evidenti sprechi e incongruenze come «noleggio delle navi, ripetuti rientri in cantiere delle navi e aliscafi, riparazioni non eseguite correttamente».
Fonte: Corriere della Sera