Ferragosto d’inferno per i turisti diretti a Ponza. Ennesimo guasto ed ennesimo disservizio offerto dalla compagnia di trasporto pubblico marittimo Laziomar. I turisti diretti sull’isola di Ponza nel giorno di Ferragosto hanno dovuto rinunciare a viaggiare col traghetto (partenza 17 e 45) e prendere l’aliscafo (16 e 30). Il traghetto Quirino infatti si è nuovamente rotto. Danni al generatore secondo le prime indiscrezioni. Solo chi ha avuto per tempo le informazioni è potuto dirottare sull’aliscafo e partire, perchè per chi è arrivato al porto di Formia dopo la partenza dell’aliscafo non c’è stata alcuna partenza. Nessun rimborso del biglietto, ma chi ha preso l’aliscafo ha pagato anche il nuovo titolo di viaggio. Insomma di nuovo il caos al porto, non solo a Formia ma anche a Ponza.
Per ora dall’isola tutto tace a livello di istituzioni, il sindaco Vigorelli è in vacanza. Ma le associazioni di categoria sono sul piede di guerra, dai commercianti, albergatori, ristoratori e ProLoco. Hanno già allertato il Prefetto per metterlo a consocenza dell’ennesimo disservizio al servizio pubblico di trasporto che provoca ingenti danni al turismo e alla principale economia dell’isola. Anche Ventotene si associa alla protesta. L’unico modo per raggiungere l’isola di Ponza con traghetto, attualmente, è fare tappa prima a Ventotene e dopo ben 5 ore approdare a Ponza: insomma un’Odissea. Le soluzioni più agevoli restano perciò Terracina e Anzio.
Dal momento dell’ingresso della nuova compagnia del manager Michele Lauro che guida la società privatizzata, formata da Snav (del gruppo di Gianluigi Aponte, secondo operatore mondiale nel campo dei trasporti) da Medmar Navi e da Alilauro, che gestisce i collegamenti di linea tra le isole pontine, si sarebbero registrati ben 15 casi analoghi di disservizi e mancate riprotezioni. Secondo il contratto di servizio, infatti, la compagnia è obbligata a garantire una nave di rispetto, ovvero un mezzo sostitutivo in caso di emergenza. Prescrizione mai rispettata. Eppure ricordiamo che l’appalto è pubblico e dal valore di circa 20 milionidi euro tra sovvenzioni pubbliche e intoriti commerciali. La flotta è della vecchia Caremar.
Intanto anche sui social network si può leggere la rabbia degli utenti che raccontano le proprie disavventure. Non manca tra loro una certa dose di ironia, tuttavia abbastanza eloquente, come si vede dalle foto di seguito raccolte on line.
Fonte: H24 Notizie