Ventotene: il condannato ci riprova

Giuseppe Assenso ha 28 mesi in primo grado per la morte di due 14enni, uccise da una frana

Giuseppe Assenso

Giuseppe Assenso

Parliamo tanto di impresentabili, ma a Ventotene c’è un candidato sindaco condannato per omicidio colposo”. Parla Bruno Panuccio, il papà di Sara, la ragazza che perse la vita sull’isola pontina il 20 aprile 2010 insieme alla sua compagna di classe Francesca. Le due quattordicenni furono travolte dal crollo di un costone di tufo sulla spiaggia di Cala Rossano, mentre erano in gita con la scuola. In quell’area non c’era nessuna interdizione, nessun segnale di pericolo. La parete di roccia aveva subito un intervento d’urgenza per la messa in sicurezza pochi anni prima. Il 24 febbraio 2014 è arrivata la sentenza di primo grado. Parla di omicidio colposo. L’attuale sindaco di Ventotene, Giuseppe Assenso, è stato condannato a 2 anni e 4 mesi. Divide la responsabilità con il dirigente dell’ufficio tecnico Pasquale Romano (stessa pena), l’ex sindaco Vito Biondo e l’ingegnere del Genio Civile Luciano Pizzuti (entrambi condannati a un anno e dieci mesi). Il fatto è che Assenso, in attesa dell’appello, non solo non si è dimesso, ma ha rilanciato, presentando la sua nuova candidatura a primo cittadino dell’isola. La terza consecutiva, a 69 anni. Glielo consente la riforma Delrio degli enti locali: i sindaci dei paesi con meno di tremila abitanti, dall’anno scorso, hanno diritto a correre per il terzo mandato. E allora Assenso ci riprova. Non lo imbarazza la sentenza di primo grado, né le motivazioni che chiariscono le sue responsabilità, in particolare in merito alla mancata comunicazione del rischio presente nell’area. Bastava mettere un cartello per segnalare il pericolo. “Si trattava – scrive la giudice Carla Menichetti – di un minimo di accortezza, che si deve pretendere da qualunque pubblico amministratore”. “È stato un processo mediatico”, aveva replicato Assenso al momento della condanna. Con il tempo non ha cambiato idea.

Bruno Panuccio

Bruno Panuccio

BRUNO PANUCCIO, che ha combattuto in ogni sede per ottenere giustizia sulla morte di sua figlia, è allibito: “La sua candidatura è uno scandalo tutto italiano. Questo signore dovrebbe essere il garante della sicurezza dell’isola, è il primo referente del Comune per la protezione civile. È stato condannato. Le sembra pensabile che ci provi di nuovo?” Ad affrontarsi nelle elezioni del 31 maggio sono due liste civiche: “Ventotene Insieme” (quella di Assenso) e “Buona Onda” (che fa capo a Gennaro Santomauro). Anche – e a maggior ragione – in un’isola con meno di mille abitanti, i cambi di casacca e i trasformismi sono all’ordine del giorno: “Assenso ha ottime possibilità di riuscire a ottenere il terzo mandato – spiega Panuccio – visto che questa volta dalla sua parte c’è anche un consigliere di opposizione, che in questi anni lo ha criticato aspramente.” Non ha perso amicizie politiche dopo la condanna, quindi: ne ha acquistate di nuove. Il padre di Sara è incredulo: “È come se mettessimo alla guida di un pulmino della scuola chi è stato condannato per un incidente stradale. È un problema che non riguarda solo la piccola comunità di Ventotene, ma tutto il Paese. Dovrebbe interessare le istituzioni nazionali e tutti gli italiani.”

Fonte: Il Fatto Quotidiano

 

 

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