“Io ho la coscienza a posto. Non mi aspettavo questo. Ma è stato un processo mediatico”. Parola del sindaco di Ventotene, Giuseppe Assenso, subito dopo la sentenza che lo ha condannato a 2 anni e 4 mesi. “La morte delle due ragazze ha colpito anche me e ha sconvolto tutta la comunità dell’isola. Se mi fossi sentito responsabile mi sarei dimesso subito, ma non l’ho fatto allora e non lo faccio ora”. A stretto giro arriva la replica di Bruno Panuccio, il papà di Sara, morta sotto quel costone di roccia a Cala Rossano in quel maledetto 20 aprile del 2010 insieme a Francesca Colonnello. “Mi dispiace deludere chi sperava che finalmente dopo ieri mi sarei goduto un po’ di meritato riposo – scrive Panuccio su Facebook – ma a quanto pare non ne ho diritto. Il sindaco Assenso, ieri condannato, condanna me a riprendere il mio lavoro. Perchè lui ha dichiarato spudoratamente che non si è dimesso allora e tantomeno ha intenzione di farlo ora. Neanche la decenza di rassegnare le dimissioni , almeno per forma e rispetto delle vittime , delle istituzioni che lui stesso rappresenta e dei cittadini italiani tutti…”. Per questo il padre della ragazza annuncia nuove iniziative: “Mi costringe ad attivarmi per aiutarlo in questo passo dovuto…”, aggiunge. La sensazione insomma è che la parola fine, sulla tragedia di Ventotene, debba ancora essere scritta.
Fonte: RomaReport
e quindi? mi domando se questo blog piuttosto che luogo di sfogo e insulti reciproci non dovrebbe diventare luogo di incontro, anche virtuale, dei tanti (tanti?) che la pensano come te e che vorrebbero cambiare le cose. ci sarà pure il modo di farlo. forse il primo passo dovrebbe essere uscire dall’anonimato e parlare, incontrarsi, capire come riprendersi il territorio.
dimissioni? E perché? mica è colpa mia? Io ho la coscienza apposto. Io sono innocente, io sono sereno. Tutti compatti, fanno quadrato attorno al re e alla sua armata di compari. Se il livello è questo, se l’asticella è ferma all’intrigo, all’impiccio alle cose dette e non dette, alle false promesse, ai posti di lavoro in cambio di voti, ai facili abusi edilizi, alle chiacchere, al pettegolezzo pecoreccio, non c’è speranza di cambiamento. L’isola è in queste condizioni perché è colpa nostra che non abbiamo avuto la forza di alzare la testa e mandare a farsi fottere questi personaggi, l’abbiamo sempre abbassata perché ci hanno promesso qualcosa. Qualcosa che è servita a comprare il nostro silenzio. Il nostro silenzio in cambio di connivenza, sugli appalti, sugli abusi, sulle malefatte, sulle porcate fatte in tanti anni di malgoverno. Personaggi piccoli e non lungimiranti, legati alle cose terrene, materiali che hanno umiliato un territorio, come si umilia una donna di strada. Ventotene come una puttana, di cui ognuno ha usato e abusato, ma adesso si è fatta vecchia e non ha più i clienti e le possibilità degli anni migliori.