Ventotene: incapaci alla normalità

20130610-234402.jpgUn’altra estate di liti e ormeggi a rischio nelle acque di Ventotene. Il tutto, accusano gli operatori, perché il Comune va a rilento nella programmazione: a causa del piano portuale mai realizzato, si aprono scontri e contenziosi. E i barcaioli ventotenesi lanciano un grido d’allarme: concessioni regolamentate o rischiamo tutti il sequestro. Intanto, per sapere se verrà realizzato il campo boe ecologico per gli ormeggi dei diportisti al largo, si dovrà attendere fine giugno.

PORTUALITA’, PIANO FANTASMA – Se nell’estate 2012 tutti gli operatori si erano coalizzati contro gli abusivi- i veri e propri pirati dell’ormeggio -, oggi il nemico viene individuato nell’amministrazione comunale che, misteriosamente, tiene nel cassetto il Piano regolatore portuale. Protagonisti dell’ennesima baruffa isolana sono i barcaioli dell’isola di Ventotene, i custodi di preziosissimi specchi d’acqua attrezzati: preziosi sia per il costo delle concessioni, sia per i guadagni che se ne ricavano. Dopo la diffida ricevuta nel mese di maggio – dovrebbero in teoria sgomberare tutto – i noleggiatori continuano a lavorare in una situazione di sostanziale illegalità.

RISCHIO SEQUESTRO – «Ogni giorno – spiega Antonio, presidente della cooperativa Porto Romano – rischiamo che le autorità vengano a sequestrarci tutto». E non è poca roba, visto che nel vecchio bacino portuale scavato dai romani la cooperativa conta 55 imbarcazioni attualmente in disarmo per la crisi e l’incertezza che predomina sul versante delle autorizzazioni. «Nel primo week end di bel tempo – prosegue – abbiamo portato due comitive in gita a Santo Stefano. Ecco quanto abbiamo lavorato sabato».

NOLEGGIO A PICCO – Una diffida pesante, dunque, che mette in guardia pontilisti, circoli velici e subacquei: insomma, tutto quanto fa economia su un’isola le cui già esigue spiagge sono al 90 per cento interdette per il rischio frane sempre incombente. «I noleggi – prosegue ancora Antonio – diminuiscono vorticosamente, ormai siamo a -50%. Se da un lato è colpa della crisi, dall’altro i giusti divieti emanati negli ultimi anni, come l’interdizione della sosta entro 50 metri dai costoni di tufo, non giovano all’economia dell’affitto barche. Il clima di incertezza è alimentato dalla mancanza di pianificazione: il sindaco potrebbe almeno emettere proprie ordinanze per autorizzare gli operatori sino a quando non verrà varato il piano portuale. Una situazione, ricordiamo, che penalizza anche i residenti proprietari di imbarcazioni».

«QUI SI FA CLIENTELISMO» – Ci va giù pesante Daniele Coraggio, che vive l’altra realtà, quella del porto nuovo, dove una concessione era stata affidata alloIvyc, lo Yacht club – 45 posti barca – che l’amministrazione ha ritirato contestando alcune inadempienze alla società che aveva risposta al bando emanato dall’ente. Ne è nato un contenzioso che, al momento, vede il club soccombere in attesa del pronunciamento del consiglio di Stato. «Sappiamo che il Comune aveva abbozzato il piano portuale lo scorso inverno: aveva affidato gli incarichi per la stesura, ma poi è caduto tutto nell’oblio. Forse l’amministrazione preferisce concedere la autorizzazioni ad personam per alimentare il clientelismo e la soggezione: non ci sono altre spiegazioni».
MAREGGIATE E VELENI – Hanno il dente avvelenato al porto nuovo, ancora inagibile in seguito alle violente mareggiate di marzo, perché nonostante la situazione già critica e i danni da riparare il Comune ha deciso di togliere la concessione allo Yacht club (adducendo il mancato pagamento del canone) dopo vari litigi sulla dimensione delle barche da ospitare. Forse la concessione verrà data ad altri soggetti, riaprendo la graduatoria del vecchio bando.

GUERRA APERTA – Mentre il Comune festeggia per l’esito del Tar che ha confermato, al momento, il giusto operato del sindaco, l’amministratore dello Ivyc, Jacopo Coraggio, precisa: «La società in pratica ha versato in ritardo i 63 mila euro concordati con l’amministrazione comunale ed ha aspettato invano un accordo transattivo che ponesse fine alla annosa questione relativa al divieto di ormeggio per le imbarcazioni di lunghezza superiore ai 18 metri, poiché il bando del 2011 prevedeva l’ormeggio di imbarcazioni fino a 24 metri di lunghezza, ma la Regione Lazio vietava il tutto con un regolamento emanato nel luglio 2009».

QUESTIONE DI MISURE – «In attesa del giudizio del Consiglio di Stato, il Comune potrebbe emanare un nuovo bando e la Ivyc srl certamente parteciperà con una sua offerta. Vogliamo capire che tipo di bando sarà emanato – incalza – e nel caso ne valuteremo l’impugnazione, poiché ad oggi non è possibile affidare l’area scorrendo la graduatoria del precedente bando; un nuovo bando per imbarcazioni fino a 24 metri sarebbe illegittimo, e se emanato per imbarcazioni fino a 18 metri darebbe finalmente ragione alla Ivyc srl che da un anno chiede semplicemente una revisione contrattuale». Una vicenda, ormai è chiaro, che rischia di bloccare l’isola per tutta l’estate a venire.
«LE BOE, A QUANDO?» – Altra beffa quella relativa alla realizzazione del campo boe che dovrebbe salvare l’ecosistema di Ventotene aumentando – in maniera compatibile – la possibilità di ormeggio intorno all’isola. Annunciato l’anno scorso, il bando – importo di 120 mila euro il primo stralcio – si chiuderà il 27 giugno, data in cui si conoscerà il vincitore (a meno che non vada deserto). Per i lavori il Comune ha dato tempo 80 giorni: segno che, forse, un’altra estate passerà nella più completa anarchia nelle acque blu di Ventotene.

Fonte: Corriere della Sera, Latina Oggi

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2 risposte a Ventotene: incapaci alla normalità

  1. CONTRASS scrive:

    cari amici vi comunico che l’ammin. di re’ geppo incapace inutile corrotta E SOTTO ATTACCO DA TUTTI I LATIsiamo senza acqua senza benzina il colpo finale re’ geppo l’avra’ a luglio al processo contro di lui si spera che crollera’, per ora scusate i disagi… stiamo lavorando contro i CORROTTI

  2. zittchisapeojuoco scrive:

    Divertente che tutti si accaniscano contro le occupazioni demaniali e nessuno vede che un ristorante che affaccia in spiaggia occupa svariate decine di metri quadri non suoi (coprendoli pure con una pergola abusiva) e non contento verniciando di un blu accecante… quando per pittare un finestra serve anche il permesso della Soprintendenza…. chissa’…

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