Ventotene: alla sbarra sindaco e amministratori

Giuseppe Assenso, Vito Biondo e Pasquale Romano, gli amministratori locali rinviati a giudizio per la morte di Sara e Francesca

Incardinato presso il Tribunale di Gaeta il processo a carico di Pasquale Romano, responsabile dell’ufficio tecnico dell’isola di Ventotene, l’attuale sindaco Giuseppe Assenso, il suo predecessore Vito Biondo e il responsabile del Genio Civile di Latina Luciano Pizzuti, presente oggi in aula.
A carico dei quattro l’accusa di omicidio colposo plurimo per la morte di Sara Panuccio e Francesca Colonnello, le due studentesse romane travolte il 20 aprile del 2010 da due metri cubi di tufo sulla spiaggia di Cala Rossano dove si trovavano per un campo scuola organizzato dall’istiuto “Anna Magnani” di Morena.
Il giudice Carla Menichetti ha chiarito l’intenzione di voler arrivare a sentenza entro un anno. Nella giornata di oggi ha pertanto fissato le prime tre udienze: il 19 dicembre per sentire sei testi del pubblico ministero, il 18 febbraio e il 15 aprile del 2013, a quasi tre anni dalla tragedia.
“Sono già passati oltre due anni e mezzo da quanto accaduto e sulla prescrizione, in Italia, abbiamo precedenti poco edificanti. Oggi sono soddisfatto e voglio essere fiducioso: avevo il timore che venisse trovato un nuovo cavillo immorale ma legale per evitare questo avvio”, ha commentato Bruno Panuccio, padre di Sara.

Fonte: H24 Notizie, Latina 24 Ore, Il Messaggero, Luna Notizie, La Provincia, Latina Notizie, Latina Oggi

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5 risposte a Ventotene: alla sbarra sindaco e amministratori

  1. SPUTTAnaSSENS scrive:

    VANNO CHIUSI LORO no le aree praticabile,ci mancherebbe altro!!!! VANNO CHIUSI GLI ASS. ..NI IN VIA ASPROMONTE SUBITO!!!!!!!

  2. mov.5 STELLE CONTRO LA CORRUZZIONE SULL'ISOLA DI VENTOTENE scrive:

    re’ gepposso nn si vuole dimettersi. con tutto il processo che deve sorbire con l’accusa di omicidio continua a stare ben saldo nel suo castellotto, falsamente ad amm. i suoi pecoroni,MAL.D..TO VAI VIAAAA!!!!!!P.S. SICURAMENTE E PROTETTO DA QUALCHE VISCIDO PERSONAGGIO!!!!!!!!!!!!!!!!

  3. Beniamino scrive:

    Le aree a rischio non vengono chiuse al transito perchè non si riescono a scardinare interessi di parte.L’isola è lottizzata economicamente. La morte degli altri è sbandierata come una fatalità.Solo cosi si è liberi di rimanere padroni.

  4. Elena scrive:

    Era ora che le nostre coetanee uccise durante la gita scolastica abbiano giustizia.
    Per noi giovani che viviamo non c’è più nessun diritto certo e tutelato, figuriamoci se poi muori perchè vittima per colpa di amministratori irrresponsabili.
    Mi auguro che i giudici amministrino come per legge la giustizia in onore di Sara e Francesca.Diversamente in cosa dobbiamo credere?

  5. Mariacivita scrive:

    Per non dimenticare Sara e Francesca ,vittime innocenti di amministratori senza etica e responsabilità.Non si deve prescrivere il loro reato,
    L’omicidio colposo plurimo è punito con l’articolo 589 c.p.
    L’articolo 589 del codice penale prevede che chiunque, per colpa, provoca la morte di un altro uomo, risponde del reato di omicidio colposo.
    Si concretizza questa figura criminosa nel caso in cui si procura ad un’altra persona la morte non solamente non volendo arrecarla alla vittima, ma non avendo neppure l’intenzione di provocare l’evento da cui deriva il decesso.
    Quanto appena affermato, pertanto, sussiste in tutti quei casi in cui l’agente compie per negligenza, imprudenza, imperizia o violazione di leggi o regolamenti, l’atto da cui derivi la lesione al soggetto passivo; elemento costitutivo della colpa penale è, infatti, solamente la colpa dell’agente che sia contraria alla normale prudenza, alle leggi o ai regolamenti o consistita in negligenza, imprudenza o imperizia.
    di chi ha tenuto un comportamento trascurato, lento e noncurante nel compiere i propri compiti o doveri.
    Con il termine imprudenza (dal latino “imprudentia”) s’intende l’atteggiamento di chi manca di prudenza perché non prende nella dovuta considerazione i rischi e i pericoli connessi alle sue azioni.
    Con il termine imperizia (dal latino “imperitia”) s’intende la mancanza d’abilità, esperienza, pratica in ciò che si dovrebbe conoscere.
    Fondamento di tale assunto è che la responsabilità colposa è, in pratica, la prevedibilità del pericolo, vale a dire la possibilità, da parte di un uomo coscienzioso ed avveduto, di intuire che un certo evento è legato alla violazione di un determinato dovere oggettivo di diligenza e che, quindi, avrebbe potuto essere evitato adottando quelle regole d’attenzione riferibili al caso concreto e al momento della realizzazione della condotta “de qua”
    la responsabilità penale sarebbe esclusa ogni qual volta il soggetto, nonostante abbia utilizzato tutti gli elementi cognitivi a sua disposizione, o che dovrebbero essere stati a sua disposizione, non potesse assolutamente prevedere l’evento.
    Chiediamo giustizia!!!!!!

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