Laziomar: finiti i fondi pubblici si tenta la carta dei privati

La privatizzazione delle compagnia di navigazione, nel Lazio come nel resto d’Italia, si sta compiendo non senza dubbi sulle procedure e con forti perplessità sul peso degli oneri economici che, in ogni caso, rimarranno a carico dello Stato a garanzia dello svolgimento del servizio pubblico. E’ quanto accadrà anche per Laziomar, la società di navigazione che assicura il trasporto con le isole pontine, per cui nella giornata di martedì, a fronte di una accelerazione dell’iter, potrebbe vedere la pubblicazione un bando le cui condizioni sono ancora sconosciute, salvo l’acquisizione delle pesanti critiche politiche che ne stanno accompagnando il debutto. Laziomar, ricordiamo, rappresenta un ramo aziendale ceduto da Caremar – del gruppo Tirrenia – a sua volta ceduta alla regione Campania. Un filo sembrerebbe ancora esistere con la società madre, Tirrenia appunto, tanto da mettere a rischio il destino della stessa compagnia laziale.

VIGILIA DI POLEMICHE – Dal mondo politico, in particolare il Pd regionale, una vera e propria levata di scudi nei confronti di una operazione che dovrebbe ammontare a poco meno di venti milioni di euro alimentando il sospetto, come per le altre privatizzazioni ormai portate a termine, di una vera e propria svendita da parte della Regione che ha accompagnato la società verso il mercato alla ricerca di un nuovo proprietario, su impulso del Governo a chiudere al più presto la partita.

LAZIOMAR INCOMPLETA – Scrive il Pd regionale con Esterino Montino, Tonino d’Annibale e Franco Dalia: «Con una lettera del 24 luglio il ministro Passera impone alla Regione di avviare tutte le procedure altrimenti rischia di perdere il contributo statale. Laziomar deve definire il passaggio di consegne con la Caremar, compagnia che gestiva il trasporto in precedenza. Doveva farlo entro il 30 luglio ma fino ad oggi non è stato fatto nulla. Un immobilismo grave che mette a rischio la sovvenzione prevista di circa 10 milioni annui per 8 anni, con un danno incalcolabile per il servizio di continuità territoriale e il posto di lavoro di 100 operatori marittimi. Ormai a tempo scaduto l’assessore Lollobrigida ha comunicato in Commissione trasporti che la Giunta il 31 luglio approverà l’atto d’indirizzo che da il via alla procedura. A tempo scaduto, come è nella prassi di questa Giunta».

IL FRONTE DEL NO – Ancor più netto il giudizio della Federazione della sinistra che non vuole privatizzare e che, con Ivano Peduzzi e Fabio Nobile, rilancia: «Non solo il bando di gara di aggiudicazione delle quote non è corredato dal relativo contratto di servizi ma non esiste alcuna garanzia di mantenimento degli attuali livelli occupazionali. Ad oggi sono circa 80 i dipendenti Laziomar. Il sospetto è che venga assegnato ai privati il servizio nei soli mesi di grande transito, quelli estivi e quindi con maggior margine di profitto, lasciando alla Regione l’obbligo di garantire i servizi essenziali minimi, che sono solo costi, per la restante parte dell’anno. Noi ci batteremo contro questa ennesima privatizzazione, per difendere il servizio pubblico e i posti di lavoro».

LA REPLICA – «Il Pd evidentemente, tramite il suo capogruppo, dimostra di conoscere poco la questione Laziomar, non legata ad una data certa, ma alla fine delle procedure di Tirrenia e Siremar, per quest’ultima casualmente coincidente con il 30 luglio». E’ quanto ha poi detto la presidente della Commissione regionale Mobilità, Chiara Colosimo, sul tema Laziomar. «Non si tratta di un ritardo – spiega – ma dell’esigenza della Regione Lazio di voler salvaguardare i lavoratori del settore ed i servizi, portando l’argomento all’attenzione degli organi comunitari, attraverso una lunga interlocuzione con le stesse istituzioni competenti. Il servizio non è a rischio e con esso non lo sono i posti di lavoro collegati. La commissione consiliare, prevista su richiesta dell’assessore Lollobrigida ben prima della lettera di Passera, era funzionale ad un processo di trasparenza che l’assessore adotta su questo tipo di procedure, cosa che evidentemente la minoranza di mattina apprezza e nel pomeriggio strumentalizza».

DAL CDA: SI VA AVANTI – Dalla polemica politica, non si evince ancora la reale dimensione dei fatti, e Laziomar si guarda bene dall’intervenire in un momento così delicato, dove le scelte sono tutte in capo alla Regione guardando ad una lontana ipotesi in cui nessuno, alla fine, risponda al bando. «Solo in questo caso – afferma Marco Silvestroni, membro del Cda – Laziomar potrebbe pensare ad investire attraverso un proprio piano industriale. Così non fatta sino ad oggi proprio perché l’obiettivo era portare l’azienda alla privatizzazione, per altro ottenendo il risultato di un bilancio in attivo al di là di ogni polemica». In ordine alle questione sollevate dal Pd, Silvestroni spiega che «non è il governo ad incidere, ma è l’Unione europea a chiedere la privatizzazione, e noi lo stiamo facendo nei tempi dovuti». Per quanto attiene all’autonomia del ramo aziendale laziale, Silvestroni assicura che «ogni passaggio con Caremar (gruppo Tirrenia, ndr) è stato ultimato». Nessun rischio, dunque, per la continuità territoriale.

CASO TIRRENIA – Sarà, ma sia il fronte sindacale campano, sia quello laziale, guarda con preoccupazione proprio al caso Tirrenia. Già, perché senza uno sguardo alla vicenda nel suo complesso è difficile comprendere i passaggi in atto e le relative preoccupazioni di una privatizzazione infinita dei cinque rami aziendali ovvero Tirrenia (che operava per Sicilia, Sardegna, Tremiti e Albania); Caremar – collegamenti con le isole campane e pontine; Saremar – collegamenti con le isole minori sarde; Siremar (collegamenti con le isole minori della Sicilia); e Toremar per la toscana. Un pacchetto tenuto in piedi, negli ultimi anni, da aiuti statali per 500 milioni, che l’Antitrust al momento non ritiene si debbano restituire. Come non dare conto, nel balletto di cifre, dell’operazione Tirrenia conclusa in questi giorni: cessione per 380 milioni alla società che, in cinque anni, avrà dallo stato qualcosa come 580 milioni nei prossimi 8 anni.

DUBBI DAI SINDACATI – Solo ora si possono comprendere le preoccupazioni dei sindacati che hanno chiesto un incontro urgente con l’assessore regione Francesco Lollobrigida. Come spiegano Cgil, Cisl e Uil, ci sono milioni di euro a rischio per Laziomar: «La società Cin Spa, ha rilevato la Tirrenia di Navigazione dall’amministrazione straordinaria, stipulando la convenzione per l’esercizio dei servizi di collegamento marittimi, con il Ministero competente. La stessa cosa dovrebbe avvenire per Siremar, il giorno 30 luglio, con un’altra società. Compiuto quest’ultimo atto – seguono i sindacati – decadono le vecchie convenzioni,così come previsto dal comma 5bis,art.1,legge 163/2010. Pertanto Laziomar Spa,rischia di perdere con la convenzione, la sovvenzione prevista di circa 10 milioni annui per 8 anni,con un danno incalcolabile per il servizio di continuità territoriale e mette a rischio l’occupazione marittima composta da circa 100 unità.Riteniamo pertanto urgente un incontro, nel quale l’amministrazione regionale possa illustrare alle parti sociali, il piano di ripristino della convenzione».

Fonte: Corriere della Sera, Informazionimarittime, Latina Oggi

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