Da lunedì l’«Anlinam» in cantiere per 10 giorni: si rimedierà con il noleggio Snav, ma il traghetto Tetide è bloccato da settimane e Ventotene perderà forse due corse al giorno
L’arcipelago pontino è piombato in un improvviso inverno. Le condizioni meteo proibitive tengono fermi gli aliscafi a Formia, mentre uno di questi, a breve, rimarrà bloccato per la manutenzione. Preoccupati soprattutto i ventotenesi che vedono allontanarsi ancora l’inizio della bella stagione, mentre la messa a punto dei collegamenti dovrà attendere lo svolgimento delle elezioni comunali di maggio che riconsegneranno un sindaco plenipotenziario a Ponza, attualmente retta da un commissario.
PAURA DEI GUASTI – Basta poco per riaccendere il senso di abbandono e precarietà: sono stati in molti, venerdì 13 aprile, sia a Ponza sia a Ventotene, a credere erroneamente che i due aliscafi fossero incappati nell’ennesimo guasto. Quando non hanno visto arrivare la corsa di Ponza, molti hanno temuto che uno dei due aliscafi gemelli si fosse rotto e che si dovesse tornare al calvario di marzo, quando l’unica nave veloce rimasta in servizio arrivava a Ventotene passando prima per Ponza. Percorrenza totale: 2 ore e mezza. In realtà è stato il mare cattivo a fermarli, preludio di un fine settimana di parziale isolamento. Vanno male anche i viaggi virtuali: il collegamento internet non funziona da qualche giorno, fanno sapere dall’isola di Giulia.
AFFITTI E AFFARI – Quel che preoccupa davvero, in realtà, accadrà tra pochi giorni. Probabilmente già da lunedì. E’ infatti previsto ( lo conferma l’azienda) lo stop di almeno dieci giorni per la manutenzione dell’ aliscafo dedicato a Ventotene, l’«Anlinam»; si spera che non accada come per la nave «Tetide», ferma da settimane per quello che invece doveva essere un banale tagliando. La scoperta di gravi danni alla nave ha costretto Laziomar a intraprendere l’onerosa scelta di affittare da Snav un altro mezzo, che per il costo di 14mila euro al giorno, viaggia spesso drammaticamente vuoto e con incomprensibile lentezza: due ore per raggiungere Ventotene quando basterebbe la metà del tempo. Uno spreco che, a detta dei ben informati, forse poteva essere evitato vista la presenza, sul mercato ,di un altro operatore che sarebbe costato la metà ma avrebbe impiegato ben… dieci minuti in più per il tragitto.
QUALE STRATEGIA – E’ solo uno spaccato della difficile missione toccata a Laziomar, la compagnia di navigazione regionale che – a fronte di improbabili profitti – è destinata a diventare una società privata . Ma allo stato attuale non pare in grado di progettare strategie a lunga gittata: intanto si dovrà mettete e mano ad una flotta piuttosto datata, e che difficilmente lavorerà con tutti e quattro i mezzi in contemporanea. A tal proposito gli isolani continuano a lamentare l’assenza di un mezzo sostitutivo in caso di avarie di navi o aliscafi. «Avevamo appena ritrovato un po’ di regolarità nei trasporti e adesso rischiamo di perdere due collegamenti al giorno – spiegano preoccupati dall’Aviap, l’associazione degli imprenditori locali – quando l’aliscafo sarà sostituito dalla nave veloce Snav, che a quel punto non p0trà più fare le corse normali».
LE PROPOSTE – Per placare le ire di amministratori, semplici cittadini e operatori, la Regione ha attivato un tavolo di concertazione per cercare un accordo con le isole affinché vengano migliorate le condizioni di mobilità. Fulcro dell’intesa la possibilità di gestire le corse delle navi in autonomia da parte di Ponza e di Ventotene, mentre Laziomar si è impegnata ad attrezzare al meglio la flotta per i passeggeri disabili. Dagli operatori dell’arcipelago anche l’ipotesi di istituire un biglietto integrato ( treno-nave) per incentivare la frequentazione delle isole da parte di romani e napoletani.
LAZIOMAR, I DUBBI – Laziomar in pochi mesi non ha saputo attirarsi molte simpatie da parte degli utenti: i frequenti disservizi hanno portato alla denuncia in procura e all’intervento del prefetto. In più occasioni gli operatori economici dell’arcipelago hanno lamentato l’intempestività delle comunicazioni da parte dell’azienda, che risponde alle emergenze in un solo modo, sopprimendo le corse. Non mancano le perplessità in ordine alla mancanza di una sede operativa nel Lazio ( a Roma c’è solo la sede legale), al fatto che non esista un vero contratto di servizio, mentre di privatizzare sembra che nessuno abbia realmente voglia.
Fonte: Corriere della Sera