Ventotene campo di battaglia

A Ventotene deve essere scoppiata la guerra! Al porto si erigono (e poi si abbattono, e poi si ricostruiscono) mura possenti che, oltre a nascondere il Porto Romano e Santo Stefano alla vista dei turisti che attraccano con il traghetto, sembrano dover far fronte ad attacchi da mare. A terra, all’oramai ex campo sportivo, si scavano trincee su trincee per possibili attacchi via aerea. Le poche decine di abitanti che ancora si ostinano a percorrerne le scoscese stradine parlano prevalentemente lingue dell’est…
Insomma tutto fa pensare che la piccola isola del Tirreno, patria del federalismo europeo, luogo dove le migliori menti politiche italiane furono a lungo confinate dal fascismo, sia stata oggetto di un attacco militare di inaudita ferocia.

In realtà le mura sono quelle della nuova stazione marittima che il Comune ha deciso sorgerà sul porto nuovo, il cui cantiere era stato già posto sotto sequestro per mancanza di regolari autorizzazioni. Secondo un progetto a dir poco fantasioso i nuovi bastioni dovranno ospitare i pannelli solari che renderanno l’edificio “a impatto zero”; alla faccia dell’impatto paesaggistico, i cui certificati di nulla osta sono stati regolarmente rilasciati da funzionari (in?)competenti.
Per le trincee la cosa cambia. Si tratta infatti dell’ennesimo progetto finanziato con soldi pubblici per un impianto geotermico (???) che però si è bloccato quando l’amministrazione comunale si è accorta che sullo stesso campo si dovrebbero realizzare altri due suoi progetti, come quello dell’impianto di dissalazione dell’acqua (che grazie ad un accordo siglato dall’intero Consiglio comunale, dopo il referendum di giugno scorso, sarà gestito da Acqualatina), e quello del megatunnel di 300 metri che dovrebbe sventrare l’isola per favorire il traffico privato.
E a proposito del tunnel, tanto voluto dal sindaco e dai suoi amministratori quanto osteggiato da tutte le organizzazioni ambientaliste d’Italia, ora pare che ci siano problemi e che l’amministrazione voglia fare un passo indietro. Peccato però che le gare per la progettazione ed esecuzione dei lavori siano già state fatte, per cui, nel caso, le ditte vincitrici andranno risarcite. Il tutto, come sempre, a carico del contribuente.

Insomma Ventotene è terra di nessuno, abitata solo da pochi cittadini per lo più extracomunitari che lavorano nei cantieri o che aiutano gli ultimi anziani che ancora sopravvivono: più che di perla bisognerebbe parlare di cozza del Tirreno.

Fonte: TeleFree

Questa voce è stata pubblicata in Ambiente, Cronaca e contrassegnata con , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Una risposta a Ventotene campo di battaglia

  1. roberta sarlo scrive:

    direi che quest’articolo ha fatto un ottimo quadro anche molto realistico dell’isoletta da noi tanto amata…..per fortuna non sono da sola a mettere a conoscenza di alcune cose che accadono …una voce…poi due voci..poi spero tre..alla fine spero si alzi un coro per salvare l’isola che tutti dicono di amre ma nessuno protegge…

I commenti sono chiusi.