Dopo la frana alla Grotta dei Passeri chiusa la via che porta a una decina di abitazioni. A rischio anche l’osservatorio ornitologico, aperto in deroga al Pai
Un nuovo crollo preoccupa Ventotene. Un blocco di tufo è venuto giù nei giorni a punta dell’Arco, la zona che ospita il museo della migrazione ed il museo ornitologico conosciuto in tutta Europa dagli specialisti e dagli appassionati di avifauna. Ma a preoccupare è l’episodio verificatosi alla grotta dei Passeri, vicino a Cala Rossano (dove nel 2010 sono morte due studentesse romane, ndr) per cui la strada sovrastante – quella che conduce alla villa di Giulia, al piazzale dell’elisoccorso e al distributore – è ancora chiusa. Per ristabilire il collegamento è arrivato lunedì il Genio Militare dell’Esercito, chiamato da sindaco e prefetto.
«BASTA VEICOLI» – Dell’ennesima frana ha dato notizia il quotidiano ecologista Terra, riportando la testimonianza di una persona che aveva assistito al crollo lo scorso 26 ottobre. «La zona crollata l’ho vista con i miei occhi. E ora c’è preoccupazione – riporta la testimone su Terra – perché a pochi metri corre una strada che costeggia proprio il bordo che s’è sbriciolato. Questa è un’isola delicata, sorge tutta sul tufo, ma intanto gli abusi edilizi non si fermano e aumentano i trasporti su gomma: auto, camion carichi di cemento e mezzi pesanti. Con la loro circolazione non fanno altro che aumentare le vibrazioni e rendere ancora più fragile l’equilibrio idrogeologico». E si parla di una frana adiacente il centro ornitologico: quello stesso che – secondo il sito Ventotenenews – è incluso nel «Pai», il Piano di assetto idrogeologico regionale che ha «di fatto interdetto l’accesso anche ai siti archeologici, all’isolotto di S. Stefano». Quanto al nuovissimo «Museo della migrazione, a strapiombo sul mare, è stato poi escluso con un cavillo dalle aree a rischio» nell’ordinanza di sgombero firmata dal sindaco di Ventotene a luglio 2011.
SOPRALLUOGO – Il sindaco di Ventotene, Giuseppe Assenso, conferma il crollo avvenuto, precisando che «attraverso un confronto fotografico, ci siamo resi conto che si è trattato di una cosa minima. L’area non ha strade di accesso, per cui non ci sono pericoli a persone o cose, compreso l’osservatorio». Tuttavia sopra la grotta franata corre la strada per la Villa di Giulia, ora interdetta al traffico. Prosegue Assenso: «La situazione da risolvere al più presto riguarda l’interruzione del collegamento stradale dopo il crollo alla grotta dei Passeri: oggi il genio militare sta effettuando un sopralluogo per verificare la possibilità di riaprire la strada o di intervenire, se necessario, nel creare un ponte per consentire il passaggio di mezzi verso l’eliporto, il cimitero, e le 15 abitazioni oggi ancora isolate».
TUNNEL CONTESTATO – L’amministrazione, oltre a vigilare sui costati smottamenti, attende l’esito del bando per la realizzazione del maxi tunnel da 300 metri il cui accesso dovrebbe aprirsi accanto al porto, ma il cui percorso passerebbe non lontano dalla Grotta dei Passeri (con timori per l’effetto di eventuali vibrazioni provocate dagli scavi). Alcune aziende hanno già risposto al bando, mentre da più parti si invoca lo stop dell’opera che potrebbe creare ancora più di danni di quelli che vorrebbe in realtà scongiurare.
Fonte: Corriere della Sera, Il Tempo, Parvapolis