Ventotene: il tunnel del sindaco Assenso sempre più indifendibile

A pochi metri dal luogo in cui persero la vita due ragazze si stacca una nuova frana. Il sindaco tranquillizza. Ma il padre di Sara denuncia: «Proprio dove vorrebbero fare il tunnel».

«Un nuovo crollo, proprio a pochi metri dal punto in cui due studentesse romane di 14 anni, Sara Panuccio e Francesca Colonnello, furono travolte e uccise il 20 aprile di un anno fa da un costone di tufo mentre erano in gita scolastica sull’isola. Anche stavolta, è venuta giù una parete di roccia tufacea, ostruendo la cavità sempre nella zona di Cala Rossano. «Si è trattato di tre piccoli crolli nella grotta dei Passeri», ha spiegato all’Adnkronos il sindaco Giuseppe Assenso. «Una zona che rientra tra le aree individuate come a rischio, e nessuno è rimasto ferito». Per precauzione, comunque, l’intera area e la strada sono state al momento transennate e chiuse. Ma il crollo, stando alla testimonianza di Bruno Panuccio, il padre di Sara, sarebbe avvenuto ben prima. Ma nessuno, al momento, lo avrebbe reso pubblico. «Lunedì sono tornato per la prima volta dopo 18 mesi sull’isola», racconta a Terra, «ed ho appurato che la frana era avvenuta tre giorni prima.
La situazione, attualmente, è di emergenza assoluta: il collegamento con l’eliporto, di vitale importanza per gli eventuali soccorsi, e con l’unica stazione di rifornimento carburante, sono stati giustamente e precauzionalmente interdetti persino ai pedoni per centinaia di metri, per il pericolo che la frana, di dimensioni importanti, possa far crollare la strada sovrastante». Il racconto di Panuccio prosegue ricco di particolari. «Ho anche effettuato un sopralluogo presso l’altra spiaggia e l’essere lì con un geologo è stata una grande lezione tecnica e civica. L’esperto ci ha esposto in maniera chiara la pericolosità estrema dei luoghi per quanto riguarda la sicurezza degli stabili sovrastanti, sottolineandone l’assurdità dello stesso esistere, e delle persone che si trovino eventualmente a passare e sostare nella zona sottostante. Le crepe sono profonde ed evidentissime sui costoni, gli interventi da attuare importanti ed urgentissimi. è ora di smetterla con il minimizzare».
Un crollo, quello di pochi giorni fa, che non sorprende affatto il geologo Riccardo Caniparoli, esperto di Valutazioni di impatto ambientale, che conosce a menadito l’isola e tutte le sue trasformazioni ambientali avvenute nel corso degli anni: «Agli occhi di chi sa leggere la natura e conosce le sue regole, il nuovo crollo di Cala Rossano non è un evento eccezionale ed imprevedibile», spiega. «Le azioni di messa in sicurezza realizzate sull’isola all’indomani del crollo drammatico di un anno fa sono solo degli interventi sugli effetti, ma non adeguati a rimuovere le cause che generano i crolli. Con questo modus agendi si mette in sicurezza solo la zona del crollo, peraltro per poco tempo, esponendo però le zone limitrofe a un maggiore rischio. Ed è proprio ciò che è successo in queste ultime ore».
Caniparoli fa di un approccio “integrato” e di programmazione la filosofia d’intervento più corretta su un’isola assai fragile, perché per larga parte tufacea. «Il rischio idrogeologico non si risolverà mai fin quando si promuoverà la costruzione di opere pensate in modo da contrastare l’evoluzione degli equilibri naturali. è scellerato e perdente contrapporsi alle dinamiche naturali, ipotizzando per esempio un’opera come il tunnel». Il riferimento di Caniparoli è al bando, pubblicato in pieno agosto dal Comune di Ventotene, per la costruzione di «una galleria di 300 metri e relative palificazioni» al di sotto del centro abitato, con una spesa di 4.825.148,56 euro. «Un’opera pericolosa», è il j’accuse dell’esperto, che rilancia la necessità di un’immediata inversione di tendenza nella gestione del territorio e della mobilità locale: «L’isola si deve dotare di veicoli elettrici, leggeri e non inquinanti, altro che costruire un’altra strada, pericolosa sia per la tenuta dell’equilibrio idrogeologico che strumento per un’ulteriore invasione di auto private».
Da Panuccio, l’ultimo particolare: «Il sito interessato dal recente crollo è proprio quello da cui dovrebbe partire il tunnel tanto osannato ed ambìto dall’amministrazione locale». La richiesta che si leva è minimale: «Serve un pizzico di buonsenso. è ora che lo Stato investa i soldi di noi contribuenti nella sicurezza. La natura, forse, ci sta suggerendo una semplice domanda: è davvero il caso di realizzare quest’opera folle?».

Fonte: Terra, Corriere della Sera

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