Un tunnel lungo circa 260 metri al costo di 4,8 milioni di euro. E’ questa la grande opera prevista nell’isola vulcanica di Ventotene, piccolo paradiso naturale facente parte dell’arcipelago pontino.
Un’opera che però sta dando molto da discutere. Contrarie le associazioni ambientaliste Legamebiente e Wwf, secondo i quali i lavori deturperebbero la bellezza del paesaggio e aggiungerebbero cemento all’isola. Un tunnel dall’impatto ambientale pesante per una zona importante dal punto di vista ecologico anche, strettamente vincolata a livello nazionale e comunitario come Zona di Protezione Speciale, è un luogo tra i più importanti d’Europa per la migrazione degli uccelli e una riserva marina di primo piano.
“Nel nostro Paese assistiamo a troppi interventi di trasformazione del territorio senza che siano valutate alternative sostenibili come, ad esempio, l’utilizzo di ingegnerie naturalistiche. Allora ci chiediamo: lo sviluppo di un luogo prezioso come Ventotene deve essere legato alle colate di cemento armato o è arrivata l’ora di immaginarsi, finalmente, una gestione e persino una promozione turistica di alta qualità e in chiave moderna ed ecologista? Con i cinque milioni di euro previsti per il tunnel si possono realizzare alternative serie, basta solo volerlo” ha dichiarato il presidente della Lipu-BirdLife Italia Fulvio Mamone Capria.
“L’isola ha bisogno di altro: di un depuratore funzionante, di fogne efficienti, di un nuovo arredo urbano, della ripavimentazione del centro storico (ndr. per ora ci si è limitati a parte della piazza del Comune), di completare la messa in sicurezza delle calette, di montare il dissalatore e varare un progetto per le energie alternative. Il tunnel è soltanto un esempio di come bruciare denaro pubblico” dichiarano invece i cittadini.
Mentre Geppino Assenso, sindaco della città, riporta l’attenzione sui benefici che invece il tunnel apporterebbe alla zona, la quale potrebbe così godere di una banchina e di un centro storico pedonale.
“Il tunnel di 300 metri a Ventotene per favorire la circolazione di auto e camion e’ una scelta costosa, inutile allo scopo e dannosa per l’ambiente”. Sostiene invece il geologo Riccardo Caniparoli, esperto di dissesto idrogeologico, “il bando per i lavori, appena pubblicato – osserva l’esperto -, prevede una spesa di quasi 5 milioni di euro per costruire una galleria, pali, micropali e diaframmi in cemento armato. Con questa scelta il Comune di Ventotene dimostra di voler risolvere il problema frane con vecchie logiche di cementificazione del territorio”. “Il tunnel – prosegue – non sembra affatto l’opzione più idonea, sia in termini di compatibilità strutturale delle opere previste con la tipologia delle rocce e dei terreni interessati e sia in termini di interazione tra le opere progettate e l’evoluzione della dinamica degli equilibri ambientali. E’ assurdo oggi pensare di sviluppare una zona turistica che per struttura e vocazione dovrebbe essere fruibile tutta a piedi o con mini taxi elettrici o con impianti su cremagliera o su cavi. E invece – conclude Caniparoli – si pensa sempre a favorire il trasporto su gomma”.
Fonte: Periti.info