Sei milioni per snellire il traffico scavando il sottosuolo

Il sindaco Giuseppe Assenso

Quasi trecento metri di lunghezza, per 6,4 di larghezza, con un costo preventivato che si aggira attorno ai sei milioni di euro: questo il progetto del tunnel che dovrebbe convogliare le auto dal porto, oltre piazza Castello ed il centro dell’isola, approvato, a fine gennaio, dal Consiglio comunale di Ventotene, con sei voti a favore (il sindaco Giuseppe Assenso ed i consiglieri Davide Gargiulo, Umberto Langella, Laura Manzo, Silverio Romano e Modesto Sportiello), due contrari (i consiglieri Anna Impagliazzo e Federico Scanni) ed un astenuto (l’assessore all’Ambiente Pino Pepe).

L’opera, scavata nel tunnel, con ingresso proprio dinanzi alla banchina ed uscita nella zona del campo sportivo, in modo da veicolare il traffico verso via Parata grande, secondo l’amministrazione, servirebbe a ridurre l’impatto delle auto nella zona portuale e nel centro storico dell’isola e, soprattutto, a salvaguadare l’angusto accesso del caratteristico porto romano, dove già si sono verificati alcuni crolli, tanto da essere tutt’ora transennato. Di parere nettamente contrario, gli ecologisti ed alcuni giovani isolani, per i quali, «il progettato tunnel presenta rischi enormi, proprio per la conformazione tufacea dell’isola ed oltre a costituire la fine turistica di Ventotene, cozza con la politica ambietale sinora perseguita, di isola ad emissioni zero». Un’ipotesi alternativa viene proposta dal presidente dell’Ascom-Confcommercio, Pietro Pennacchio, per il quale, esiste un vecchio progetto che prevede una strada con un tunnel di solo 50 metri, che, oltretutto, seguirebbe il percorso di una grotta naturale che andrebbe soltanto consolidata. Pronti a dare battaglia i Verdi, per i quali, Ventotene, l’isola d’Europa e di Spinelli deve tornare ad essere la «perla del Mediterraneo».

Fonte: Il Tempo

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3 risposte a Sei milioni per snellire il traffico scavando il sottosuolo

  1. andrea verde scrive:

    Sono, come si può facilmente intuire dal cognome, di origine ventotenese, e ho frequentato ininterrottamente quest’isola tutte le estati dal 1975 (ovvero da quando avevo un anno) al 1998. Poi un po’ più sporadicamente fino al 2001. Sono tornato quasi per caso dopo 10 anni e sono rimasto molto sconfortato. L’isola crolla. Posti bellissimi non esistono più o sono divenuti irraggiungibili da terra. La spiaggia è ridotta ai minimi termini e nonostante ciò si pensa solo a lucrarci sopra con l’affitto selvaggio di ombrelloni e lettini in stile riviera romagnola. Ma magari si fosse in riviera romagnola, posto infinitamente meno bello dal punto di vista naturale ma almeno gesito con criteri più sensati. Questa storia del tunnel è l’ennesima storia “italiana”: un paese che ha affossato il suo territorio e la sua economia (FIAT docet) in nome del trasporto su gomma. I turisti vogliono portarsi l’auto sull’isola? Per carità, è un loro diritto, ma poi dovrebbero lasciarla al porto. Dopodichè sull’isola gli spostamenti dovrebbero avvenire solo a piedi oppure, per chi ne ha bisogno, unicamente tramite veicoli a motore elettrico. Questo è quello che succede in luoghi che hanno saputo fare turismo sostenibile e lungimirante! Questo è quello che dovrebbe accadere a Ventotene. Ma purtroppo non accade. Inoltre l’isola è sporca e l’accoglienza di molti commercianti è ai limiti dell’inciviltà. Povera isola, se si continua così è destinata a finire male. Altro che “ricacciare indietro la Goletta verde”! Legambiente ha ragione: l’isola ormai è da “maglia nera”! Che tristezza!!!

  2. flavia scrive:

    Non ci sono più spiaggie per bagnanti, abbondano le barche,l’isola sprofonda……
    Ma cosa offre più?Solo soldi alla banda del BUCO

  3. marina scrive:

    A che titolo gli Italiani devono dare 6 milioni di euro per un disastro ambientale.
    A che titolo si devono foraggiare persone senza scrupoli, irrispettosi delle leggi a tutela del territorio,dediti solo ad arricchirsi con soldi pubblici.
    Boicottiamo il turismo sull’isola!
    Solo cosi preserviamo veramente l’isola e le nostre tasche.
    C’è veramente da aver paura, anche se muori trovano sempre una via di scampo,
    dopo ciò che è successo non c’è più da fidarsi.
    Chi porterà più i propri bambini in un posto cosi a rischio.

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