L’urlo!

VENTOTENE…IL FARE…PER DISTRUGGERE.

Son passati quasi otto mesi dal crollo del costone di Cala Rossano a causa del quale morirono mia figlia Sara, la sua amica Francesca e fu ferita gravemente Athena.

La perizia ordinata dalla procura è stata depositata, dalla sua analisi gli inquirenti dovranno decidere a breve, almeno spero, se e chi rinviare a giudizio.

Nell’attesa di tale evento credo sia il caso di esprimermi sul punto della situazione, ovviamente questo è frutto della mia opinione e dei dati da me raccolti, pertanto chiunque è libero di dissentire dal mio pensiero, ancor più se fornito di elementi concreti e contrari.

La tragedia non solo era evitabile ma addirittura è stata “ posta in essere “, non dico sia stata voluta, ma è la normale conseguenza di un “ fare “ negli anni.

Uso il verbo “ FARE “ perché con esso parlo di qualcosa di attivo e perciò ancor più grave della semplice inosservanza delle norme di sicurezza.

CHI E COSA HANNO FATTO PERCHE’ QUESTE DUE RAGAZZE OGGI NON POSSANO PIU’ REGALARCI I LORO SORRISI ?

HANNO FATTO di Ventotene un’isola del tesoro: milioni di euro incassati a fronte di un territorio dall’estensione minima, basta osservare i bilanci comunali…..sono documenti pubblici.

Appalti stratosferici ad una cerchia ristretta di ditte  (quasi sempre le stesse), i cui costi non sarebbero giustificabili neanche se a compiere le opere fossero stati chiamati Van Gogh o Picasso.

Ma Il sindaco, i consiglieri i tecnici non dovrebbero avere l’obbligo del controllo del buon esito dei lavori oltre che della parsimonia dei soldi dei cittadini stessi ?

HANNO FATTO dell’abusivismo edilizio la norma: due case su tre non censite, al fine di reperire alloggi da affittare a peso d’oro ai turisti.

Il che ha portato allo sconvolgimento naturale dell’isola passata da oasi pacifica a progetto di nuova Ibiza del Mediterraneo, con annessa apertura di locali chiassosi, per non parlare del nuovo centro polifunzionale che sotto la parvenza di servizio al cittadino in realtà darà come frutto più importante una megadiscoteca la cui capienza supererà di gran lunga il numero totale degli abitanti di Ventotene  (ometto per ora le generalità della proprietà, finché l’opera non sarà completata potrei sempre essere smentito).

La cementificazione massiccia incrementata anche con la cambiata destinazione d’uso dei vecchi vasconi borbonici per la raccolta e corretta canalizzazione delle acque pluviali in mura di cinta di case e ville  (quasi sempre abusive).

Ma il sindaco, i consiglieri, i tecnici non dovrebbero avere l’ obbligo del controllo del territorio e delle leggi italiane, come è possibile non scorgere tali opere, la loro vista è sempre stata abbagliata dal sole, eran sempre girati di schiena ?…e parliamo di un fazzoletto di terra.

HANNO FATTO del voto elettorale lo strumento per perpetrare impunemente quanto sopra: il sindaco ha rinnovato la sua carica grazie ad un “suffragio bulgaro “ ottenendo il 77 % delle preferenze dai concittadini. E’amore, timore o convenienza? E’ il miglior sindaco del mondo, è la personalità più temuta e da ossequiare per il potere personale e delle sue amicizie, o è colui da sostenere in virtù della sua permissività nei confronti della trasgressione dei suoi concittadini alle norme giuridiche e ambientali?

Persino la Guardia Costiera ha chiuso il suo ufficio nel comune di Ventotene per emigrare sulla terraferma a causa dell’ostracismo dell’amministrazione locale ogni qualvolta si cercasse di far valere il diritto.

HANNO FATTO del silenzio sulla pericolosità della spiaggia di Cala Rossano lo strumento attivo per incrementare il turismo.

Erano perfettamente a conoscenza delle franosità precedenti e certificate negli immediati dintorni, hanno messo e rimosso transenne di pericolo in rapporto all’alta o bassa stagione. Si son preoccupati soltanto di allertare i concittadini dallo stazionare a ridosso dei costoni, perché che prima o poi sarebbe venuto giù era un fatto certo, solo il quando era aleatorio, mai hanno allarmato le scolaresche e i turisti che giungendo dalla terraferma hanno alimentato le tasche di albergatori, ristoratori,  commercianti, circoli velici o proprietari di case da affittare. Inoltre hanno lasciato tale zona senza reti di contenimento, né cartelli per preservare l’antico splendore della natura selvaggia in balia dei venti e delle maree.

Hanno omesso di partecipare alle conferenze programmatiche del Piano per l’Assetto Idrogeologico forse per non dover mentire nero su bianco sulla reale situazione di quel solo 5 % dell’ isola certificato erroneamente sicuro, guarda caso proprio le due spiagge più comode come accessibilità e più attive commercialmente, senza mai trovare motivo di osservazioni da fare ai relatori di tale mappatura.

E che dire quindi del sindaco che sventolando la cartina certificante la sicurezza di Cala Rossano, grazie anche alla gestione della sua amministrazione per i motivi di cui sopra, disse che mai si sarebbe aspettato un crollo in quella zona rafforzando tale affermazione in virtù del massimo impegno da lui profuso a salvaguardia del territorio. Ma Legambiente proprio sei mesi prima aveva posto Ventotene all’ultimo posto tra i comuni costieri del Lazio per quanto riguarda la mitigazione del rischio idrogeologico.

Ma il sindaco, i consiglieri, i tecnici non dovrebbero avere l’obbligo di prendere in considerazione tale relazione ed attuare i dovuti accorgimenti volti a porre come priorità la salvaguardia di tutti i cittadini indistintamente dal luogo di residenza e di provenienza ?

A fronte di tutto questo FARE,

…il risultato è stato …di DISTRUGGERE

…le VITE di

SARA E FRANCESCA ……………………..

(Bruno Panuccio 02/12/2010 da Facebook)

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3 risposte a L’urlo!

  1. marina scrive:

    Leggiamo attentamente!

    Atto Camera

    Interrogazione a risposta scritta 4-06903
    presentata da
    ELISABETTA ZAMPARUTTI
    martedì 27 aprile 2010, seduta n.312

    ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. –
    Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per i beni e le attività culturali.
    – Per sapere – premesso che:

    il 21 aprile 2010, nell’isola di Ventotene, due ragazzine, F.C. (13 anni) e S.P. (14), di una scuola media romana sono morte a causa della frana di una parete di tufo crollata improvvisamente sulla spiaggia di Cala Rossano;

    il problema del dissesto idrogeologico a Ventotene è stato affrontato legandolo ad eventi atmosferici come dimostrano le ordinanze adottate dal sindaco nel 2008 che hanno dichiarato lo stato di calamità naturale;

    tuttavia mancherebbe un piano regolatore, in assenza del quale dilaga l’abusivismo edilizio: secondo fonti locali vi sarebbero 1.750 appartamenti presenti contro i 560 accatastati;

    risulta in corso di realizzazione, in prossimità del terreno franato, un edificio polifunzionale, la cui struttura edilizia, dovrebbe comprendere aule, uffici di segreteria, biblioteca, sala mensa e annessi locali cucina, buvette, foresteria;

    il 24 marzo 2009 il sindaco di Ventotene aveva emanato un’ordinanza in cui chiedeva la chiusura parziale, mediante opportuno transennamento del muro stradale, di via Cala Rossano (ad una distanza di qualche centinaia di metri dal luogo della tragedia) per una lunghezza di 41 metri e il monitoraggio delle lesioni presenti sul muro per verificare eventuali smottamenti e l’immediata interdizione al traffico dei veicoli;

    il 5 dicembre 2008, la regione Lazio, a seguito di sopralluoghi per danni da eventi atmosferici, nella relazione finale al comune di Ventotene e agli organi regionali competenti per l’impegno di spesa oltre a prendere atto della precaria situazione d’emergenza, nelle conclusioni sottolineava la necessità di uno studio geologico come base per poter valutare gli interventi possibili per ripristinare le aree interessate dalla calamità;

    Franco Ortolani, ordinario di geologia e direttore del dipartimento di pianificazione e scienza del territorio dell’università di Napoli Federico II ha dichiarato che il costone tufaceo che delimita a sud la spiaggia di Cala Rossano a Ventotene che è stato interessato da un crollo di massi che ha causato due giovani vittime, anche se non era stato classificato a pericolo di frana, di fatto era instabile ed avrebbe dovuto essere classificato come tale;

    «le spiagge sottostanti al costone – ha scritto il geologo in uno studio, fornito anche di una ricca documentazione fotografica – avrebbero quindi dovuto essere interdette ai cittadini. La mancata corretta perimetrazione dei tratti di costone instabili e la mancata interdizione delle sottostanti spiagge ai cittadini ha infatti determinato la presenza dei giovani studenti alla base delle scarpate»;

    alla tradizionale pavimentazione urbana in basolato si sta sostituendo una colata d’asfalto, con conseguenze non solo sul decoro urbano, ma anche sulla possibilità della pioggia di penetrare nel terreno;

    nei lavori di ristrutturazione delle strade dell’isola emergono gravi problematiche, come accaduto per i lavori di via Luigi Jacono, una delle tre grandi arterie di Ventotene, il 18 settembre 2009, nel corso dei quali si è aperta una voragine di due metri con una fenditura che ha interessato anche alcune abitazioni con gli abitanti che lamentano che nel rifacimento siano stati collocati centinaia di pilastri «a 20 metri di profondità»;

    le risorse che risultano essere state destinate alla messa in sicurezza del comune di Ventotene riguardano quelle del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare per un finanziamento pari a 1,79 milioni di euro per gli interventi di consolidamento e messa in sicurezza della parete rocciosa del solo porto romano -:

    se sia vero che le sole risorse destinate alla messa in sicurezza di Ventotene riguardano 1,79 milioni di euro per il solo porto romano;

    se si sia provveduto a far realizzare lo studio geologico sull’isola come chiesto dalla Regione nel 2008;

    per quali motivi si sia realizzato un edificio polifunzionale in un’isola che è «Riserva naturale statale ed area marina protetta» nonché sottoposta al vincolo paesaggistico ai sensi del decreto legislativo n. 42 del 2004 e successive modificazioni e integrazioni e sulla base di quali autorizzazioni;

    se per la realizzazione del centro polifunzionale siano state rispettate tutte le norme e quale sia stato il livello di coinvolgimento di dirigenti della riserva naturale marina e del parco terrestre dell’isola di Ventotene, considerato che l’isola di Ventotene è tutelata ai sensi del decreto ministeriale 11 maggio 1999 quale «Riserva naturale statale ed area marina protetta» nonché sottoposta al vincolo paesaggistico ai sensi del decreto legislativo n. 42 del 2004 e successive modificazioni e integrazioni;

    per quali ragioni si continuino a realizzare opere che comportano colate di cemento in un territorio così pregevole e delicato;

    quale esito abbia avuto il monitoraggio delle lesioni presenti lungo via Cala Rossano, per il quale ne era stato disposta la chiusura e l’interdizione al traffico dei veicoli;

    se e quali provvedimenti il Governo intenda adottare al fine di realizzare un piano straordinario di interventi strutturali per la messa in sicurezza dell’isola di Ventotene con lo scopo di scongiurare seri pericoli per l’incolumità degli abitanti e preservare il patrimonio naturalistico ed ambientale che risulta essere l’essenza vitale dell’isola. (4-06903)

  2. peppia scrive:

    Io, posso solo immaginare il dolore di un padre, sento il suo urlo e a questo urlo di dolore io non ho nulla da dire. Il pudore e il rispetto per questo dolore mi impone il Silenzio.

    Evitiamo però signora flavia il facile qualunquismo, che Quello si, suona falso e stonato, evitiamo il falso buonismo delle parole come “catena della giustizia e dell’amore” quando da queste stesse sue parole traspare l’esatto contrario.

  3. flavia scrive:

    Sempre peppia tra i suoi commenti scrive: Non solo la giustizia DEVE essere uguale per tutti, ma DEVE anche essere esercitata nella aule dei tribunali, non sui giornali nè sul web.
    La paura è che si possa risolvere come per la strage della Loggia a Brescia: nessuno è Stato.
    E’ tale la catena degli interessi economici sul crollo di Ventotene che potrebbe essere più forte della catena della giustizia e dell’amore.Don Vincenzino non muore !
    Coraggio Bruno siamo tutti con te!

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