Brutta avventura per un istruttore sub a Ventotene

Un’immersione che di certo in molti non scorderanno più, quella che ha tenuto in allarme ieri pomeriggio un gruppo di subacquei nel mare dell’isola di Ventotene. Un istruttore al termine della risalita in superficie, quando la sua figura era già visibile e le bolle della bombola perfettamente evidenti, è scomparso alla vista dei compagni. Immediata è scattata la richiesta di soccorso alla Guardia costiera che ha raggiunto il punto e partecipato con gli altri sub, per ben tre ore alle operazioni di ricerca.

Solo alle 20,30 è arrivata la notizia del ritrovamento dello sportivo, in vita, in località Cala Battaglia. Da una prima sommaria ricostruzione fatta dalla Guardia Costiera di Ponza, l’uomo sarebbe stato colto da malore e rimasto privo di coscienza sul fondo del mare. E’ stato dunque probabilmente il respiratore, al quale è rimasto attaccato nonostante il malore, a salvargli la vita. Se così fosse sarebbe davvero una specie di miracolo. Una volta ripresosi, avendo grande esperienza, l’uomo sarebbe risalito gradualmente per evitare problemi di embolia, quindi sarebbe stato avvistato dal pescatore sportivo che lo ha soccorso. Sbarcato infine nel porto Romano di Ventotene è stato elitrasportato al Goretti di Latina.

Alle ricerche hanno preso parte oltre ai subacquei presenti, altri successivamente intervenuti in loro aiuto, e che hanno effettuato numerose immersioni tutte con esito negativo.

Fonte: Radio Luna

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Tavolo tecnologia con Acqualatina: lo chiede il sindaco di Ventotene

“Chiediamo di riunire in tempi brevi un tavolo tecnico con Regione Lazio e Acqualatina”. Lo dichiara il sindaco di Ventotene, Gerardo Santomauro, in merito alla vicenda della realizzazione del dissalatore sull’isola pontina. “Non siamo contrari a tale opera – spiega il primo cittadino – ma contestiamo il posizionamento e il metodo utilizzato dal gestore idrico di imporre le proprie scelte senza tenere nella debita considerazione le ragioni di tutela ambientale. In particolare, il pozzo di prelevamento posizionato nell’ambito del porto nuovo non ci sembra adeguato, in quanto a ridosso del passaggio di navi di linea e da diporto, sovrapponendosi per giunta ad un’area demaniale, già concessa in uso al Comune di Ventotene. A questo si aggiungono i problemi derivanti dall’imponente rilascio di salamoia nello specchio acqueo interessato che, ricordiamo, ricade in un’area marina protetta che deve essere salvaguardata”.

“Acqualatina – prosegue il sindaco Santomauro – ci ha imposto quest’opera senza alcun confronto e ora dichiara di recedere dal protocollo d’intesa. Un’operazione che noi contestiamo, in quanto il gestore idrico ha il dovere di realizzare l’impianto, rispettando gli obblighi imposti dalla legge. Il Comune ribadisce la sua volontà di collaborazione con le istituzioni coinvolte, ma, al tempo stesso, non può sottrarsi al suo dovere istituzionale di controllo sulla conformità alla legge delle opere da realizzare. Collaborazione non significa supina accettazione di proposte contrarie all’interesse della collettività. Non siamo contrari al dissalatore, perché rappresenta una garanzia di approvvigionamento idrico per l’isola ma devono essere comprovate l’economicità e la tutela dell’ambiente”.

Gerardo Santomauro, sindaco di Ventotene

“Chiediamo, pertanto – aggiunge – un confronto serio in un tavolo tecnico con Regione e gestore idrico, nel quale discutere alla pari, a difesa della tutela dei cittadini e dell’ambiente marino, nel quale rivedere il posizionamento del dissalatore in un’altra zona più idonea. Ribadiamo, infine, che le mancanze di Acqualatina non ricadano sui cittadini e diciamo fin da subito no ad eventuali aumenti tariffari, specificando apertamente che unica condizione necessaria affinché il Comune prenda parte alle discussioni di ordine tecnico è il mantenimento delle bollette a una soglia non superiore a quella antecedente alla gestione di Acqualatina.

In sintesi, noi proponiamo che, nel rivedere il progetto del dissalatore, si consideri il sale che residua dopo il processo di dissalazione (la cosiddetta salamoia) non più come uno scarto industriale da sversare in mare, compromettendo l’ambiente incontaminato dell’Area Marina Protetta, ma come una risorsa da utilizzare, attraverso specifiche metodologie di cristallizzazione, per scopi legati a trattamenti estetici, per gli acquariofili e altri utilizzi in campo alimentare e agricolo.

In più, tenendo presente che ci troviamo in un’area Sic (Sito di interesse comunitario) e Zps (Zona di protezione speciale), chiediamo che si studi l’impiego di fonti di energia ecosostenibile per alimentare il dissalatore e non l’utilizzo di carburanti di origine fossile che andrebbero ad inquinare un ecosistema così fragile come quello di Ventotene”.

Fonte: TempoReale.info

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Ventotene: per chi suona la campanella

Il Prefetto di Latina, Pierluigi Faloni e il sindaco di Ventotene Gerardo Santomauro

La scuola rischia di chiudere? La salvino i migranti. Suona più o meno così l’idea del sindaco di Ventotene per evitare che l’isola resti senza l’elementare e la media.

Il primo cittadino ha colto l’occasione dell’inaugurazione dell’elisuperficie di Santo Stefano, avvenuta mercoledì scorso, per discutere con il Prefetto di Latina, Pierluigi Faloni, proprio di questo problema. La proposta di Santomauro è quella di lavorare a stretto contatto con la Prefettura e con i servizi sociali di altri Comuni per far giungere famiglie meno abbienti, dando agevolazioni al fine del trasferimento sulla piccola isola pontina. A questa proposta si affiancherebbe anche un progetto di immigrazione “controllata e selezionata”, per ospitare un gruppo di una cinquantina di richiedenti asilo, insomma almeno due o tre famiglie che con i loro bambini, in tenera età, possano perseguire due obiettivi: si tratta di dar vita da una parte a un processo di scolarizzazione e di formazione di cittadinanza europea, e dall’altra dare un futuro all’istituzione scolastica della seconda isola pontina.

Ma qual è il problema? A settembre chiude la scuola media. Sull’isola, infatti, è rimasta una sola bambina per la quale non potrà essere garantita la formazione di una classe, con tanto di professori a tenere lezione. Per tale motivo, la sua famiglia si trasferirà a Formia per farle frequentare la scuola dell’obbligo. Il sindaco Gerardo Santomauro sta cercando una soluzione per scongiurare che anche la scuola elementare possa subire lo stesso destino. Infatti, la famiglia della bambina porterà con sé altri tre piccoli – che frequentano proprio l’elementare – svuotando l’istituto scolastico che attualmente conta sei soli iscritti .

Fonte: Il Messaggero

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Partata di governo a Santo Stefano

Sono giunti sull’isola di Ventotene il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del turismo, Dario Franceschini, e il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Maria Elena Boschi per inaugurare l’elisuperficie, prima tappa del percorso di recupero, restauro e di restituzione alla pubblica fruizione dell’ex Carcere di Santo Stefano, già finanziato con 70 milioni nella delibera Cipe del maggio 2016.

L’elicottero di Stato sul quale erano a bordo i membri del governo è atterrato dapprima alle 11.49 in punto sull’elisuperifice dell’isola di Ventotene, sita affianco al cimitero comunale, per prelevare il Prefetto di Latina Pierluigi Faloni e il sindaco Gerardo Santomauro, accompagnato dal vicesindaco Modesto Sportiello (l’assessore Francesco Carta è stato invece trasportato con un mezzo della Guardia di Finanza), per poi raggiungere la tappa dell’isola di Santo Stefano alle 12. Una cerimonia blindatissima, alla quale hanno preso parte soltanto i membri dello staff del ministro e del sottosegretario, l’amministrazione comunale e le forze dell’ordine. Esclusa la stampa.

L’elisuperfice è stata realizzata nella zona attigua al dismesso carcere borbonico di Santo Stefano dal genio dell’Aeronautica militare di stanza presso l’aeroporto di Ciampino.

Proprio ieri la Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, il Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Dario Franceschini, il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e il Direttore dell’Agenzia del Demanio, Roberto Reggi, hanno firmato a Palazzo Chigi il Contratto istituzionale di sviluppo per il recupero e la rifunzionalizzazione dell’ex carcere borbonico dell’isola.

Fonte: Il Messaggero, Latina24Ore, TempoReale.info

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Firmato il Contratto istituzionale per il recupero dell’ex carcere di Santo Stefano. Domani l’inaugurazione dell’eliporto

Nella giornata di oggi, presso Palazzo Chigi, la Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, il Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Dario Franceschini, il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e il Direttore dell’Agenzia del Demanio, Roberto Reggi, hanno firmato il Contratto istituzionale di sviluppo per il recupero e la rifunzionalizzazione dell’ex carcere borbonico dell’isola di Santo Stefano.

A tal scopo, nella giornata di domani, 2 agosto, si terrà presso l’isola pontina in cui furono confinati Pertini, Spinelli e Terracini, l’inaugurazione di un nuovo eliporto, alla presenza della Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, e dei Ministri Roberta Pinotti e Dario Franceschini.

Fonte: elle22Press.com

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Colpo su colpo

E’ arrivata oggi la quarta ordinanza sindacale, che ha bloccato per l’ennesima volta i lavori al dissalatore di Ventotene. “Nella giornata di oggi, 31 luglio – si legge nella nota di Acqualatina – è pervenuta l’ennesima ordinanza sindacale finalizzata al blocco dei lavori per l’installazione del dissalatore a Ventotene. È il quarto atto del genere emesso in pochi giorni, dopo quello del 24 giugno, del 19 luglio e del 25 luglio. Contro le prime tre ordinanze la Società ha ottenuto pronuncia favorevole del TAR.

In data odierna, alla luce dell’ordinanza, Acqualatina ha comunicato ufficialmente alla Regione Lazio che, in presenza della reiterata violazione da parte del Comune di Ventotene degli obblighi di cui al Protocollo d’intesa, siglato nel mese di settembre 2015 dai Comuni di Ventotene e Ponza, dalla Regione Lazio, dall’ATO4 e da Acqualatina stessa, il Protocollo si considera decaduto e, contestualmente, anche gli obblighi della Società ivi previsti.

Da domani, 1 agosto, la Società non si ritiene più responsabile del rifornimento idrico tramite navi cisterna al Comune di Ventotene, fino alla messa in funzione del dissalatore.

Nelle more del subentro della Regione Lazio, o del Comune, nella fornitura, al fine di garantire la necessaria continuità, la Società assicurerà il servizio addebitando i relativi costi alla Regione Lazio.

Il dissalatore avrebbe dovuto essere attivo già dal 7 luglio 2017 e, di conseguenza, il servizio e il costo del trasporto via nave avrebbero dovuto cessare. Così non è stato, in conseguenza dei continui irresponsabili e ingiustificati ostacoli frapposti dal Comune. In base a quanto previsto dal protocollo stesso, dunque, la responsabilità del gestore decade.

Acqualatina, ovviamente, continuerà ad essere responsabile del servizio idrico integrato (distribuzione idrica, fognatura e depurazione) nell’Isola di Ventotene, ma non del trasporto via nave; la Società, comunque, ricorrerà nelle sedi opportune, come fatto finora, al fine di completare i lavori per l’installazione del dissalatore, in notevole ritardo a causa dei diversi atti dell’Amministrazione comunale”.

Fonte: TempoReale.info

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Dissalatore di Ventotene: le ragioni del no

Il sindaco di Ventotene, Gerardo Santomauro, spiega le ragioni del no al dissalatore in una lunga lettera inviata al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Sig. Gian Luca Galletti, alla Sottosegretaria all’Ambiente Sig.ra Silvia Velo, al Presidente della Regione Lazio, Sig. Nicola Zingaretti, all’Assessore alle Infrastrutture della Regione Lazio, Sig. Fabio Refrigeri, ARPA LAZIO, Alla Presidente della Provincia di Latina, Sig. Eleonora Della Penna, alla Soprintendenza per i Beni Architettonici ed Ambientali del Lazio, alla Capitaneria di Porto di Gaeta, alla Conferenza dei Sindaci di ATO 4 Latina, alla società Acqualatina.

“L’Ente Gestore idrico di ATO 4 Latina (Acqualatina) – si legge nella missiva – sta procedendo all’installazione sul porto di Ventotene di un dissalatore temporaneo per la produzione di acqua potabile a servizio dell’isola. A parte le irregolarità di tipo amministrativo/urbanistico ( attualmente mancanza di titolo concessorio, etc.) il dato rilevante della nostra contrarietà è rappresentato dallo scarico della salamoia nell’Area Marina Protetta di Ventotene e Santo Stefano, istituita con Decreto del Ministero dell’Ambiente del 12 Dicembre 1997 (GU n. 45 del 24 Febbraio 1998). Questo problema fu sollevato già in data 5 Maggio 2017 durante un incontro pubblico con Acqualatina, promosso dalla Commissaria della Prefettura di Latina Laura Mammetti.

Gerardo Santomauro, sindaco di Ventotene

Lo scarico della salamoia dovrebbe avvenire nella zona C dell’AMP, a meno di 250 metri dalle praterie di Posidonia comprese tra Ventotene e Santo Stefano. I dati citati in progetto circa la localizzazione della Posidonia risalgono al 1996 ma è proprio in quel tratto che questa alga è presente e rigogliosa raggiungendo anche la profondità limite di quaranta metri. Inoltre le valutazioni sulle conseguenze dello smaltimento sui fondali sono state fatte in via teorica senza tenere in alcun conto quello che avviene realmente in mare secondo gli effetti delle correnti e dei venti. E’ appena il caso di ricordare che le praterie di Posidonia sono tutelate tramite apposita istituzione delle cosiddette aree S.I.C. (Siti di Importanza Comunitaria) che sono inserite, come ambienti da tutelare, nella direttiva Habitat 92/43 CEE, recepita nella legislazione italiana con il DPR n.357 del 8/9/1997.

Non siamo contrari per principio all’impiego dei dissalatori ma abbiamo tutto il diritto (e anche il dovere) di tutelare i nostri fondali e l’ecosistema marino, ritenendo che lo smaltimento di qualsiasi inquinante (salamoia e prodotti chimici di manutenzione) non possa nè debba avvenire necessariamente in mare, né tanto meno nell’Area Marina Protetta.

L’Ente Gestore Acqualatina ha sempre sostenuto che il processo della dissalazione è di tipo meccanico e dunque non bisognevole di valutazione di impatto ambientale ma è innegabile che il prodotto finale, la salamoia (ma anche detergenti acidi ed alcalini per la manutenzione delle membrane), abbia effetti negativi di tipo chimicobiologico sui fondali e l’ecosistema marino. La stessa Provincia di Latina ha concesso il nulla osta per 4 anni di esercizio specificando che tale autorizzazione potrà essere revocata in caso di danno ambientale.

Chi controllerà l’eventuale danno? Chi oggi certifica da dove e da cosa si parte? Con la premessa della procedura meccanica è stata evitata ogni Valutazione di Impatto Ambientale che invece la normativa vigente impone a tutti quei processi che determinano sversamento di reflui in grado di apportare modifiche sostanziali alle caratteristiche chimico fisiche dei corpi idrici recettori. Per quanto detto si chiede a tutti gli Enti in indirizzo di riconsiderare lo scarico di salamoia (ed altre sostanze chimiche) così come previsto in progetto. Resta il fatto che se l’Ente Gestore porta via i reflui o ne garantisce lo smaltimento senza il benchè minimo danno all’ecosistema marino della Area Protetta, non ci sarebbe alcuno ostacolo all’installazione e al funzionamento del dissalatore.

D’altra parte – conclude Santomauro – resta incomprensibile la ragione per la quale si è voluto riconoscere l’inopportunità di sversare salamoia concentrata presso il porto di Formia mentre si tenta ostinatamente di sversarne nell’Area di Riserva Marina Protetta di Ventotene e Santo Stefano”.

Fonte: TempoReale.info

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Ventotene: parata di governo per S. Stefano

Un piccolo ma significativo passo in avanti verso il recupero del carcere borbonico sull’isolotto di Santo Stefano. Con questo obiettivo il sindaco di Ventotene, Gerardo Santomauro, ha confermato l’arrivo mercoledì prossimo, alle 11.30, di tre autorevoli rappresentanti del governo Gentiloni sulla seconda isola pontina. Si tratta dei Ministri della Difesa e dei Beni e attività culturali, Roberta Pinotti e Dario Franceschini e della sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi. Inaugureranno un’elisuperfice nella zona attigua alla palazzina uffici del reclusorio chiuso nei primi anni sessanta dopo aver ospitato, nel corso di quasi due secoli, ergastolani, prigionieri politici e antifascisti.

L’elisuperfice, realizzata dal genio dell’Areonatica militare di stanza presso l’aeroporto di Ciampino, è stata considerata un’alternativa all’impossibilità di creare un attracco a mare, in località “Marinella”, dal momento che l’isolotto di Santo Stefano fa parte dell’area protetta omonima e di Ventotene. I Ministri Pinotti e Franceschini e la sottosegretaria Boschi terranno anche una conferenza stampa presso l’Auditorium comunale “Terracini” e faranno il punto dei lavori del tavolo tecnico insediato dall’ex governo Renzi per il recupero del carcere di Santo Stefano, peraltro finanziato dal Cipe per 70milioni di euro. Vi fanno parte la Presidenza del consiglio dei ministri, i Ministeri dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dell’Ambiente e della Difesa, l’Agenzia del Demanio, la Regione Lazio, il Comune di Ventotene e la Riserva Naturale Statale.

Un grande investimento ideale. Così si era espresso l’ex premier Matteo Renzi nelle due visite, nel gennaio e nell’agosto dello scorso anno, a Ventotene quando aveva annunciato lo stanziamento di questo maxi finanziamento del comitato interministeriale per la programmazione economica per realizzarvi un campus universitario per la formazione di giovani europei e dare così una vera casa a quei valori nati con il Manifesto per un’Europa libera ed unita di Altiero Spinelli. Dopo l’annuncio di Renzi era stato consegnato un rilievo fotografico in 3d indispensabile per monitorare la salute della storica struttura e per il via agli interventi di restauro. Inoltre era stato consegnato uno studio di fattibilità, che prevedendo la realizzazione di un possibile approdo nella zona di Marinella, definiva la zona e i tempi necessari per realizzare l’eliporto. La struttura ora è stata completata e dovrebbe, di fatto, accelerare la fase la fase ‘autorizzativa’ del progetto di cui si sta occupando – compresa la gestione – la società “Invitalia”.

“Oltre al restauro stiamo raccogliendo idee e progetti per la destinazione di un luogo così simbolico, che non può che essere destinato sia al ricordo del Manifesto di Ventototene e alla storia del carcere, che al futuro, cioè alla formazione di giovani dell’Europa e del Mediterraneo” – ha dichiarato di recente il Ministro per i beni e le attività culturali Franceschini. Ma un monito al governo Gentiloni a fare presto l’aveva lanciato soltanto in aprile, in occasione di una visita istituzionale a Gaeta, il neo presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani: aveva definito “lungimirante” il progetto ma aveva chiesto all’esecutivo di rispettare gli impegni per la conclusione dei lavori entro il 2020.

Il carcere di Santo Stefano è stato costruito nel 1797 da Re Ferdinando IV di Borbone: tre piani, tre gironi circolari fatti solo di angusti buchi di detenzione, con un’architettura progettata da Francesco Carpi sul modello del tremendo Panopticon teorizzato dal giurista Jeremy Bentham con l’idea di permettere a un secondino di sorvegliare tutti i detenuti senza che questi potessero capire se erano controllati o no. Si estende per quasi 30 mila metri quadrati con oltre 200 celle progettate per “dominare le menti dei detenuti”, nell’Ottocento vi soffrirono i padri del Risorgimento, negli anni bui del fascismo ospitarono uomini che hanno fatto l’Italia di oggi e l’Europa, da Altiero Spinelli a Sandro Pertini, da Umberto Terracini a Mauro Scoccimarro.

In abbandono dal 1965 il maestoso carcere borbonico di Santo Stefano, quasi un’Alcatraz italiana, ha tutti i titoli per inserirsi fra i simboli della cultura e dell’identità europea da recuperare con l’apporto delle stesse istituzioni del vecchio continente.

Fonte: TempoReale.info

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Dissalatore di Ventotene: interviene la politica

La sottosegretaria al Ministero dell’Ambiente Silvia Velo, intervenuta a Formia alla conferenza “La tutela dei Mari e delle Aree Marine Protette” insieme al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Maria Teresa Amici ha analizzato la vicenda del dissalatore a Ventotene. Dopo aver ascoltato la relazione di Francesco Carta ha proposto una sua mediazione. Tutti i particolari nel video.

Di seguito il comunicato del circolo Pd di Formia Diana Piancastelli che ha organizzato l’incontro. “Si è tenuta presso la sala Sicurezza del Comune di Formia la conferenza dal titolo “La tutela dei Mari e delle Aree Marine Protette”. Sono intervenuti: la Sottosegretaria all’Ambiente On.le Silvia Velo, la Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio l’On.le Maria Teresa Amici, il Direttore del Parco Nazionale del Circeo Dr. Paolo Cassola. Si è trattato di un incontro ricco di spunti ed iniziative su tre temi: ruolo del Ministero dell’Ambiente nell’Area Sensibile del Golfo di Gaeta e per la tutela dell’Area Marina Protetta di Ventotene e Santo Stefano, potenzialità e sinergia del Parco Nazionale del Circeo con le isole pontine ed il Golfo di Gaeta. Ha introdotto i lavori il Coordinatore del Circolo “Giuseppe Piancastelli – Giuseppe Diana” di Formia, dr. Francesco Carta, che ha mostrato con immagini e dati dello studio “Samobis” come l’adeguamento dei depuratori (abbattimento dell’Azoto e del Fosforo), già previsto con fondi di 3 milioni e 600 mila euro nel 2006-2007 (giunta Marrazzo, cancellati poi dalla Polverini) e lo spostamento su fondali di 40 metri (in off shore) degli allevamenti di pesce e mitili, restano fattori dirimenti per l’attuazione dell’Area Sensibile del Golfo di Gaeta (delibera della Giunta Regionale n. 116 del 19 02 2010). Altro tema ha riguardato la tutela dell’Area Marina Protetta di Ventotene e Santo Stefano, in particolare la protezione della “Posidonia”, pianta protetta dalle direttive europee (direttiva Habitat 92/43 CEE, recepita nella legislazione italiana con il DPR n.357 del 8/9/1997) che insiste sui fondali a meno di 200 metri dalla diga foranea del porto di Ventotene.

Su questo tema è stato ribadito che l’impedimento all’installazione del dissalatore è legato, oltre che a problemi di carattere urbanistico, soprattutto al danno dei fondali perpretato dallo scarico della salamoia, il cui smaltimento, se fatto in maniera corretta in modo da garantire l’integrità dei fondali (e della Posidonia) dell’Area Marina Protetta, consentirebbe ampia collaborazione da parte dell’Amministrazione di Ventotene. D’altra parte resta incomprensibile come non si voglia accogliere questa richiesta al pari di quanto fatto per il Comune di Formia dove, proprio per le stesse ragioni, il dissalatore non è stato collocato. Sono poi intervenuti il Direttore del Parco Nazionale del Circeo Paolo Cassola e la Sottosegretaria Maria Teresa Amici che hanno sottolineato l’importanza di fare rete e di mettere in sinergia il patrimonio ambientale del Parco del Circeo con quello dell’arcipelago ponziano e del golfo di Gaeta. Insomma bellezze naturali, storia, monumenti e cultura per realizzare un potente volano per l’economia marina e turistica del basso Lazio. Sono intervenuti tra gli altri il Consigliere Comunale di Ponza dr. Gennaro Di Fazio, il direttore del Parco “Riviera d’Ulisse” Ing. Roberto Rotasso, l’Ing. Marcello Di Marco di Gaeta che ha suggerito di adottare norme precise sulla installazione dei dissalatori. La Biologa Paola Villa, in rappresentanza del Comitato Popolare del Golfo, ha riferito di numerose iniziative, purtroppo rimaste inascoltate, sull’inquinamento del porto commerciale di Gaeta, in primis per lo scarico ed il trasporto del Pet-Coke. Il Viceministro Silvia Velo ha assunto l’impegno di promuovere un confronto in sede ministeriale su queste problematiche e trovare adeguate soluzioni”.

Fonte: TempoReale.info

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Dissalatore: 3 a 3 tra Acqualatina (con il TAR) e il Comune di Ventotene

“Nella giornata odierna, il Tar dal Lazio ha accolto l’istanza di Acqualatina contro l’ennesima ordinanza del Comune di Ventotene volta a bloccare i lavori di installazione dell’impianto dissalatore.” Lo scrive in una nota stampa il gestore idrico Acqualatina.

Si tratta del terzo pronunciamento consecutivo del Tribunale a favore del Gestore, in un arco temporale di 30 giorni.
“Siamo soddisfatti – interviene Besson, Ad di Acqualatina – che ancora una volta nelle sedi depurate sia prevalso il buonsenso, ma il perseverare di un clima così palesemente ostile è quanto mai dannoso, per la collettività. Come già detto, ogni ulteriori stop ai lavori di installazione comporta un aggravio in termini di tempi e costi, e di questo, come gestore di un territorio ampio come l’ATO4, dobbiamo renderne conto all’insieme degli utenti. Siamo già in ritardo di più di due settimane con l’attivazione.”

“Dal canto nostro – continua la nota – confermiamo il massimo impegno, e siamo già nuovamente al lavoro per rendere operativa, già dall’estate 2017, l’unica soluzione in grado di garantire il servizio, soprattutto vista la situazione di crisi idrica diffusa che tutti ormai conosciamo. Siamo di fronte al terzo tentativo dell’Amministrazione comunale, posto in essere nell’arco temporale di 30 giorni, diretto a impedire il completamento dei lavori e l’attivazione dell’impianto di dissalazione, ormai in fase di ultimazione. I primi due, l’ordinanza sindacale del 24 giugno, e l’ordinanza del Capo Area 6 del 19 luglio erano stati entrambi sospesi con decreto cautelare del TAR Lazio, su istanza di Acqualatina. Si ricorda che il dissalatore è un’opera prevista dal Protocollo d’Intesa siglato da Regione Lazio, Comune di Ventotene, Comune di Ponza, Ato4 e Acqualatina nel 2015.”

Fonte: H24OreNotizie

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