Ventotene: ancora agli arresti la cricca Assenso

Geppino Assenso, Pasquale Romano, Daniele Coraggio, Antonio Langella e Claudio Santomauro, gli amministratori e imprenditori arrestati il 23 maggio a Ventotene

Il secondo collegio del Tribunale del Riesame di Roma si è riservata la decisione se annullare o meno, entro i prossimi cinque giorni, l’ordinanza di arresto notificata dal Gip del Tribunale di Cassino Salvatore Scalera a cinque tra ex amministratori e tecnici del comune di Ventotene e imprenditori dell’isola con l’accusa di pilotare l’esito di alcuni appalti pubblici a favore di imprese “amiche” con l’intento di ottenere finanziamenti da parte della Regione e favorire anche il voto di scambio. I legali dell’ex sindaco Giuseppe Assenso, dell’ex assessore al turismo del comune Daniele Coraggio, dell’ex responsabile della ripartizione tecnica comunale Pasquale Romano e degli imprenditori isolani Claudio Santomauro e Antonio Langella, hanno prodotto una mole di documenti per motivare la loro istanza che – a loro dire – non è mai stata suffragata da gravi indizi di colpevolezza.

Gli avvocati Luca Scipione, Pasquale Cardillo Cupo, Antonio Zecca, Caterina Suppa e Arturo Bongiovanni hanno innanzitutto contestato la reiterazione del reato dal momento che soprattutto il sindaco Assenso, l’ex assessore Coraggio e l’ex dirigente Romano non occupano da tempo i rispettivi incarichi pubblici. All’udienza davanti i giudici del Riesame ha partecipato il magistrato titolare delle indagini, il sostituto Procuratore Roberto Nomi Bulgarini che, a sorpresa, ha chiesto la revoca dei domiciliari per il solo l’ex sindaco Assenso – misura trasformata con il divieto di dimora a Ventotene – alla luce dei nuovi sviluppi venutisi a creare sull’isola pontina dopo l’appuntamento elettorale di domenica con l’elezione del neo sindaco Gerardo Santomauro.

Il Riesame si è riservato la decisione così come valuterà se accogliere o meno le istanze del collegio difesa sulla legittimità di talune intercettazioni ambientali effettuate in un periodo successivo a quello autorizzato dalla Procura di Cassino.

Fonte: TempoReale.info

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Ventotene: archiviata l’era Assenso

Gerardo Santomauro, nuovo sindaco di Ventotene

E’ Gerardo Santomauro il nuovo sindaco di Ventotene. Una svolta per l’isola che elegge, per la prima volta, un “esterno” benché originario proprio di Ventotene. Il sindaco è un notaio di 47 anni, sostenuto dalla lista “Buona Onda”, già consigliere comunale di opposizione, e ha ottenuto 306 voti (52,94%).

Contro di lui c’era Raffaele Sanzo, 73 anni, ex capo della segreteria del ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni, che si è fermato a 271 voti (46,88%) e rappresentava sostanzialmente chi aveva governato finora.

Sull’isola – sconvolta dagli arresti di qualche settimana fa che hanno coinvolto l’amministrazione uscente, anche se c’era stato il commissariamento per la mancata approvazione del bilancio –  si è scelto il cambiamento

Fonte: Il Messaggero, TempoReale.info

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Ventotene: elezioni ai domiciliari

Saranno discussi lunedì 12 giugno, a poche ore dalla conclusione dell’appuntamento elettorale amministrativo, i ricorsi davanti il secondo collegio del Tribunale del Riesame presentati dai cinque componenti di un’organizzazione che a Ventotene – secondo il Gip del Tribunale di Cassino, Salvatore Scalera – era in grado di pilotare l’esito di alcuni appalti pubblici a favore di imprese compiacenti con l’intento di ottenere finanziamenti da parte della Regione e favorire anche il voto di scambio. I Legali dell’ex sindaco dell’isola Giuseppe Assenso, dell’ex assessore al turismo del comune Daniele Coraggio, dell’ex responsabile della ripartizione tecnica comunale Pasquale Romano e degli imprenditori isolani Claudio Santomauro e Antonio Langella, chiederanno innanzitutto l’annullamento dell’ordinanza di arresto peraltro già al centro di un aspro confronto con il Gip Scalera in sede di interrogatorio di garanzia.

Gli avvocati Luca Scipione, Pasquale Cardillo Cupo, Antonio Zecca, Caterina Suppa e Arturo Bongiovanni innanzitutto contesteranno la reiterazione del reato dal momento che il sindaco Assenso, l’ex assessore Coraggio e l’ex dirigente Romano non occupano da tempo i rispettivi incarichi; i primi due da oltre anno dopo lo scioglimento anticipato del consiglio comunale, il terzo perché destinatario di un provvedimento di sospensione dello stesso Tribunale. In quest’ottica sarà riproposta la sentenza dello stesso Riesame che annullò l’ordinanza di arresto nell’ambito dell’operazione “Olimpia” nei confronti dell’ex sindaco di Latina Giovanni De Giorgi perché, contrariamente alle conclusioni della Procura, non ricopriva più un incarico tale da poter esercitare le dovute pressioni.

Il collegio difensivo proverà a ribaltare il castello accusatorio secondo il quale sarebbero esistiti rapporti di interesse, di complicità, tra gli amministratori e i tecnici del comune di Ventotene con i due imprenditori Santomauro e Langella. Questa presunta contiguità non emergerebbe, infatti, dalle oltre duemila pagine della voluminosa documentazione prodotta dalla Finanza per conto della Procura di Cassino.

Fonte: TempoReale.info

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Ventotene: la cricca non risponde

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere solo perché impossibilitati ad avere copia, ad una settimana degli arresti, della voluminosa documentazione in cui sono riportate analiticamente le accuse mosse dalla Procura della Repubblica di Cassino. Con questi termini il nutrito collegio difensivo ha commentato l’esito di quello che doveva essere l’interrogatorio di garanzia cui erano attesi oggi, davanti il Gip del Tribunale della città martire Salvatore Scalera, l’ex sindaco di Ventotene Giuseppe Assenso, l’ex assessore al turismo del comune Daniele Coraggio, l’ex responsabile della ripartizione tecnica Pasquale Romano e gli imprenditori isolani Claudio Santomauro e Antonio Langella, arrestati la scorsa settimana con le gravi accuse di pilotare l’esito di alcuni appalti pubblici a favore di imprese compiacenti con l’intento di ottenere finanziamenti da parte della Regione finalizzato a favorire il voto di scambio.

Gli imputati, che si trovano ai “domiciliari”, avevano chiesto già da qualche copia di avere copia di tutti gli atti allegati al procedimento penale: le informative di polizia giudiziaria redatte ed inviate dal gruppo di Formia della Guardia di Finanza, i verbali di sequestro effettuate a più riprese presso il comune di Ventotene, quelli degli interrogatori resi nel tempo da tutti gli indagati e copie delle intercettazioni telefoniche ed ambientali. Non disponendo di questi atti ed impossibilitati a rispondere sui rilievi penali contestati dal Pm Roberto Nomi Bulgarini, Assenso, Romano, Coraggio, Santomauro e Langella – in quest’ordine sono comparsi davanti il Gip Scalera – si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

I legali, gli avvocati Luca Scipione, Pasquale Cardillo Cupo, Antonio Zecca, Caterina Suppa e Arturo Bongiovanni, hanno preannunciato la presentazione specifici ricorsi davanti il Tribunale del Riesame, i cui termini scadono venerdì. Il primo a depositarlo, nella giornata di martedì, è stato l’avvocato Scipione per conto dell’ex sindaco Assenso, completamente ristabilitosi dopo il leggere malore accusato all’arrivo dei finanzieri per la notifica dell’ordinanza del Gip Scalera e pronto a difendersi da tutte le accuse che gli vengono mosse.

Fonte: TempoReale.info

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Muto come un pesce

Ricevuti i verbali del gruppo di Formia della Guardia di Finanza per quanto riguarda l’esecuzione delle ordine di custodia cautelare, il Gip del Tribunale di Cassino Salvatore Scalera ha fissato dalle ore 9 di mercoledì mattina gli interrogatori di garanzia per l’ex sindaco di Ventotene Giuseppe Assenso, l’ex assessore al turismo Daniele Coraggio, l’ex responsabile della ripartizione tecnica Pasquale Romano e per gli imprenditori isolani Claudio Santomauro e Antonio Langella, arrestati – ma al momento si trovano tutti ai “domiciliari” presso le loro abitazioni di Formia – con le gravi accuse di pilotare l’esito di alcuni appalti pubblici a favore di imprese compiacenti con l’intento di ottenere finanziamenti da parte della Regione finalizzato a favorire la corruzione elettorale, alias il voto di scambio. Dalle poche indiscrezioni trapelate dall’ufficio del Gip del Tribunale della città martire è stata una circostanza, formale e sostanziale, nello stesso tempo: gli interrogatori dei cinque arrestati si dovrebbero concentrare nella stessa giornata di mercoledì.

Intanto è stato definita, con questo primo adempimento da parte del Gip Scalera, anche la composizione del collegio difensivo, composto dagli avvocati Luca Scipione (assiste l’ex sindaco Assenso), ancora Scipione e Antonio Zecca (per Pasquale Romano), Pasquale Cardillo Cupo e Marco Sepe (per l’ex assessore Coraggio), Renato Ciamarra (per Antonio Langella) e Arturo Bongiovanni (per Claudio Santomauro). Chiara la strategia difensiva dei legali dei cinque indagati con le ipotesi di reato di truffa aggravata, turbata libertà degli incanti, falsità ideologica, abuso d’ufficio e voto di scambio: evitare di formalizzare la richiesta al Gip Scalera per l’ottenimento della revoca degli arresti domiciliari per giocarsi le proprie carte davanti il Tribunale del Riesame.

Per formalizzare i ricorsi i legali di Assenso, Coraggio, Romano, Langella e Santomauro hanno inondato di richieste il comune di Ventotene per avere copia della documentazione tecnico-amministrativa relativa ai vari appalti pubblici, soprattutto nella zona del porto nuovo dell’isola, e per la gestione dei pontili di cui si sono occupati in questa delicata inchiesta il gruppo di Formia e la Brigata dell’isola delle Fiamme Gialle. Un altro tipo di istanza è stata inviata al magistrato titolare delle indagini, il sostituto procuratore Roberto Nomi Bulgarini, forse la più interessante sul piano probatorio.

La difesa dei cinque indagati ha chiesto di avere copia delle trascrizioni telefoniche ed ambientali per confrontarle testualmente con quanto riportato in molte delle 103 pagine dell’ordinanza del Gip Scalera. Interessato ad effettuare questa verifica è soprattutto l’ex sindaco Assenso. Di lui parlano solo gli altri ai quali non proferisce, nonostante sia intercettato dagli inquirenti, mai alcuna parola…

E, invece, per il Gip è stato l’ex sindaco di Ventotene il “dominus” che dettava tempi e ritmi al funzionamento di questa organizzazione dedita alla gestione controllata di alcuni appalti pubblici.

Fonte: TempoReale.info

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Alle origini dell’Europa

Laura Boldrini

Ventotene diventa il Manifesto dei giovani europei. I ragazzi under 20 dei tre paesi fondatori dell’Europa sono dallo scorso 24 maggio in un luogo tanto suggestivo e pieno di significato per riscrivere il Manifesto. Sull’isola oggi è arrivata anche la Presidente della Camera Laura Boldrini accolta dalla presidente della Provincia Eleonora Della Penna e dal Prefetto Pierluigi Faloni, a Ventotene c’è anche il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani per uno dei momenti più importanti di «Ventotene Europa Festival», la manifestazione voluta dall’associazione «La Nuova Europa» che vuole divulgare i valori dell’Unione: la solidarietà, la condivisione del bene comune e della convivenza nella diversità. Trenta studenti sono sull’isola e arrivano dai licei : i 10 italiani provengono dal Liceo Mamiani (dove studiò Altiero Spinelli) e il Liceo Pasteur entrambi a Roma, i 10 tedeschi dal Liceo Humboldt Gymnasium di Berlino e 10 sono francesi e studiano al Liceo internazionale Honoré de Balzac di Parigi. Il documento sarà consegnato poi alla Presidente della Camera Boldrini.

Fonte: Latina Oggi

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Ventotene: una banda selvaggia di criminali irriducibili

Geppino Assenso, Pasquale Romano, Daniele Coraggio, Antonio Langella e Claudio Santomauro, gli amministratori e imprenditori arrestati il 23 maggio a Ventotene

“Incombe a carico degli indagati il concreto ed attuale pericolo di reiterazione dei reati, desumibile dalla perseveranza con cui il sodalizio è impegnato nel programma delittuoso avviato nel 2011 con il ricorso sistematico a condotte manipolatorie degli appalti per interesse personale e per un tornaconto egoistico”. Sono pesanti come macigni le parole utilizzate dal Gip del Tribunale di Cassino Salvatore Scalera per motivare nelle 103 della sua ordinanza gli arresti, con le ipotesi di reato di truffa aggravata, turbata libertà degli incanti, falsità ideologica, abuso d’ufficio e voto di scambio, dell’ex sindaco di Ventotene Giuseppe Assenso, del’ex assessore al turismo Daniele Coraggio, dell’ex responsabile della ripartizione tecnica Pasquale Romano e degli imprenditori isolani Claudio Santomauro e Antonio Langella. Accusati, a vario titolo di pilotare l’esito di alcuni appalti pubblici a favore di imprese compiacenti con l’intento di ottenere finanziamenti da parte della Regione, tutti gli indagati – secondo il gip Scalera – hanno esternato “non una comune e significativa propensione al crimine”. L’ordinanza, richiesta dal sostituto procuratore Roberto Nomi Bulgarini, denuncia come la presunta organizzazione attiva a Ventotene sia stata, ad un certo punto, vittima di “contrasti sulle logiche spartitorie interne” e lo stesso commissariamento del comune nell’estate del 2016 ha “comportato un provvisorio stallo – scrive il Gip Scalera – nella selvaggia conduzione degli appalti, per un periodo limitato e ormai prossimo a terminare” in occasione delle prossime elezioni amministrative dell’11 giugno. A sostegno di questa tesi è stata riportata nell’ordinanza del Gip Scalera la circostanza – estremamente significativa anche in tema di attualità del pericolo della reiterazione – che “l’Assenso ed il Coraggio, con la sicura approvazione del Santomauro, hanno partecipato alla riunione tenutasi nell’isola il 22 ottobre 2016 – scrive il magistrato – per lanciare il movimento “Ventotene del fare” in vista delle prossime elezioni amministrative”.
Una commistione tra politica e imprenditoria emerge da un altro aspetto contenuto nelle pagine conclusiva dell’ordinanza quando si ricorda l’attribuzione da parte dell’ex sindaco Assenso della delega a Claudio Santomauro a rappresentare il comune, quale “esperto in materia e competente per la parte architettonica, del recupero strutturale….”, presso il tavolo tecnico istituito presso il Ministero dei Beni culturali per la salvaguardia dell’ex carcere borbonico di Santo Stefano. Si tratta di un incarico istituzionale di non poco conto per il recupero dell’ex penitenziario per il quale l’ex premier Matteo Renzi nella sua prima visita a Ventotene del 30 gennaio 2016 aveva annunciato un finanziamento per oltre 70 milioni di euro per realizzarvi una campus per la formazione della futura classe dirigente europea.
L’ordinanza del Gip Salvatore parla dell’inutilità dell’amministrazione comunale di Ventotene di trasferire presso un altro ufficio dopo essere rimasto raggiunto da una misura interdittiva: “La circostanza non gli impedirà di offrire il suo prezioso contributo al sodalizio rivestendo un ruolo di supremazia all’interno dell’ente comunale dove da anni gli è stato consentito di muoversi con assoluta spregiudicatezza”.
Accuse gravissime, quasi inverosimili, che il nutrito collegio difensivo di Assenso, Coraggio, Romano, Langella e Santomauro proverà a ridimensionare la prossima settimana in occasione dell’interrogatorio di garanzia davanti il Gip Scalera e, successivamente, con i preannunciati ricorsi al Tribunale del Riesame.

Fonte: TempoReale.info

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“Sistema” ventotenese

È l’intero sistema appalti dei lavori pubblici dell’isola di Ventotene ad assere messo in discussione dall’inchiesta condotta dalla guardia di finanza. Tra i vari episodi contestati dal Gip Salvatore Scalera nell’ordinanza di misure cautelari che vede coinvolte 13 indagati (politici, tecnici ed imprenditori), c’è la truffa per la realizzazione della stazione marittima. Lavori sospesi e mai attuati per 194.915 euro. Ma la Regione quei contributi li ha versati regolarmente, indotta in errore da una serie di incartamenti attestanti il falso ed il comune di Ventotene li ha incassati tra il 2013 ed il 2016 tramite cinque diversi ordinativi.

Il presunto ideatore del reato è individuato nel sindaco Giuseppe Assenso, mentre Pasquale Romano compare nella qualità di responsabile dell’area tecnica e responsabile unico del procedimento nonché autore materiale di tutti gli atti di gara. Alla direzione del cantiere era stata nominata Catia Bianchi, mentre a svolgerli materialmente doveva essere la ditta individuale intestata a Giuseppe Cimino.

Secondo quanto ipotizzato dai magistrati nell’ambito dei lavori di “completamento di una stazione marittima con annessi servizi” furono usati artifici e raggiri consistiti nell’omettere di comunicare alla Regione Lazio che alla data di affidamento alla ditta individuale Cimino Giuseppe (3 giugno 2011) e sino al giorno di consegna dei lavori (14 ottobre 2011) l’area destinata alla realizzazione dell’opera di “completamento di una stazione marittima con servizi annessi”, era sottoposta a servizio penale e che i lavori erano stati immediatamente sospesi.

Nel 2013 venivano trasmesse altri due documenti, uno a firma del direttore dei lavori che attestava il superamento del 50% dei lavori e l’altro che i lavori erano in corso. Ma nel frattempo il direttore dei lavori aveva cambiato idea e rettificato la sua dichiarazione. Tuttavia della consegna del documento in regione nel fascicolo in possesso della procura non c’è traccia.

L’area era stata del manufatto di circa 320 metri quadrati, era stata sequestrata nel 2011 dalla capitaneria di porto di Gaeta. Nel sequestro era inserita anche una superficie esterna di 600 metri quadrati dove avrebbero dovuto essere posizionate attrezzature e mezzi da utilizzare per compiere le opere.

È un teorema complesso quello messo in piedi dai magistrati per contestare la condotta truffaldina. Se gli il raggiro viene documentato, con la presentazione alla regione di carte “superate”, l’arricchimento personale del funzionario e del politico, inteso in senso stretto non c’è perché chi si è avvantaggiato in prima battuta non è la singola persona ma l’ente comunale. Ma che fine hanno fatto quei soldi allora? I magistrati ritengono che siano stati utilizzati per altri appalti, alimentando in questa maniera un sistema clientelare che, avvantaggiando alcune ditte dell’isola, si sarebbe poi trasformato in un secondo momento in un bacino elettorale per i politici.

Ma anche altri lavori pubblici sarebbero stati oggetto di comportamenti poco chiari. È il caso dell’intervento di risistemazione e messa in sicurezza della banchina portuale e di realizzazione del punto di primo soccorso. Dove la gara fu annullata ed i lavori affidati ad una ditta privata, sempre la stessa, ed al contempo si chiedevano alla regione tranche di contributi per 500.000 euro per lavori mai eseguiti. Anche in questo caso c’era stato un sequestro penale di cui la regione non era stata informata. Un comportamento simile è stato riscontrato anche per l’impianto antincendio, con un importo di circa 250.000 euro.

Per il gip le “condotte manipolatorie” nei procedimenti di appalto e quelle truffaldine dirette ad ottenere contributi e finanziamenti dalla Regione Lazio appaiono seriali e, spesso, sovrapponibili.

 

Fonte: TempoReale

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Ventotene: la risibile difesa del sindaco arrestato

Un Comune, quello di Ventotene, tappezzato di cimici e i telefoni, soprattutto dell’ex sindaco Giuseppe Assenso e dell’ex responsabile dell’ufficio tecnico Pasquale Romano,sotto controllo, soprattutto nella fase “calda” dell’inchiesta, tra l’aprile ed il luglio 2016. E’ quanto emerge dalle 103 pagine dell’ordinanza con cui il Gip del Tribunale di Cassino Salvatore Scalera, su richiesta del sostituto Roberto Nomi Bulgarini, ha arrestato cinque persone con le gravi ipotesi di reato di truffa aggravata, turbata libertà degli incanti, falsità ideologica, abuso d’ufficio e finanche di voto di scambio: oltre ad Assenso e Romano, l’ex assessore Daniele Coraggio e gli imprenditori isolani Claudio Santomauro e Antonio Langella. Il collegio difensivo – formato dagli avvocati Luca Scipione, Antonio Zecca e Marco Sepe – si è detto già pronto a tentare di smontare, già con mirati ricorsi davanti Il Tribunale del Riesame, il castello accusatorio della Procura di Cassino secondo il quale, alla luce delle indagini svolte dal gruppo di Formia e della Brigata di Ventotene della Guardia di Finanza – i cinque (sono indagati solo a piede libero gli imprenditori Francesca Gargiulo, Raffaele Taliercio, Francesco Coraggio, Raffaele Di Gabriele, i componenti della commissione di gara Luigi Cirillo e Patrizio Quinto, l’imprenditore Giuseppe Cimino e il tecnico Catia Bianchi) avrebbero fatto parte di un’associazione per delinquere in grado pilotare l’esito di alcuni appalti pubblici – soprattutto nella zona del porto nuovo dell’isola – a favore di imprese compiacenti con l’intento di ottenere finanziamenti da parte della Regione e di gestire “pacchetti” di voti, soprattutto alle amministrative del 2015. Per i cinque indagati, che si trovano agli arresti domiciliari presso le proprie abitazioni di Formia – gli interrogatori di garanzia davanti il Gip si svolgeranno la prossima settimana anche perché non sono ancora giunti presso il Tribunale di Cassino i verbali delle Fiamme Gialle di esecuzione delle misure cautelari.

Quella notificata all’ex sindaco Assenso è stata, per certi versi, drammatica: l’uomo politico ha accusato un leggero malore all’arrivo dei finanzieri. Lo storico legale dell’ex sindaco di Ventotene è l’avvocato Luca Scipione, lo assiste dall’aprile 2010 quando Assenso fu indagato, insieme all’ex primo cittadino Vito Biondo, a Pasquale Romano e al dirigente del Genio Civile Luciano Pizzuti per la tragedia sulla spiaggia di Cala Rossano dove due studentesse romane di 14 anni furono travolte da una falesia di tufo. “Non mi sembra di aver letto nell’ordinanza intercettazioni telefoniche e ambientali che chiamino in causa il dottor Assenso – ha dichiarato l’avvocato Scipione – che, provato per quanto è avvenuto, è pronto a chiarire la propria posizione davanti il Gip e, di sicuro, con un ricorso al Tribunale del Riesame. Il voto di scambio? E’ un’ipotesi di reato grave che va provata, verificata….”

L’ex sindaco di Ventotene è pronto a dar battaglia su un altro aspetto dell’ordinanza del Gip Scalera, la presunta delibera di Giunta falsificata, la numero 71 del 15 maggio 2015, quella per l’affidamento della gestione di uno specchio acqueo di oltre 7000 metri per l’ormeggio di natanti nel porto nuovo dell’isola. Sul frontespizio della delibera compaiono come presenti e votanti l’ex vicesindaco Giuseppe Pepe e l’assessore Cataldo Matrone che, interrogati dagli inquirenti, hanno smentito l’ex sindaco Assenso circa la loro partecipazione alla seduta di Giunta. “Una delibera di Giunta e di consiglio, abitualmente è accompagnata da allegati che si vuole implicitamente approvare – ha aggiunto l’avvocato Scipione – Perché l’atto sia valido c’è bisogno di un parere di un dirigente e alla seduta presieda un segretario generale. Gli atti di indagine – almeno apparentemente – non chiariscono come realmente si siano svolti i fatti che, naturalmente, cercheremo di far emergere…”

Intanto prosegue la campagna elettorale sull’isola, divisa tra garantisti e iscritti al partito “tanto si sapeva tutto” , chiamata ad eleggere l’11 giugno il nuovo sindaco e a rinnovare il consiglio comunale. Uno dei due candidati a sindaco, l’ex direttore dell’ufficio scolastico regionale e del Ministero dell’Istruzione, Raffaele Sanzo, ha escluso categoricamente il suo ritiro dalla competizione elettorale alla testa della civica “Ventotene Vive”: “L’immagine dell’isola non deve essere messa in ombra da uno scoop giornalistico, questa è un’isola sana, con gente che lavora. La mia lista – prosegue – non è coinvolta nei fatti, sebbene una persona provenga dalla vecchia amministrazione ma non è stato toccato dall’inchiesta (Umberto Assenso, nipote dell’ex sindaco, ndr). Mi dispiace sul piano umano, ma noi proseguiamo con una lista completamente nuova, che parla di lavoro e legalità. Ci tengo a stabilire un clima di confronto politico in tutta serenità”.

Gerardo Santomauro, candidato con la lista civica “Buona Onda”, ha rimarcato: “Sono molto triste per quello che è successo e molto preoccupato per i possibili contraccolpi negativi che potrebbero abbattersi sull’immagine, turistica e non solo, di Ventotene. Un sentimento di sbigottimento misto a sconcerto attanaglia gli animi di tutti, soprattutto i più giovani. Non siamo in presenza di sentenze definitive ma di provvedimenti emessi nell’ambito di indagini preliminari. Non possiamo far altro che confidare pienamente nell’operato delle forze dell’ordine e della magistratura”. I più preoccupati, però, sono gli operatori turistici che, dopo questa nuova e pesante inchiesta giudiziaria per la seconda isola pontina, temono ripercussioni negative per l’imminente stagione estiva.

Fonte: TempoReale

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Ventotene: è tempo di ricostruire

C’è un aria elettrica oggi a Ventotene. Un aria strana. Eppure il sole è lo stesso, la brezza spira dalla stessa direzione di ieri, il mare mormora come sempre.
Dopo gli arresti eccellenti e la bomba giudiziaria di ieri gli abitanti dell’isola sembrano sgomenti, attoniti e confusi. Ci sono quelli che, a mezza bocca, dicono che si è trattato di giustizia ad orologeria, di precisi interventi pre-elettorali, e danno ad altri la colpa per quello che è successo. Ci sono quelli che giurano sull’innocenza di questo o di quello, piccoli ingranaggi inconsapevoli di meccanismi più grandi, e imperscrutabili. Ci sono quelli che gioiscono in cuor loro, e quelli che temono per il futuro. Certo è che, per una piccola comunità come quella di Ventotene, piombare nella realtà in maniera così brusca, dopo anni di anarchia politica, morale e amministrativa, è uno shock devastante. Adesso tocca ricominciare. Soprattutto tocca mettere insiemi i cocci, rincollare con santa pazienza le coscienze e la morale dei Ventotenesi. È un compito difficile, che richiede tempo, passione e pazienza. Sarà possibile? Sarà utile? Francamente non lo so, si può solo incominciare a lavorarci.

Fonte: TeleFree

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