L’indiscrezione circolava da giorni, ora è stata confermata. La Procura della Repubblica di Roma ha aperto un fascicolo contro ignoti sull’esito delle elezioni amministrative al comune di Ventotene dell’11 giugno scorso. Le indagini, confermate, scaturiscono dal circostanziato esposto che il candidato sindaco sconfitto, l’ex direttore generale del Ministero dell’Istruzione Raffaele Sanzo, aveva presentato all’indomani del voto – caratterizzato dall’eco derivante dai clamorosi arresti dell’ex sindaco Assenso, dell’ex assessore Coraggio, dell’ex responsabile dell’ufficio tecnico Romano e di due imprenditori – denunciando “gravissimi irregolarità” nelle operazioni di spoglio che decreteranno eletto il neo sindaco, il notaio Gerardo Santomauro. Sanzo, molto sibilinnamente, non ha voluto commentare l’iniziativa della magistratura. Ha soltanto confermato di “avere molte certezze su alcuni brogli ma non abbiamo voluto correttamente responsabilizzare nessuno. Lo faccia ora la Procura”.
Di certo all’esposto notificato negli uffici della cittadella giudiziaria di piazzale Clodio è stato allegato il comunicato che lo schieramento opposto a quello del nuovo sindaco Santomauro, la lista civica “Ventotene vive”, elaborò ed diffuse appena ultimate le operazioni di spoglio il 12 giugno scorso: “Dalle urne sono uscite 583 schede, di cui una falsificata, si direbbe, a fronte di 582 votanti. Essa era apparentemente uguale alle schede ufficiali ma non recava i simboli delle liste al proprio interno. Al termine del conteggio delle schede residue, inoltre, mancava una scheda ufficiale di votazione; mancava, cioè , una scheda della cui sparizione nessuno sapeva dare spiegazioni. E’ certo solo che la scheda non può essere uscita da sola ed è stata quindi portata al di fuori del seggio. Da chi? Perché? Il responsabile delle procedure, è bene ricordarlo, è il presidente del seggio. E questo non è assolutamente un atto d’accusa. Un fatto. Viene il fondato grave sospetto che sia stata attivata una ben nota procedura per il controllo del voto, senza un indiziato di sorta”. Si era rivolto, invece, alla locale Brigata della Guardia di Finanza il consigliere d’opposizione Umberto Assenso che aveva depositato un esposto sull’operato dei componenti del seggio elettorale. La presidente, moglie separata di un candidato (non eletto) consigliere per la lista del sindaco Santomauro, arrivò a denunciare Assenso per stalking..”
Il gruppo di opposizione di “Ventotene vive” aggiunse che “…la presidente non voleva accettare le dichiarazioni del nostro rappresentante di lista (Umberto Assenso,per l’appunto, ndr) che riportavano la descrizione dei fatti. Perché la presidente non voleva accettare a verbale le dichiarazioni correlate del rappresentante di lista? Il rappresentante di lista di “Ventotene Vive”, solo difensore delle proprie tesi, è stato sottoposto a pesanti pressioni psicologiche, lo si voleva tacitare?”. Ora la Procura di Roma ha accettato di valutare l’esistenza di “eventuali atti contrari alla legge e passibili di sanzioni penali”. E l’interrogativo finale di Sanzo a giugno fu pesantissimo:”Non intendiamo accusare i nostri competitor, ma certamente il dato è rilevante e grave. C’e una regia occulta che sfugge ai radar della politica ufficiale…”
Fonte: TempoReale.info