Computer fuori uso, niente lettere e pacchi. E le corse della Laziomar, privatizzata un anno fa, continuano a costare alla Regione oltre 15 milioni l’anno . Ma i mezzi troppo vecchi sono soggetti a frequenti avarie che creano disagio agli isolani
L’isola di Giulia è un deserto d’inverno, e la lontananza dal continente è resa ancor più insopportabile dall’enesimo disservizio: la chiusura dell’ufficio postale. Da tre settimane, infatti, il locale è chiuso, fanno sapere da Ventotene, per la rottura del computer che governa tutto. Dunque niente raccomandate, assicurate o pacchi. «Abbiamo sollecitato e reclamato dove era possibile reclamare- scrivono sui social network, ormai unico mezzo di salvezza – e abbiamo scritto alla direzione delle poste di Latina, città da cui dipende il nostro ufficio postale, ma chiaramente avere delle risposte è cosa ardua…».
Maltempo, solo le navi partono
E di colpo, con l’addio alla stagione turistica, rimane per le pochissime famiglie di residenti quel senso di abbandono che si acuisce anche se, per un giorno, dovesse saltare la corsa del traghetto. Succede per il maltempo, e non ci si può far davvero nulla: in piena allerta meteo, ad esempio, mercoledì 3 dicembre sono partite solo le navi mentre sono rimasti fermi i mezzi veloci. Mentre spesso capita che qualche mezzo si rompa, e allora si pensa alla tanto invocata efficienza della privatizzazione della compagnia di navigazione che, comunque, costa alla Regione Lazio oltre 15 milioni di euro l’anno.
Corse aggiuntive pagate dalla Regione
Oggi Laziomar è un’azienda privata in mano sostanzialmente ad armatori campani così distribuiti: Snav e Medmar al 33% ciascuna, mentre il restante vede circa il 18% ad Alilauro spa, 4,3 ad Alicost ed il 10,6 ad Alilauro Gruson spa: una operazione salutata ormai un anno fa con grande soddisfazione da armatori e Regione Lazio, con quest’ultima che avrebbe risparmiato il 15% rispetto a quanto la gestione era tutta pubblica. Ad oggi il bilancio della nuova gestione può sembrare tutto positivo: addirittura in corso d’opera, prima dell’estate 2104, l’accorda tra Regione e Laziomar ha portato ad aggiungere 620 corse per le isole rispetto a quelle concordate nel contratto di servizio decennale. Chi le ha pagate? Come si legge nella convenzione aggiuntiva sono 360 quelle a carico della Regione e calcolando il costo medio di 2mila400 euro a corsa, arriviamo a circa 900mila euro in più per l’ente pubblico che continua a sborsare denaro in barba alla privatizzazione.
Le avarie
Altro capitolo tutt’altro che positivo nella gestione del servizio resta quello delle avarie dei mezzi che, se relative a periodi lunghi, vedono Laziomar obbligata a fornire un mezzo sostitutivo come difficilmente accadeva con la gestione pubblica. Risolti in poco tempi i guasti alla motonave Tetide, resta oggi in riparazione l’aliscafo Alnilam, ormai giunto a quasi trent’anni di servizio. Solo nel 2013, come si legge nell’ultimo bilancio depositato dalla Laziomazio, il mezzo è stato abbondantemente revisionato (generatore, motore principale di sinistra, plancia, impianto di stabilizzazione e condizionamento…) mentre molto è stato rivisto anche sull’altro aliscafo, il Monte Gargano, ed interventi strutturali sono stati apportati sul Tetide, come scrive Laziomar, messo «seriamente in pericolo a causa della corrosione prodotta dagli agenti marittimi». Solo nel 2013 l’affitto dei mezzi alternativi per non bloccare il servizio è costato alla società 1.023.500 euro.
Fonte: Corriere della Sera