La faccia come il … 2

L’incredibile storia del dottor Giuseppe Assenso, sindaco di Ventotene

A volte i figli superano i padri. È difficile, soprattutto quando i padri sono stati personaggi fuori dalle righe, ma in rari casi succede. È accaduto per esempio a Geppino Assenso, diventato sindaco nove anni fa di quella che ancora era considerata una terra felice, con una piccola comunità agricola cresciuta a pane, lenticchie e politica, grazie alla presenza sull’isola dell’intera intellighenzia politica e culturale antifascista, lì confinata da Mussolini.

Geppino è figlio di Sindaco, tale don Vincenzo Assenso, figlio a sua volta di un ex carcerato, e passato alla storia per il ritratto tragicomico che ci ha lasciato di lui Alberto Jacometti: «… furbo, manierato, senza scrupoli, ora umile come un mendicante, ora brutale come un re. Tutta la sua filosofia deve tener in questa frase: o lo fo fesso o mi fa fesso, e per non correre il rischio di essere “fatto fesso” fa fessi tutti …». E poi: «... Un’ immagine scultorea di se stesso, fisica e morale, la diede il giorno in cui il Santa Lucia fu bombardato. Veniva da Gaeta e lui, don Vincenzino Assenso, c’era su. Vedendo gli aeroplani avvicinarsi, si strappò ogni indumento salvo le mutandine, si munì di un salvagente e si legò il portafogli intorno al collo. Giungendo in porto sbraitava come un predicatore. Da quel giorno ogni volta che la campana suonava l’allarme, don Vincenzo aveva un fremito di cavallo, alzava la testa un attimo, intascava il portafogli e via, senza curarsi della moglie nè dei figli, nè del negozio, via a gambe levate, con quel mappamondo che non voleva seguirlo, via su da Calanave, giù per la valletta, a raggiungere le grotte, con una velocità che non avresti sospettato in quelle gambuzze di ragno. I confinati gli facevano ala e un pò si vendicavano. Lui , come un grosso topo corpacciuto, rimaneva là fino al segnale di cessato allarme, soltanto di quando in quando mettendo fuori il naso. Le cose gli sono andate bene. I militi si sono un bel dì rimpiccioliti fino a scomparire,  i confinati… i confinati sono stati uomini e don Vincenzo Assenso continua a portare a spasso le sue trippe intatte …».

Medico di provincia oramai in pensione, il nostro Geppino, ex democristiano di ferro poi passato al PD, ha voluto ripercorrere le orme paterne candidandosi e vincendo le elezioni comunali per ben due volte, l’ultima delle quali ottenendo il consenso del 77% dei suoi concittadini, che lo hanno incoronato re dell’isola.

Inizialmente tutto sembrava andare per il meglio: l’isola aveva ancora mantenuto quel suo nome evocativo di Europa, Spinelli e buona politica, e Geppino quella nomea l’ha trasformata in una infernale macchina per attirare soldi pubblici: Regione, Ministero dell’Ambiente, persino la Comunità Europea hanno investito su quei pochi ettari di terra in mezzo al mare milioni e milioni di euro, tutti regolarmente spariti nel nulla. Una colata di cemento pubblico e privato, in gran parte abusivo, ha ricoperto la poca terra come una glassa grigia e compatta, invadendo ogni cosa.

E quando il vento politico nazionale é girato verso destra il nostro sindaco, come una quaglia, ha spiccato un salto e si è schierato a fianco della Polverini e del presidente della Provincia Cusani, entrambi PDL, riuscendo anche lì a farsi dare altri milioni. Il Comune di Ventotene, 700 residenti di cui un terzo extracomunitario, che in inverno si riducono a un centinaio scarso, negli ultimi dieci anni ha macinato decine e decine di milioni di euro di finanziamento pubblico.
Tutti soldi gestiti in famiglia, al massimo coinvolgendo una o due ditte di amici, sempre le stesse.

E allora ecco nuove piazze, nuove fogne, sale polivalenti, musei della migrazione degli uccelli, centri di educazione ambientale, auto elettriche pubbliche, grottoni illuminati… un paradiso insomma.

Peccato che le piazze sono finite a metá, le fogne illegali e inquinanti, le sale polivalenti mai utilizzate e giá vandalizzate, il museo della migrazione non a norma, i centri di educazione ambientale una scusa per ricoprire di soldi le mogli degli amici, le auto elettriche affidate ai parenti commercianti e le luci dei grottoni sempre spente.

Geppino arriva a paragonarsi persino ad Augusto, e con la complicità del responsabile dell’ufficio tecnico progetta, a spese pubbliche, tunnel e autostrade che nemmeno i Benetton; avrebbe fatto pure l’aeroporto se ci fosse stata abbastanza terra…

Fin qui nulla di strano; in fondo l’amministrazione di Ventotene è stata identica a quella esercitata su quasi tutti i Comuni d’Italia: una ghiotta opportunità per fare i propri interessi privati.

Curioso però che, diversamente da quanto accaduto in altri luoghi, basti pensare a Ponza dove sindaco e assessori sono stati tutti arrestati, a Ventotene nessuno è intervenuto per arginare questo Attila dei poveri: né i Carabinieri della locale stazione, né l’inutile quanto numerosa locale brigata della Guardia di Finanza, né la Capitaneria di Porto, il cui ex comandante è tra l’altro inquisito per abuso d’ufficio, né la magistratura, né tantomeno i cittadini di Ventotene… nessuno!

Il 20 Aprile 2010 una frana uccide due ragazzine, in una zona di Cala Rossano che doveva essere interdetta, ma che evidentemente era più remunerativa come spiaggia data in concessione. Parte il processo, il sindaco, insieme ad altri, viene prima inquisito, poi rinviato a giudizio e infine condannato per omicidio. Sapeva del pericolo e non ha fatto nulla.

Tutta la difesa di Geppino è ruotata intorno alle parole “fatalitá”, “io non centro”, “io non sapevo”, “per caritá”, “sono sconvolto”, “Maronna che disgrazia”, “e chi poteva immaginarlo”, ecc. Addirittura è riuscito a trasformare la morte delle due ragazzine in altri soldi: sei milioni di euro, per la precisione, per la messa in sicurezza dell’isola, ovviamente mai conclusa.

Dopo la recente condanna per omicidio, trasmessa da tutte le tv d’Italia e su tutti i giornali, Geppino ha dichiarato: «Io ho la coscienza a posto. Non mi aspettavo questo. Ma è stato un processo mediatico. La morte delle due ragazze ha colpito anche me e ha sconvolto tutta la comunità dell’isola. Se mi fossi sentito responsabile mi sarei dimesso subito, ma non l’ho fatto allora e non lo faccio ora».

Chapeau Geppino, quando la classe non è acqua!

Fonte: TeleFree

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16 risposte a La faccia come il … 2

  1. Vincenzo scrive:

    “Non dovevano portarle a Cala Rossano. Se Sara e Francesca sono morte schiacciate dal masso è anche un po ‘ colpa dei professori, che accompagnarono la scolaresca della media Anna Magnani, in gita scolastica a Ventotene, sulla spiaggia dove c’erano segni evidenti di precedenti crolli.”

    Questa è la sintesi del documento con cui l’amministrazione Pontina rispose alla richiesta di risarcimento danni .

    E’ semplicemente vergognoso che l’amministrazione comunale abbia risposto in questi termini. La colpa non è dell’incuria di un’amministrazione che non tiene conto delle problematiche del proprio territorio ma di chi aveva scelto Ventotene come meta.
    Dovrebbe bastare solo questo per far si che nessuno mai più vada in vacanza in questo posto.
    Ma su quella spiaggia non solo era previsto un servizio ombrelloni gestito da una consigliera della maggioranza, Laura Manzo, ma ci vanno anche i ragazzi allievi di vela .
    Infatti andando sul sito del Circolo velico di Ventotene c’è scritto:
    La base nautica è nell’area di Cala Rossano, all’interno del Porto Nuovo, dove per la mancanza di qualsiasi inquinamento è permessa anche la balneazione,
    Prima bugia, perchè stante le analisi da parte di Arpa acqua del Lazio, risulta che il PORTO DI VENTOTENE NON E’ IDONEO alla balneazione.

    il Circolo mette a disposizione dei Soci uno spazio attrezzato per le lezioni teoriche, per il ricovero delle attrezzature e delle vele e per momenti di relax.
    Lo spazio situato in una grotta tufacea è dotato all’esterno di un gazebo con sedie ed ombrelloni.
    Sono grotte della stessa composizione della parete crollata.Segnalate come zona a rischio sulle carte regionali
    Sulla spiaggia, in uno spazio dedicato, sono posizionate le derive e i gommoni di sicurezza, in acqua sono ormeggiati i mini cabinati di altura.
    E’ la spiaggia dove sono scese Sara e Francesca, dove tutti andavano a fare il bagno .Tranne nel 2004 e nel 2005 perchè la zona era transennata in seguito ad un crollo. Infatti la foto di Folco Quilici è una prova .
    ALLORA CHI DEVE VIGILARE SE NON CHI AMMINISTRA?

  2. nemesi90 scrive:

    Egr. sig. Vincenzo,
    mi permetto di rispondere alla postilla inserita nel suo commento in cui mi chiede : ” non dica :che tutti, ormai, si sentono in dovere di emettere sentenze senza, tuttavia, avere né i titoli necessari per farlo né, tantomeno, una vaga conoscenza del diritto penale.
    Ebbene, se lei avesse letto con maggiore attenzione quanto da me riportato, avrebbe sicuramente capito che le mie affermazioni erano rivolte a censurare quanti, ancor prima che un giudice pubblichi le motivazioni di una sentenza, emettono strampalate ” condanne”, questo soprattutto perchè sino a sentenza di condanna passata in giudicato si è sempre presunti innocenti.
    Io non mi permetto di discutere su chi debba o meno far rispettare le leggi, poiché a me è stato insegnato che la legge si rispetta volontariamente prima ancora del dictat dell’autorità.
    Quanto alla circostanza relativa al fatto che su quella spiaggia il circolo Velico vi svolge attività di didattica nautica non né comprendo la rilevanza rispetto a quanto da me scritto, tuttavia, mi chiedo, perchè gli addetti del circolo velico non hanno mai segnalato la “precarietà” del costone roccioso ? aspettavano le autorità? e se chi vi svolge attività didattica per 5 mesi l’anno, più o meno, da almeno 20 anni ( o poco meno) non ha visto niente, mi dice cosa avrebbe dovuto vedere chi è diventato sindaco nel 2005 dopo che sono stati conclusi e consegnati dei lavori di messa in sicurezza?.
    In attesa delle sue risposte, magari anche illuminanti in termini giuridici, Le porgo cordiali Saluti

  3. gigolo81 scrive:

    Condivido il pensiero di Giovanna quando dice che quando si rappresenta un’istituzione non bisogna essere né di destra e né di sinistra e avere la capacità di dialogare con tutti nell’interesse della comunità che si rappresenta è senz’altro una qualità da apprezzare. Però bisogna anche fare attenzione a fare accordi con politici disonesti…cito l’esempio del Presidente della Provincia Armando Cusani. Quando si da la mano a qualcuno senza conoscerlo, puoi finire per sporcartela e non ci vuole niente a passare dei guai.

  4. malinconico a metà scrive:

    Ma la prossima stagione estiva come credete sarà in quel di Ventotene?

    Da anni ormai mi sembra che le persone-turisti siano sempre meno incentivati ad andare sull’isola…ma dopo quanto accaduto in questi giorni mi domando…sarà l’anno horribilis o mi sbaglio?

  5. Vincenzo scrive:

    Telefree 16 maggio 2013

    Via le barche dalle calette dell’isola di Ventotene.
    Diffida della Capitaneria a noleggiatori, circoli velici e scuole sub dell’isola pontina
    La diffida nell’ambito di una operazione della Capitaneria di Porto, carabinieri e finanza, è stata inoltrata ai noleggiatori dell’isola, a due circoli velici e alle scuole sub che hanno imbarcazioni ormeggiate su specchi acquei e arenili privi di autorizzazioni o concessioni. Gli operatori lamentano il blocco di un settore trainante per l’economia dell’isola e chiedono un intervento delle istituzioni. L’associazione commercianti si rivolge direttamente al presidente della Regione, Nicola Zingaretti invitato a recarsi al più presto sull’isola: «Ad oggi – si legge in una nota dell’Ascom – con l’entrata in vigore del nuovo Piano di Assetto Idrogeologico regionale, l’isola ha il 90% della costa interdetto alla balneazione e la piccola nautica da diporto e il servizio di noleggio imbarcazioni, rappresentano l’unica possibilità di accesso e fruibilità delle acque isolane da parte di turisti e residenti». Le scuole di vela isolane – aggiunge l’Ascom – rappresentano un fiore all’occhiello per centinaia di giovani appassionati al mondo della vela, che proprio sull’isola, imparano le prime tecniche. Le scuole di subacquea a partire dagli anni ’70 hanno incrementato notevolmente il turismo dell’isola e ancora oggi rappresentano un segmento vitale importante per Ventotene. Da qui la richiesta a Zingaretti di «istituire un tavolo tecnico per affrontare il problema e legalizzare tutti gli operatori che da anni sono oggetto di continue diffide da parte degli enti controllori».
    Egregio nemesi90 non dica :che tutti, ormai, si sentono in dovere di emettere sentenze senza, tuttavia, avere né i titoli necessari per farlo né, tantomeno, una vaga conoscenza del diritto penale
    Il circolo velico ha la base a Cala Rossano e su quella spiaggia fa scuola,
    Se poi succederà un’altra disgrazia non si dica che tutto era in norma.
    Gli amministratori sono i tutori della legge

  6. Maria scrive:

    Eravate una famiglia fortunata cara Giovanna, dipende dal posto che si occupa nella corte del re.
    Come sa oziosi signori e compiacenti cortigiani gozzovigliano, fgli schiavi devono subire.
    I signori guadagnano in possedimenti non solo territoriali ma di coscienze, di consenso, di impunità, di reverenza, di potere. Gli schiavisti non sono i padroni, sono i creativi, quelli che sfruttano le tecniche dell’arte per stupire e convincere. Gli schiavisti, come sempre, sono schiavi anche loro, solo con qualche beneficio in più.
    E poi non dimentichiamo della protezione che all’epoca poteva ricevere Don Vincenzino, e vai!!!!!!!

  7. Giovanna scrive:

    Prima di replicare alla Signora Maria faccio un plauso alla Signora Daniela Mazzella.

    Egregia Signora Maria, non era mia intenzione offenderla per mettermi in luce, anche perché non vivo a Ventotene e non necessito di pubblicità per una eventuale campagna elettorale, i miei erano solo dei consigli ed a quanto vedo hanno dato i loro frutti nell’immediato atteso che la qualità del suo scritto è enormemente migliorata salvo ancora qualche piccolo errore di ortografia.

    Nel suo scritto rilevo ancora un rancore nei confronti del defunto Vincenzo Assenso, le ripeto abbiamo dei punti di vista diversi, quando lei dice che si faceva spesa a credito è vero perché anche la mia famiglia usufruiva di questa concessione fatta dagli Assenso ed è giusto che prima poi in un modo o nell’altro dovevano rientrare dei loro crediti dovendo pagare i loro fornitori .

    Lei inoltra manifestando ancora rancore dice che “Il Vincenzo Assenso mostra le capacità manageriali provvedendo ai loro bisogni, non per altruismo beninteso”, bene grazie a queste suo capacita alcuni dei miei familiari, come tanti altri ventotenesi, lavoravano e venivano regolarmente pagati.

    Poi lei definisce il Vincenzo Assenso (figlio di ex coatto), ma se non erro l’autore del libro che lei magnifica non era un “coatto”, tra l’altro se non erro nei confronti dello stesso la famiglia Assenso ha sostenuto anche una causa giudiziaria in quanto i racconti riportati nel testo era diffamanti e falsi.

    Per concludere lei e gli altri denigratori del Dott. Assenso descrivete tantissime cose negative sull’isola, io personalmente che trascorro 20 giorni all’anno durante il mese di luglio a contrario la trovo migliorata di anno in anno.

    Inoltre se vuole emergere dal suo torpore non infanghi persone decedute ma manifesti le sue idee fattive e costruttive (se ne ha) mettendoci la faccia, come si dice il criticare è meglio del fare e poi chi fa sbaglia e chi non fa non sbaglia.

    Cordialità Giovanna
    P.s. Per le prossime elezioni a Ventotrne a voi invidiosi ed anonimi vi consiglio il nome della lista “Anonimi e UALLAROSI Ventotenesi”.

  8. Maria scrive:

    TRATTO DA TELEFREE
    Ventotene: Per una richiesta di finanziamenti da parte del Comune:
    Il Consorzio INVENIO ha redatto relazione nel 2007 “Sullo Stato delle coste
    nel Comune di Ventotene” attenendosi al Foglio della carta geologica d’Italia
    171(GAETA).
    Cala Rossano era segnata come zona crollo
    Ventotene figurava nella carta di Gaeta e non Latina.
    Chi ha redatto quella carta? Chi sono i tecnici che hanno sottoscritto quella
    carta?

    Tratto da ProvinciaLatina.tv)
    La camorra sbarca a Ventotene

    Ventotene: L’altro ieri l’arresto di imprenditori edili del sud Pontino ritenuti vicini al clan dei Casalesi. Oggi si scopre che tali imprenditori operavano anche a Ventotene, uno dei più piccoli Comuni d’Italia. Cosa ha
    attirato la camorra su questo minuscolo scoglio in mezzo al mare? La risposta è ovvia: i soldi, e tanti! La società Edilnova srl di Latina, attraverso la quale operavano i suddetti imprenditori, è impegnata sull’isoletta in lavori per 1,15 milioni di euro per la realizzazione di una sala polivalente e per la pavimentazione delle case popolari. Tutti lavori pagati con soldi pubblici e appaltati dagli amministratori capitanati dal sindaco Giuseppe Assenso, già indagato per omicidio colposo dopo la recente tragedia occorsa sull’isola. E così la malavita si è ingoiata un altro pezzetto di territorio, attecchendo su un substrato di, abusivismo e assenza di legalità innaffiati da milioni di euro provenienti da Regione, Provincia e Ministero dell’Ambiente (il bilancio comunale 2010 vanta entrate per oltre 12 milioni di euro).

  9. E “sputacchiera news” in questa nuova veste educativa è davvero entusiasmante….
    al mattino è il mio punto di riferimento!
    apprendo cose che mai avrei sognato…. ad esempio che a Ventotene i coatti hanno trovato l’amore, proliferando….
    saranno tanti i figli di coatti? Probabilmente io stessa ne sono discendente…. emozionante!
    ma mi spiace che questo racconto io l’abbia appreso solo ora…. magari avrei potuto predicarlo a tutti, sopratutto 9 anni fa, in sede elettorale, quando magari gli anziani di allora, che il sig. Vincenzino l’hanno conosciuto, hanno votato nonostante tutto, il Sig Assenso!
    Forse hanno ancora debiti pregressi con i suoi avi e che col voto hanno saldato? Forse l’alternativa era votare coatti peggiori e hanno scelto lui? e dopo il primo mandato , lo hanno rivoluto a furor di popolo? bisognerebbe insegnarla la storia agli anziani, mica se la possono scampare liscia così! peccato conoscerla solo oggi… strana coincidenza promulgarla solo oggi…. Sarebbe interessante leggere quante denunce dei fatti sinora elencati siano state fatte…perchè immagino che persone attente e accorate come voi ne abbiate fatte tante….per tutelare Ventotene e tutti gli abitanti…. la procura sarà sommersa…. non voglio credere che a scrivere siano quelli che io chiamo “uomini zerbino”….. sapete quella scia di persone che attorniano il cavallo vincente in periodo elettorale, sempre li presenti a pulire tutto con la lingua, a dar ragione, a portare la borsa….. e poi se il progetto è rigettato o il figlio non assunto , si ritorcono contro come iene ….. non posso credere che siate coatti, voi che i coatti li combattete….perciò attendo impaziente di leggere le denunce degli abusi ! non mi deludete….

  10. Maria scrive:

    In poco meno di dieci anni sono arrivati 20 milioni di euro di stanziamenti.
    Dove sono confluiti lo sanno i gestori del momento.
    L’abusivismo, l’occupazione di aree demaniali, i danni all’ambiente, la ricerca di aree appetibili, sono state delle concessioni di chi amministrava per non essere disturbati in azioni più redditizie, come spartirsi gli stanziamenti.
    Paradossalmente la salvaguardia ,di facciata, dell’isola e la distuzione nei fatti di essa sono state una fonte di arricchimento, in modo proporzionale alle capacità dei gestori di questa contraddizione apparente.
    Chi controlla il controllore? Oggi i soldi si fanno all’insegna della tematica ambientale, nel passato qualcuno si arricchiva con i confinati politici e col carcere di Santo Stefano, chiuso nel 1965 .L’antica famiglia degli Assenso ha fatto fortuna con il commercio.

    Quando le annate non erano buone si andava a far spesa a credito da Vincenzino Assenso (figlio di ex-coatto), poi si pagava, appena le finanze lo permettevano. Naturalmente i prezzi dei prodotti erano fissati da chi deteneva il monopolio sull’isola ed inoltre poi si pagava con interessi i debiti contratti per mangiare. Allora non c’era il welfare.
    Chi poi non poteva pagare con i soldi allora perdeva la terra, la casa, gli animali domestici e così via. Questa è la storia triste di tante famiglie del periodo pre e post guerra.
    Costretti ad abbandonare l’amata Ventotene..
    Chissà se qualche vecchio ancora vivente racconta la vita sociale di allora alle nuove generazioni, la memoria passata è educativa.
    Quando sull’isola c’erano i Confinati politici il nostro Vincenzino mostra le capacità manageriali provvedendo ai loro bisogni, non per altruismo beninteso.
    Nel suo libro su Ventotene, Alberto Jacometti, gli dedica un capitolo “Don Vincenzo”, è il massimo bottegaio del luogo e il grossista per diversi generi; uno dei due macellai, l’unico banchiere, uno dei grandi proprietari di case e di terreni, il negoziante di legna e carbone, l’ammasso del villaggio. A Ventotene egli tiene in mano tutti. (tratto da Telefree)
    Signora Giovanna quando si esprimono i pensieri non deve citare gli altri per aver ragione a tutti i costi, ma sopratutto non dovrebbe offendere per mettersi in luce.
    E’ di cattivo gusto!

  11. nemesi90 scrive:

    Muovendo dal presupposto che tutti, ormai, si sentono in dovere di emettere sentenze senza, tuttavia, avere né i titoli necessari per farlo né, tantomeno, una vaga conoscenza del diritto penale, credo sia doveroso sottolineare due aspetti fondamentali che sono emersi dalla vicenda che ha fatto balzare agli onori della cronaca l’isola di Ventotene.
    Preliminarmente, si deve rilevare come i presupposti su cui il giudice fonda la responsabilità degli imputati al momento sono sconosciuti a tutti, sia ai semplici spettatori del processo, sia agli imputati che ai loro difensori, poiché le motivazioni della sentenza non saranno depositate, ad oggi, prima di 85 giorni.
    Ne consegue, dunque, che prima di allora ogni ipotesi, accusa, valutazione e giudizio rivolto nei confronti degli imputati ha come unico dato certo non il diritto (in base al quale nei paesi civili si giudicano le persone) ma la stupidità, l’ignoranza, la follia dei vari mancati “giudici” che animano, in diversi modi, il dibattito ventotenese.
    Rimanendo sempre in ambito giuridico, vorrei ricordare alle Ecc.ze Ill.me, che trascorrono i loro giorni a fare e disfare in diritto, che nel nostro sistema processuale esistono due gradi di giudizio ed un eventuale ultimo grado di legittimità.
    Astenendomi dal tediare le On.li Ecc.ze con argomentazioni sui vari gradi del giudizio, dando per scontato che comunque ne hanno piena e profonda conoscenza, mi preme sottolineare che ogni indagato/imputato è innocente sino a quando non sia intervenuta sentenza di condanna passata in giudicato.
    Va da se che non è questo il caso.
    Ciò posto, lasciando ai veri operatori del diritto ogni valutazione afferente la responsabilità dei quattro imputati, vorrei esprimere il mio modesto parere sulla profondità delle argomentazioni e delle tesi che leggo su questo blog.
    Nucleo fondamentale delle quotidiane diatribe, portate a conoscenza di terzi in questo luogo in cui tutto alberga tranne che un po’ di cultura, è il mal governo del Sindaco Assenso coadiuvato da altri 4/5 accoliti saliti al potere per volontà popolare che poi, a conti fatti, tanto popolare non è.
    Ebbene su tale argomento, evitando di andare a scomodare avi più o meno illustri e che purtroppo non hanno diritto di replica, si deve semplicemente avere il coraggio dire che il sindaco Assenso, unitamente ai 4/5 accoliti, non è il solo colpevole del disastro ventotenese.
    Ogni singolo isolano, di nascita e non, che ha costruito abusivamente, lavorato a nero, affittato a nero ( stanze -case-barche ecc..), che ha usato per motivi personali la cosa pubblica ( dicesi peculato), che ha lavorato nella ristorazione senza avere licenze, che ha affittato senza avere licenze, che ha costruito una casa partendo dal pollaio, che ha sbancato metri cubi di terra per rendere le grotte appartamenti, ebbene ogni singolo ventotenese che ha fatto quanto sopra elencato deve rendersi conto che è colpevole tanto quanto l’amministratore pubblico che non vede o fa finta di non vedere.
    Tutto ciò per dire che se oggi l’isola di Ventotene fa schifo il merito è tutto dei ventotenesi, padri figli e ora nipoti, che nel corso degli anni hanno laboriosamente lavorato per rovinare l’isola, costruendo, occultando, accaparrando ecc.. ecc..
    Quindi siate fieri di quanto fatto fino ad ora in concorso, morale e materiale, con i vostri amministratori ( dai tempi del podestà sino ad oggi) e, non dico tanto, abbiate almeno il buon senso di stare zitti, fare ammenda davanti a Santa Candida, ed evitare di usare la morte di due ragazze per dare concreta certezza alla vostra, mal celata, stupidità.

  12. Giovanna scrive:

    Signora Maria vedo che lei ha le idee molto confuse ed anche una scarsa conoscenza della lingua Italiana, mi può spiegare come fa una persona ad arricchirsi sulla vita degli altri?

    Lei dice come si fa a non essere responsabili pur sapendo? Ma secondo lei il Sindaco sapeva che quella zona era pericolosa e non l’aveva interdetta, ma si rende conto di quello che dice?

    Lei dice non si può pensare a fare solo soldi, premesso che i “soldi” servono per vivere e poi ognuno in base alle proprie capacità, riesce a guadagnarne di più o di meno ed adeguare in tal senso il proprio tenore di vita.
    Noto che tale adoperarsi sull’isola di Ventotene è messo in pratica da tutti, visto che durante l’inverno migrano tutti a Formia dove hanno acquistato abitazioni ed altro.

    Secondo lei un buon imprenditore onesto è una persona senza etica, è uno che non rispetta la vita?

    Personalmente ritengo un nullafacente abituato all’assistenzialismo un soggetto senza Etica.

    Mi può spiegare come hanno fatto la famiglia Assenso a sfruttare le contraddizioni atteso che il significato di tale termine è il seguente: ”Il contraddire, il contraddirsi: cadere in c.; cogliere in c.; spirito di c., tendenza abituale e ostinata a contraddire, senza motivo apparente, ciò che altri afferma (o anche ad opporsi, sistematicamente, a ciò che altri vuole o propone)” .

    Da quello che mi risulta per anni in base alle loro capacità “manageriali” hanno sempre dato lavoro a tanti isolani e visto che hanno dato lavoro anche ai miei parenti da parte mia avranno sempre stima e riconoscenza.

    Poi con l’affermazione conclusiva mi fa intendere che anche lei e vittima della sindrome locale “L’INVIDIA”.

    Concludendo la saluto e le consiglio la lettura di un buon libro che sicuramente la farà rilassare ed accrescere il proprio bagaglio culturale in modo da esprimersi meglio nei suoi prossimi commenti.

    P.s.: Tenga a portata di mano un vocabolario durante la lettura le può essere d’aiuto se non capisce qualche termine.

  13. Maria scrive:

    Come si fa ad avere invidia di tutti coloro che per arricchirsi mettono in conto anche la vita degli altri?
    Come si fa a non essere responsabili pur sapendo?
    Molti sull’isola si sono riciclati in una nuova economia, quella turistica.
    Ma non puoi pensare solo di far soldi !
    E’ qui la mancanza di etica e il non rispetto per la vita.
    In quanto alla famiglia Assenso è storica la loro capacità “manageriale” di saper sfruttare le contraddizioni del momento per capitalizzare.
    Ad ogni costo! Sarà la vecchia anima che ancora vive?

  14. Giovanna scrive:

    Un piccola premessa a mio pare chi sottoscrive i propri pensieri (anonimi), è una persona priva di personalità.
    L’autore dice che “A volte i figli superano i padri” evidentemente è male informato il padre del Dott. Assenso è stato sindaco per 25 anni, mentre lui è fermo ancora a 9, indubbiamente il papà è stato un personaggio fuori dalle righe, infatti aveva le massime onorificenze ed aveva la facoltà di entrare ed uscire dai “PALAZZI ROMANI”, nonostante era solo il Sindaco di una piccola Isola, come vedi questo dovrebbe essere un vanto per te (anonimo isolano).
    Evidentemente ti piaceva restare un povero “zappatore” invece adesso sei un operatore turistico che lavori per tre mesi e vivi per nove mesi senza fare niente e sicuramente evadendo un pò di tasse.
    Alcuni di voi “invidiosi” da piccoli bottegai si son trasformati in negozianti.
    Indubbiamente il tuo Geppino, ex democristiano di ferro poi passato al PD, ha voluto ripercorrere le orme paterne candidandosi e vincendo le elezioni comunali per ben due volte, l’ultima delle quali ottenendo il consenso del 77% dei suoi concittadini, che lo hanno incoronato re dell’isola, quindi tu fai parte di quelli che hanno perso le elezioni, non ti viene il dubbio che sei la minoranza in tutti i sensi.
    DICI “Inizialmente tutto sembrava andare per il meglio: l’isola aveva ancora mantenuto quel suo nome evocativo di Europa, Spinelli e buona politica, e Geppino quella nomea l’ha trasformata in una infernale macchina per attirare soldi pubblici: Regione, Ministero dell’Ambiente, persino la Comunità Europea hanno investito su quei pochi ettari di terra in mezzo al mare milioni e milioni di euro, tutti regolarmente spariti nel nulla. Una colata di cemento pubblico e privato, in gran parte abusivo, ha ricoperto la poca terra come una glassa grigia e compatta, invadendo ogni cosa”, ma stai tenendo in considerazione anche il cemento versato da te? Perché non racconti anche le volte in cui sei andato ad elemosinare un favore o il rilascio di qualche permesso.
    Dici che è riuscito ad ottenere la benevolenza dei politici sia di destra che di sinistra, be a mio avviso queste sono doti personali, riuscendo a dimostrare che quando si rappresenta un’istituzione non si è ne di destra e ne di sinistra. Populista arretrato.
    “E allora ecco nuove piazze, nuove fogne, sale polivalenti, musei della migrazione degli uccelli, centri di educazione ambientale, auto elettriche pubbliche, grottoni illuminati… un paradiso insomma”. Quindi strutture per l’isola o sbaglio?
    Concludendo mio caro autore dell’articolo, riferendomi a te ed a tutti quelli che attivano la tastiera di un PC senza collegare il cervello, al punto tale che si dimenticano il loro nome tanto da rimare anonimi, non ho altro che considerarti un “INVIDIOSO” e quindi ti riporto alcune frasi che ti descrivono e che rappresentano il sentimento che nutri.
    L’invidia è quel sentimento che nasce nell’istante in cui ci si assume la consapevolezza di essere dei falliti.
    Oscar Wilde

    L’invidioso soffre per la buona fortuna del prossimo, e non potendo godere, per insufficienza propria, dei propri successi, gode malignamente degli insuccessi altrui.
    Cesare Marchi, Quando siamo a tavola, 1990

    L’invidia è la religione dei mediocri. Li consola, risponde alle inquietudini che li divorano e, in ultima istanza, imputridisce le loro anime e consente di giustificare la loro grettezza e la loro avidità fino a credere che siano virtù e che le porte del cielo si spalancheranno solo per gli infelici come loro, che attraversano la vita senza lasciare altra traccia se non i loro sleali tentativi di sminuire gli altri e di escludere, e se possibile distruggere, chi, per il semplice fatto di esistere e di essere ciò che è, mette in risalto la loro povertà di spirito, di mente e di fegato.
    Carlos Ruiz Zafón, Il gioco dell’angelo, 2008

    L’invidia è la più feroce delle malattie, ti attanaglia l’anima, e ti costringe ad essere cio’ che non sei. E come tutti i virus, puoi liberartene con una buona cura. la cura dell’anima.
    Stephen Littleword,
    L’invidia è il sentimento che noi proviamo quando qualcuno, che noi consideriamo del nostro stesso valore ci sorpassa, ottiene l’ammirazione altrui. Allora abbiamo l’impressione di una profonda ingiustizia nel mondo. Cerchiamo di convincerci che non lo merita, facciamo di tutto per trascinarlo al nostro stesso livello, di svalutarlo; ne parliamo male, lo critichiamo. Ma se la società continua ad innalzarlo, ci rodiamo di collera e, nello stesso tempo, siamo presi dal dubbio. Perché non siamo sicuri di essere nel giusto. Per questo ci vergogniamo di essere invidiosi. E, soprattutto, di essere additati come persone invidiose. In termini psicologici potremmo dire che l’invidia è un tentativo un po’ maldestro di recuperare la fiducia e la stima in sé stessi, impedendo la caduta del proprio valore attraverso la svalutazione dell’altro.
    Francesco Alberoni
    “L’indignazione morale è in molti casi al 2 per cento morale, al 48 per cento indignazione, e al 50 per cento invidia.”
    Vittorio De Sica

  15. pappice scrive:

    e pecchè ha scritto nà bucia?

  16. Giuseppe scrive:

    Vorrei dire Tante cose a chi ha scritto questo articolo, ma facendo tesoro della seguente frase TACCIO. “NON DISCUTERE MAI CON UN IDIOTA. TI TRASCINA AL SUO LIVELLO E TI BATTE CON L’ESPERIENZA”. Oscar Wilde

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