Con la fine della stagione estiva Ventotene, come tante altre piccole isole, comincia a vivere il suo vero isolamento. L’isola si svuota di turisti e residenti stagionali e torna a essere un paese di pochi isolani ostinati che resistono al progressivo abbandono del territorio. Sono contadini, pescatori, imprenditori e ristoratori locali determinati a mantenere viva la comunità e l’economia dell’isola. E’ così che è nata la Comunità dei contadini di Ventotene per Terra Madre, già attiva dallo scorso luglio.
L’obiettivo è conservare e diffondere la memoria dei prodotti tipici e delle tradizioni isolane. E anche rilanciare l’economia e promuovere un modo diverso di fare turismo, nell’ottica della sostenibilità e dell’armonia con un ambiente limitato e fragile.
I contadini di Ventotene si sono organizzati, hanno progettato e creato una rete. La Comunità è oggi parte del progetto Isole Slow, l’organizzazione che, nell’ambito della rete mondiale di Slow Food, unisce tutte le isole minori del Mediterraneo. Si tratta di un gruppo di piccole isole che lavorano insieme per affrontare tematiche comuni, risolvere problemi, focalizzare le difficoltà che le piccole produzioni di terra e di mare incontrano ogni giorno.
I prossimi 12 e 13 ottobre anche la Comunità dei Contadini di Ventotene per Terra Madre farà parte di una delegazione italiana di 40 membri che parteciperà al IV° incontro della Rete Internazionale delle Isole Slow a Cipro. Il tema è “Il Turismo Sostenibile sulle isole, esempi internazionali di applicazione pratica, prospettive, collaborazione, ampliamento e consolidamento della rete nel Mediterraneo”.
Ventotene ha infatti una lunga tradizione di sussistenza e autonomia alimentare: fin dall’epoca romana e poi con la colonizzazione borbonica, l’agricoltura ha sempre rappresentato un’attività fondamentale per gli isolani, capace di provvedere al sostentamento di una comunità ben più numerosa di quella attuale.
Tra le iniziative già avviate e curate dalla Comunità di contadini c’è il progetto “Ventotene e le Quattro Stagioni” – che porterà sull’isola per quattro volte all’anno gli studenti di un Istituto Agrario per partecipare nelle diverse stagioni ai lavori dei campi. Oltre a questo è stato attivato il progetto “Proxenia”, finalizzato al reinserimento lavorativo dei richiedenti asilo e dei rifugiati ospiti di una Cooperativa Sociale.
Fonte: H24 Notizie, Latina Today
E la pesca dove la mettiamo? Chi tutela i pescatori?
La richiesta di aiuto rivolta a istituzioni e Capitaneria a sostegno dei pescatori
Nonostante è di oggi la notizia relativa alla liquidazione del premio per il fermo tecnico, le condizioni di vita dei pescatori, soprattutto sulle isole ponziane, restano precarie.
“La mancanza di chiarezza relativamente all’applicazione delle norme sul pescaturismo e l’ittiturismo – dice Erminio Di Nora, esperto nel settore della pesca – rendono di fatto inapplicabile tali misure, che avrebbero anche dovuto integrare la redditività dei pescatori professionali, diminuendo lo sforzo di pesca, e aprendo la categoria a un programma di maggiore condivisione socio-culturale. Per Ventotene, ad esempio, la categoria ha sempre chiesto una maggiore integrazione nella gestione e nella programmazione delle attività dell’Area Marina Protetta”.
Alla luce di tali considerazioni Di Nora chiede agli amministratori dei Comuni costieri, di “farsi garanti presso la Regione Lazio e la Guardia Costiera, al fine di coordinare le possibili iniziative da intraprendere, anche per la valorizzazione e commercializzazione del pescato. Il grande numero di richieste di demolizioni in corso di presentazione, rende ancora più importante pianificare una strategia di gestione delle risorse e del futuro occupazionale”.
Ed è in relazione alla situazione di difficoltà nella quale versa la categoria che l’esperto del settore ittico evidenzia: “Diventa altresì importante accedere ai bandi FEP (Fondo Europeo per la Pesca), evitando di perdere occasioni, quali ad esempio quella in scadenza, collegata al posizionamento delle barriere sommerse e alla riqualificazione delle acque. Chiedo cortesemente al Comandante della Guardia Costiera di Gaeta, Cosimo Nicastro, di farsi portavoce per la costituzione di un tavolo di coordinamento fra enti, impegnando questi ultimi a farsi portavoce delle reali esigenze della categoria”.
Fonte: h24Notizie
redazione 18 dicembre 2013
All’attenzione dei ventotenesi che hanno case abusive:
Sanatoria catastale, scovati 1,2 milioni di immobili fantasma
Dopo l’attribuzione delle rendite attesi 589 milioni di euro di gettito fiscale
10/10/2013 – È terminata l’operazione per l’emersione degli immobili fantasma. Come risultato degli accertamenti condotti, circa 1,2 milioni di case, prima sconosciute, sono state iscritte al catasto fabbricati.
L’operazione, partita nel 2007 con la sovrapposizione delle foto aeree alle mappe catastali, ha fatto emergere 1,2 milioni di immobili non dichiarati. Per più della metà dei casi è stato possibile attribuire una rendita definitiva, mentre per gli altri il conteggio si è basato su una rendita presunta.
Come emerge dai dati del dipartimento delle Finanze, diffusi dall’Agenzia delle Entrate, l’operazione potrebbe generare un gettito complessivo di circa 589 milioni di euro.
Il totale dovrebbe essere ripartito in questo modo: 444 milioni potrebbero derivare dall’Imu, altri circa 137 milioni dalle imposte sui redditi, come Irpef e cedolare secca, e circa 7,5 milioni dall’imposta di registro sui canoni di locazione.
L’emersione ha visto protagonisti i tecnici dell’Agenzia del territorio e delle Entrate, impegnati in sopralluoghi per verificare le difformità segnalate con la sovrapposizione delle foto aeree alle mappe catastali.
In totale sono state controllate 2,2 milioni di particelle del catasto su cui era stata segnalata la presenza di costruzioni da accatastare. In alcuni casi gli accertamenti hanno portato ad escludere qualunque irregolarità, ma in definitiva sono state scovate oltre 1,2 milioni di unità immobiliari urbane non dichiarate.
A circa 769 mila immobili è stata attribuita una rendita catastale definitiva, pari a a 537 milioni di euro, mentre agli altri 492mila ne è stata attribuita una presunta, per un totale di 288 milioni di euro.
Ricordiamo che la sanatoria catastale è servita ad individuare gli immobili non censiti o le variazioni dovute a lavori non dichiarati, ma non a valutare l’eventuale abusivismo degli immobili fantasma. Scoprire le difformità e le irregolarità in questo senso può infatti rappresentare un passo successivo di competenza dei Comuni. (fonte Edilportale)
Fate bene ad associarvi, l’unione fa la forza.
Però è meglio ripassare la storia di ventotene per non sbagliare di nuovo e per non dimenticare gli errori.
Nel passato a Ventotene si preservava il suolo, fonte di vita per i Ventotenesi che allora coltivavano la terra.
Sul piccolo fazzoletto di terra si viveva di pesca, agricoltura e caccia.
Sempre nel passato c’era anche chi però viveva con altro, ad esempio il carcere di Santo Stefano chiuso nel 1965, dava lavoro agli isolani in vario modo.
C’erano anche quelli che avevano l’anima del commercio, hanno fatto fortuna con gli stessi isolani e con i Confinati politici.
L’antica famiglia degli Assenso ha fatto fortuna con il commercio.
Quando le annate non erano buone si andava a far spesa a credito da Vincenzino Assenso (figlio di ex-coatto), poi si pagava, appena le finanze lo permettevano. Naturalmente i prezzi dei prodotti erano fissati da chi deteneva il monopolio sull’isola ed inoltre poi si pagava con interessi i debiti contratti per mangiare. Allora non c’era il welfare. Chi poi non poteva pagare con i soldi allora perdeva la terra, la casa, gli animali domestici e così via. Questa è la storia triste di tante famiglie del periodo pre e post guerra.
Costretti ad abbandonare l’amata Ventotene..
Chissà se qualche vecchio ancora vivente racconta la vita sociale di allora alle nuove generazioni, la memoria passata è educativa.
Quando sull’isola c’erano i Confinati politici il nostro Vincenzino mostra le capacità manageriali provvedendo ai loro bisogni, non per altruismo beninteso.
Nel suo libro su Ventotene, Alberto Jacometti, gli dedica un capitolo “Don Vincenzo”, è il massimo bottegaio del luogo e il grossista per diversi generi; uno dei due macellai, l’unico banchiere, uno dei grandi proprietari di case e di terreni, il negoziante di legna e carbone, l’ammasso del villaggio. A Ventotene egli tiene in mano tutti.
Sulla piccola isola, lunga 2,8 Km e larga 500metri c’era la “casa “dove poter vivere con la famiglia. Allora i Ventotenesi non avevano più case in loco ed altre sulla terraferma.
Oggi con una popolazione di 751 abitanti ci sono 1.750 appartamenti contro 560 accatastati.
Inoltre più della metà, con l’autunno fino inizio estate, va via sulla terraferma dove è proprietaria di altre abitazioni.