Nuova udienza per la tragedia di Cala Rossano

20130218-232101.jpgOltre sei ore di udienza per ricostruire la storia di Cala Rossano a Ventotene e la morte di Sara Panuccio e di Francesca Colonello, le due studentesse romane di 14 anni travolte mortalmente da due metri cubi di tufo mentre erano in gita con la loro scuola. E anche per definire contorni, ruoli e responsabilità della Regione Lazio e, soprattutto, dell’Autorità di Bacino, l’ente regionale incaricato di redigere il Pai ovvero il piano di assetto idrogeologico che individua zone a rischio frane e inondazione.

E alla fine della giornata un dubbio insistente fatto emergere a più riprese dalle difese dei quattro imputati alla sbarra per omicidio colposo plurimo e lesioni gravissime: l’ex sindaco Vito Biondo, l’attuale sindaco di Ventotene Giuseppe Assenso, il responsabile dell’ufficio tecnico del Comune isolano, il geometra Pasquale Romano, e del Genio Civile di Latina Luciano Pizzuti.

Il sospetto, dunque, che alcuni “super” dirigenti della Regione Lazio, peraltro inizialmente indagati e le cui posizioni sono state poi archiviate, abbiano goduto di una sorta immunità “burocratica” che pur di fronte alla loro conoscenza della pericolosità della zona dove avvenne la tragedia dettata dall’aver ricoperto alcuni ruoli per così dire strategici, nel momento in cui andarono a occuparne altri in un normale avvicendarsi delle cariche, non essendo più responsabili di quegli uffici, si siano di fatto garantiti la non imputabilità nel processo in corso a Gaeta di fronte al giudice Carla Menichetti.

Proprio alcuni di loro saranno i protagonisti della prossima udienza fissata per il 15 aprile e non è escluso che il pm Nunzia D’Elia, sulla scorta di quanto emergerà, possa proporre l’imputazione ai sensi dell’articolo 507 del codice di procedura penale.

Al di là di questo aspetto, l’audizione di oggi dei tre periti dell’accusa, Tarozzi, Amodio e Bembo Fazio si è incentrata su due aspetti: uno principalmente tecnico, l’altro incentrato sulle norme che regolano l’attività dell’Autorità di Bacino e la redazione del Pai.

E’ emerso proprio a proposito di quest’ultimo come la zona di Cala Rossano non sia mai figurata come zona a rischio fino all’aprile 2010 quando avvenne la tragedia: né nel 2002 quando il piano venne adottato, né nei successivi aggiornamenti del 2005 e del 2009. E questo a fronte di un evento franoso, febbraio 2004, e nei pressi della zona poi luogo della tragedia, che di fatto rese interdetta la spiaggia per circa duecento metri, per un’ordinanza della Capitaneria di Porto, fino al 27 ottobre successivo quando i lavori di sistemazione terminarono con l’effettuato collaudo sottoscritto dall’impresa realizzatrice, dal direttore dei lavori e dal responsabile dell’ex Genio Pizzuti.

Opere che, è stato chiarito e qui sta la drammaticità dei fatti, furono realizzate senza un’effettiva progettazione e, soprattutto, incomplete rispetto alle indicazioni venute fuori da una conferenza dei servizi del 7 aprile 2004 indetta dall’ex genio civile.

Si riteneva idonea infatti, anche per la sicurezza della strada soprastante la parete rocciosa, oltre il disgaggio delle parti pericolanti, l’esecuzione di sistemi di consolidamento tramite iniezioni di cemento e di sistemi di protezione della parete, con reti e quant’altro, per evitare distacchi. Questi ultimi però non furono realizzati e tantomeno uno studio sulle ragioni del crollo del 2004 attraverso l’analisi del convogliamento delle acque a monte.

Infine, nonostante quel crollo, dagli atti risulta che l’Autorità di Bacino non ne ebbe segnalazioni così da far inserire l’area nel Pai regionale. Ipotesi peraltro contestata dalla difesa di Pizzuti che ha proposto la nota di ben tre segnalazioni di merito a diversi dirigenti regionali. Chi dunque avrebbe dovuto avvisare l’Autorità di Bacino? Una domanda a cui dovranno rispondere i teste della prossima udienza.

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Fonte: H24 Notizie, Il Messaggero, Latina 24Ore, Luna Notizie, Latina Oggi, Telefree

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2 risposte a Nuova udienza per la tragedia di Cala Rossano

  1. madabu scrive:

    come finiranno i nostri eroi?

  2. VINCENZO scrive:

    LEGGE 18 maggio 1989, n. 183
    Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo.
    La presente legge ha per scopo di assicurare la difesa del
    suolo, il risanamento delle acque, la fruizione e la gestione del
    patrimonio idrico per gli usi di razionale sviluppo economico e
    sociale, la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi.
    2. Per il conseguimento delle finalita’ perseguite dalla presente
    legge, la pubblica amministrazione svolge ogni opportuna azione di
    carattere conoscitivo, di programmazione e pianificazione degli
    interventi, di loro esecuzione, in conformita’ alle disposizioni che
    seguono.
    Chi dunque avrebbe dovuto avvisare l’Autorità di Bacino?
    Alla realizzazione delle attivita’ previste al comma 1
    concorrono, secondo le rispettive competenze. lo Stato, le regioni a
    statuto speciale ed ordinario, le provincie autonome di Trento e di
    Bolzano, le provincie, i comuni, le comunita’ montane, i consorzi di
    bonifica ed irrigazione e quelli di bacino imbrifero montano.
    SIAMO IN ITALIA NESSUNO CONOSCE LE LEGGI
    Come diceva Totò:Non so leggere, ma intuisco.

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