Arriva la tassa di sbarco, inserita nel Decreto Semplificazione approvato dal Senato con una netta distinzione nelle modalità d’uso e di riscossione rispetto alla tassa di soggiorno.
Il tributo ideato per le isole minori dovrà essere disciplinato da un Regolamento comunale nel quale sarà indispensabile definire la misura dell’imposta, applicabile fino a un massimo di 1,50 euro, da riscuotere unitamente al prezzo del biglietto da parte delle compagnie di navigazione che forniscono collegamenti marittimi di linea.
A questo proposito la legge impone specifici obblighi tributari ai vettori, e si tratta di un’accortezza legislativa appositamente ideata per ovviare alle polemiche tuttora in atto per l’imposta di soggiorno, sfociate poi nell’impugnazione da parte degli albergatori dei regolamenti adottati dai primi 22 Comuni italiani in materia. Le compagnie di navigazione, infatti, sono responsabili del pagamento dell’imposta, con diritto di rivalsa sui soggetti passivi.
Mappa geografica alla mano, la tassa di sbarco potrebbe interessare tra le altre, le Tremiti, le Eolie, Isola del Giglio, Ventotene, Ponza, Ustica, Pantelleria e Lampedusa.
Fonte: Agenzia di viaggio
ma anche i residenti devono pagare?