Il sindaco di Ventotene non molla. Non demorde davanti alle dure critiche di Legambiente e del Wwf contro i l progetto di un mega cantiere per la nuova viabilità dell’isola. E affida ad una lettera le tesi a sostegno del maxi tunnel dovrebbe servire a bypassare il porto romano e le stradine del centro per consentire il traffico della auto nella porzione di isola che si estende complessivamente per un chilometro quadrato e mezzo appena. Secondo Geppino Assenso, i circa 260 metri di galleria rappresentano un’opera di salvaguardia dell’isola, nella prospettiva di rendere pedonale banchina e centro storico. La missiva del primo cittadino risponde punto per punto alle critiche delle associazioni ambientaliste. Ma non riesce a tranquillizzare chi, sull’isola, non vede di buon occhio il progetto da 4,8 milioni di euro (circa 6 con l’Iva) varato in primavera dalla giunta.
«QUESTA E’ TUTELA» – Scrive Giuseppe Assenso: «E’ sbagliato immaginare improbabili ritorni all’indietro che peserebbero sul territorio in termini di impoverimento e di blocco dello sviluppo, è bene e giusto invece studiare le modalità di un uso del territorio compatibile con le sue risorse, compatibile con la necessità di poter consegnare ai nostri figli e nipoti una risorsa da poter utilizzare ancora per la crescita dell’economia e della cultura dell’isola». Dunque, dice il sindaco, il tunnel è un’opera indispensabile.
Ventotene ha bisogno, sostiene Assenso, «di pensare e progettare modalità di salvaguardia del territorio che ci consentano di non consumarlo oltre, anzi di preservarlo, di tutelarlo e di consentire nel contempo un suo uso responsabile e colto. E intendendo per cultura, il rifiuto dell’aggressione sconsiderata alla costa, l’amore per l’eredità preziosa che ci è stata consegnata dai nostri padri, la volontà di capire sempre l’anima dei luoghi, di rispettarla e di nutrirla. E’ in questa direzione che va il progetto di una strada alternativa al Porto romano che consentirà nel futuro la sua completa pedonalizzazione e la pedonalizzazione del centro storico, restituendo ai luoghi tempi e ritmi che abbiamo perduto».
CONTESTATO DAGLI ABITANTI – Vabbè, la pedonalizzazione potrebbe anche convincere qualcuno. Ma c’è davvero bisogno di scavare nel tufo un tunnel da svincolo autostradale? Sul punto, il sindaco è fortemente contestato anche da una minoranza degli abitanti dell’isola, che lamentano la sua presunta incapacità di tener conto di osservazioni e critiche, «che invece continua a respingere e bollare come offese alla sua persona». Insomma, se nel Frusinate si cerca di costituire un principato (a Filettino), qui si contesta il sindaco-principe «che tutto fa e tutto decide».
«Dobbiamo smuovere le acque e impedire che uno scempio tale prenda forma – attacca un giovane imprenditore -. L’isola ha bisogno di altro: di un depuratore funzionante, di fogne efficienti, di un nuovo arredo urbano, della ripavimentazione del centro storico (ndr. per ora ci si è limitati a parte della piazza del Comune), di completare la messa in sicurezza delle calette, di montare il dissalatore e varare un progetto per le energie alternative. Il tunnel è soltanto un esempio di come bruciare denaro pubblico. Roba da prima Repubblica».
«AMBIENTALISMO REAZIONARIO» – Ma Assenso non ci sta e taccia i contestatori di essere dei reazionari: «Noi abitiamo un Museo all’aperto e lo dobbiamo preservare. La strada alternativa è una modalità eco-compatibile, rispettosa del paesaggio e dell’ambiente che riuscirà definitivamente e finalmente a restituire al porto romano ed al centro storico il senso dei luoghi. La sapienza e la tecnica – assicura il primo cittadino – ci forniranno le modalità per ottenere questo risultato secondo le coordinate che abbiamo delineato. Con alto senso di responsabilità con volontà di collaborare ad un grande progetto di tutela del territorio al di fuori delle secche sterili di un ambientalismo reazionario e di affermazioni, ad essere buoni, penose di chi dice “spendiamo quei soldi per altri fini”, sapendo bene che questo non è possibile per motivi amministrativi e di legittimità».
GLI ESEMPI DI SALINA, LIPARI, TREMITI – Intanto c’è chi cerca di coordinare i contestatori «perché una risposta deve venire dai cittadini che amano l’isola». Il no al tunnel, sostiene la fronda, «è giustificato da un approccio differente che altre isole del mediterraneo hanno avuto con il problema traffico: a Panarea, Salina, Lipari, Capri, Tremiti non sbarcano auto d’estate, eppure non possiamo parlare di economia turistica in crisi». La soluzione è «dietro l’angolo ed è a costo zero».
Basterebbe modificare gli orari dei traghetti secondo logiche differenti, dicono gli anti-tunnel. «Il traghetto deve partire alle 8 del mattino da Formia e garantire l’arrivo delle merci in un orario ragionevole. Le merci pesanti (alimenti e bevande) vanno trasportate dal lunedì al mercoledì. I lavori di edilizia pubblica e privata devono essere ultimati entro il 30 maggio ogni erstate (ndr. come aveva disposto uno dei precedenti sindaci di Ventotene) e non devono riprendere prima del 30 settembre (salvo urgenze)».
Non bastasse, i contestatori chiedono che «il trasporto pubblico locale venga affidato ad una cooperativa di giovani isolani, che attraverso l’utilizzo di mezzi elettrici garantirebbe un doppio valore finale, sia per l’utente-turista sia per la sostenibilità dell’iniziativa». E spiegano: «Il comune di Formia, ha già previsto una serie di sconti per i residenti delle isole, disincentivando il trasporto delle auto sulle isole. Si potrebbe pensare ad una tariffa ad hoc per i turisti di Ponza e Ventotene e il problema sarebbe facilmente risolto. Un’altra strada è possibile ma non è quella da percorrere con il tunnel».
LA VARIANTE MOLO CALAROSSANO – Secondo il sindaco, il Bando di Gara recentemente emesso «prevede anzitutto la messa in sicurezza dell’area interessata dall’intervento». Verranno «attentamente valutate le proposte progettuali, orientandosi a favore delle migliori soluzioni nel rispetto dell’assetto territoriale, paesaggistico ed ambientale», promette. Dunque, c’è qualche speranza che il primo progetto varato dalla giunta possa essere accantonato in favore di una possibile variante che molti, a Ventotene, ritengono meno invasiva.
«Si tratterebbe – spiega un commerciante che preferisce non esser citato con nome e cognome – di far passare la nuova strada – diretta dal porto nuovo al campo da calcio – sul lato destro del ristorante l’Aragosta, prolungando il molo in direzione Calarossano, laddove oggi c’è il primo tratto del ponmtile in legno per gli ormeggi dei diportisti». Da qui, poi, la strada svolterebbe dentro una cavità naturale già preesistente e «basterebbe scavare per una quarantina di metri per uscire in superifcie». Con costi contenuti rispetto alla prima ipotesi di tracciato e, dunque, rispetto della natura come del bilancio, magro, del piccolo Comune.
Fonte: Corriere della Sera