Il sindaco di Ventotene, Geppino Assenso, risponde alle accuse di Legambiente e Wwf sul tunnel di collegamento del porto nuovo con il centro. Il primo cittadino sottolinea quanto «l’approccio al problema sia falsato da pre-giudizi che impediscono un corretto approccio al problema» ed evidenzia che «la difesa di un territorio va inserita nel contesto storico e geografico che lo rende unico e speciale». Assenso pone l’accento sull’alterazione del territorio dell’isola avvenuto già ai tempi dei Romani, che hanno scavato nel tufo cisterne e gallerie, mentre in tempi più moderni sono stati costruiti anche altri edifici, come la Chiesa di Santa Candida («Il suo maestoso edificio non ha alterato un paesaggio, un equilibrio, un sistema abitativo e viario?») o «le belle rampe che scendono al porto romano non hanno richiesto opere murarie mastodontiche che hanno alterato un declivio naturale che è sparito alla nostra vista?» Secondo Assenso, «il problema è l’alterazione dell’equilibrio tra artificiale e naturale che l’aumento della popolazione e la civiltà di massa hanno prodotto e che la globalizzazione ha amplificato. Perciò oggi siamo molto preoccupati: sappiamo bene che le alterazioni climatiche, il lavorio implacabile degli agenti atmosferici e l’alterazione degli storici equilibri idrogeologici del territorio che l’antropizzazione recente hanno prodotto, ne rendono più difficile, precaria ed instabile la gestione». Il progetto di una strada alternativa al porto romano, dice il sindaco di Ventotene, «consentirà nel futuro la sua completa pedonalizzazione e la pedonalizzazione del centro storico, restituendo ai luoghi tempi e ritmi che abbiamo perduto». «Noi abitiamo un museo all’aperto – aggiunge – e lo dobbiamo preservare. La strada alternativa è una modalità eco-compatibile, rispettosa del paesaggio e dell’ambiente che riuscirà definitivamente e finalmente a restituire al porto romano ed al centro storico il senso dei luoghi». Infine, Assenso sottolinea «come il bando di gara recentemente emesso preveda innanzitutto la messa in sicurezza dell’area interessata dall’intervento; verranno attentamente valutate le proposte progettuali, orientandosi a favore delle migliori soluzioni nel rispetto dell’assetto territoriale, paesaggistico e ambientale».
Fonte: La Provincia, Latina Oggi , Radio Luna
Una strada alternativa al porto romano non è necessariamente il tunnel, ma una serie di misure.
Prima regolamentare la circolazione delle auto, su un’isola cosi picccola ,quasi microscopica, le auto non servono come in una grande metropoli.
Mi chiedo che significato abbia a Ventotene la tesi del sindaco: il problema è l’alterazione dell’equilibrio tra artificiale e naturale che l’aumento della popolazione e la civiltà di massa hanno prodotto e che la globalizzazione ha amplificato.
La popolazione residente stabilmente a Ventotene è oggi epoca della globalizzazione inferiore agli anni passati, addirittura lo stesso sindaco non vive lì.
Il problema del trasporto delle merci potrebbe avvenire non necessariamente via auto tramite il tunnel, si potrebbe anche ipotizzare un’ascensore da ubicare in un posto dopo attento studio, fatto non da chi vuole il tunnel per guadagnarci e basta.
Ancora si dice:restituire al porto romano ed al centro storico il senso dei luoghi, ma vogliamo prenderci in giro!
Quante barche dovrebbe e può ospitare il porto romano senza danni? Quante c’è ne sono invece?
Quanto al senso del centro storico , anche gli schiamazzi degli ubriachi di turno dovrebbero essere limitati ,facendo rispettare la normativa prevista, invece fa denaro vendere alcolici anche ai minorenni!!!!!!!!!!! VERGOGNA!!!!!!!!!!!
E’ ora di finirla con questi progetti da pozzo di san Patrizio! perdon a Ventotene c’è ‘o Pozzillo!!!!!