Ventotene: come distruggere un paradiso

Basta poco a distruggere un piccolo paradiso come l’isola di Ventotene, uno dei più belli e piccoli comuni italiani. Basta metterci un sindaco ‘appassionato’ di appalti e grandi opere, una giunta comunale fatta di parenti, amici e amici degli amici, una popolazione in massima parte consenziente et voilà, il gioco è fatto! In men che non si dica si otterranno un tasso di abusivismo edilizio elevatissimo, lo scempio del territorio, l’approvazione di progetti urbanistici dissennati e devastanti come quello di scavare un tunnel sotterraneo per le auto, un turismo distruttivo e di massa, l’opposizione di tutte le associazioni ambientaliste e persino la cancellazione della volontà popolare nazionale, riuscendo a privatizzare l’acqua un mese dopo il referendum!

Fonte: Parvapolis, Il Fatto Quotidiano

Questa voce è stata pubblicata in Lettere e contrassegnata con , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Una risposta a Ventotene: come distruggere un paradiso

  1. Marina scrive:

    Volendo sintetizzare con una sola parola possiamo dire che tutto ciò è interesse privato , non di uno ma di molti, del gran clan del momento, al sud c’è un nome:mafia!!!!!!!!!!
    La solita divisione della torta, ai potenti del giro la migliore fetta ,ai servi le briciole .
    Del resto bisogna essere esperti di legge, avere soldi per investire, avere appoggi politici giusti sulla terraferma, avere legami con le persone del posto, meglio ancora se parenti.
    Tutte queste condizioni ci sono, il vento è in poppa come si suol dire, forza ventotenesi , l’isola è vostra .In fisica c’è il principioche : ad ogni azione c’è una reazione uguale e contraria. Nulla è eterno. L’ingordigia con cui state divorando l’isola
    vi farà ammalare. Buona fortuna!

I commenti sono chiusi.