Fu omicidio colposo per la Procura di Latina

Il PM Saveriano

Quattro richieste di rinvio a giudizio per la frana di Cala Rossano dello scorso anno. Le ha presentate nei giorni scorsi al Gup di Latina il Pubblico ministero Vincenzo Saveriano nei confronti dell’attuale sindaco di Ventotene, Giuseppe Assenso, del suo predecessore, Vito Biondo, del capo dell’area tecnica del Comune, Pasquale Romano, e del capo dell’ufficio del Genio civile di Latina, Luciano Pizzuti (difesi dagli avvocati Michele Saponaro, Renato Archidiacono, Giovanni Lauretti, Luca Scipione). A loro il Pm contesta il duplice omicidio colposo, per la morte delle 13enni studentesse romane Sara Panuccio e Francesca Colonnello, e le lesioni gravissime ai danni di altri due compagni di classe colpiti dal masso venuto giù dalla falesia. Invece, il Pm ha chiesto l’archiviazione per Bruno D’Amato, il dirigente dell’Autorità di Bacino. Cioè, l’ente regionale responsabile della redazione del Piano di Assetto idrogeologico del Lazio (Pai), la cui edizione del 2009 indicava Cala Rossano come zona sicura dell’isola. A quanto risulta, nel corso dell’interrogatorio (chiesto dopo l’avviso di conclusione delle indagini preliminari) lo stesso D’Amato ha presentato al Pm una serie di documenti e atti che gli hanno consentito di sfilarsi dal caso giudiziario. Tra questi una comunicazione dei primi mesi del 2009 indirizzata a tutti i Sindaci dei Comuni ricadenti nell’Ambito territoriale. Il dirigente chiedeva di inviare notizie sulle pericolosità dei luoghi, anche utilizzando un sito Internet. Sembra che da Ventotene non sia arrivata alcuna segnalazione. Eppure, i precedenti ci sono stati negli anni addietro. Proprio su questi fattori si «giocherà » la partita giudiziaria: il crollo di Cala Rossano si poteva evitare? La Procura parte dalla frana staccatasi in prossimità di Cala Rossano nel 2004, per cui il Genio Civile prescrisse degli interventi poi eseguiti dal Comune solo in parte e comunque un episodio mai segnalato all’Autorità d’Ambito. Tanto che su Cala Rossano – secondo la tesi degli inquirenti – nel Pai 2005 e 2009 non ci sono differenze, sempre spiaggia fruibile. A differenza di Parata Grande che dopo una frana, sembra segnalata in modo anonimo all’ente regionale, è stata dichiarata a rischio. Insomma, la discussione davanti al Gup si presenta complessa, anche perché il collegio difensivo sta approntando una corposa esposizione delle proprie tesi. In particolare, per confutare anche la relazione tecnica dei consulenti del Pm sulle azioni degli enti pubblici nell’adottare le misure di prevenzione contro le frane sull’isola.

Fonte: La Provincia

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