Il Tribunale del Riesame di Latina ha dissequestrato la cosiddetta «casetta rosa», una delle abitazioni più tipiche di Ventotene, finita sotto sigilli nell’aprile scorso per mano del Nipaf di Latina. Il nucleo investigativo di polizia ambientale del Corpo Forestale era sbarcato sull’isola in esecuzione di un provvedimento di sequestro firmato dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano. L’indagine aveva consentito di appurare una serie di violazioni edilizie a seguito della ristrutturazione attuata dai proprietari dell’immobile. Coppia di eccezione: lui, noto antiquario di Roma. Lei funzionaria della Sovrintendenza ai Beni Culturali del Lazio. Alla casa era annessa una grotta ipogea. Il tunnel scavato nel tufo era stato trasformato in ambienti abitativi – un salottino ed una camera da letto – con l’apertura di alcune finestrelle a strapiombo sul mare, sul lato di costone che si affaccia sul Golfo di Gaeta. Un panorama da togliere il fiato, a due passi da Punta Eolo, il punto più alto dell’isola. Il Tribunale del Riesame ha accolto il ricorso presentato dai proprietari dell’immobile contro il provvedimento del gip Laura Matilde Campoli che aveva convalidato il decreto di sequestro emesso dal pubblico ministero Miliano. I giudici non hanno rilevato la sussistenza di esigenze cautelari, essendo stati gli abusi già ampiamente documentati. Da qualche tempo la coppia di romani aveva acquistato la «casetta rosa», pochi metri cubi con annessa grotta ipogea. Gli accessi del Nipaf hanno consentito di appurare che i lavori di ristrutturazione non erano stati effettuati secondo quanto prescrive la legge per un’isola che è, ricordiamolo, riserva naturale integrale. A.P., l’antiquario romano intestatario dell’immobile, deve rispondere di una serie di violazioni edilizie: come quella di aver mutato la destinazione d’uso della grotta, trasformata in abitazione dopo aver scavato un tunnel di 30 metri nel bel mezzo della montagna, in un’area sottoposta a rigidi vincoli paesaggistici e naturali. Contestato anche il reato di abuso edilizio dal momento che gli agenti del Nipaf avevano posto sotto sequestro non soltanto la grotta ma anche la stessa «casetta rosa» oggetto, in corso di ristrutturazione, di ampliamenti non consentite.
Fonte: La Provincia