L’isola del cemento

Ancora una nota del rappresentante dell’Associazione antimafia “A. Caponnetto” a Ventotene sulla tragica situazione edilizia sull’isola.

Poche settimane fa, tramite una mia denuncia indirizzata sia all’Associazione Antonino Caponnetto, che l’ha pubblicata, sia al quotidiano Latina Oggi, che non lo ha fatto, non garantendo alcun diritto di replica alle accuse che mi furono rivolte nell’estate 2010, chiesi alla Procura della Repubblica di Latina di verificare il contenuto della medesima con un accertamento approfondito fino ai minimi dettagli, sull’”abusivismo edilizio” che si starebbe verificando sull’Isola di Ventotene.
Come già detto in più di occasioni, non essendo un tecnico, non posso giudicare se per tutti i lavori che si vedono in giro per l’Isola siano necessari permessi o licenze edilizie, ma posso però affermare con sicurezza (vista la pregressa esperienza personale e la lettura di note provenienti dall’Ufficio Tecnico Comunale di Ventotene) che sull’isola non sono ammesse opere di nuova costruzione fino all’approvazione del Piano Regolatore. Gli unici lavori consentiti sono quindi quelli di manutenzione ordinaria e straordinaria.
Non voglio essere ripetitivo, ma proprio non ce la faccio a stare zitto e a non denunciare quello che vedo e leggo.
Da quando sono giunto sull’Isola di Ventotene, una volta definita “la perla del mediterraneo” quanti cambiamenti ho visto e non certo positivi.
Ho visto costruire molto in questi anni ma, da un decennio a questa parte e cioè da quando l’Isola è divenuta Riserva marina e terrestre, ho visto delle cose fuori del normale.
Dal porto nuovo fino alla fine dell’isola, su tutto il territorio, su tutte le particelle, su tutte le proprietà, sono nate nuove costruzioni in legno ed in muratura adibite poi a mini appartamenti o ad appartamenti di lusso poi venduti o affittati a costi settimanali elevatissimi. Lo stesso fenomeno ha poi colpito le varie grotte presenti sull’isola.
Ho visto…
Ho visto la casa vicino a quella di mia moglie demolita e ampliarsi, forse anche su due piani… Ma non erano proibite le nuove costruzioni?
Quanta cubatura è ancora disponibile sull’Isola di Ventotene?
Visto che la famosa opera che si sta avviando al completamento ne ha già presa tanta?
Eppure un ex Assessore all’Urbanistica di qualche anno fa, ci ha informato che questi lavori non si potrebbero fare.
Sarà così, oppure è tutta immaginazione?
Ho visto il mare in piena estate pieno di rifiuti organici umani che galleggiavano lungo la battigia, l’acqua divenuta ormai torbida. Eppure tutti dicono che i rilievi dell’acqua sono a posto, che i soldi per la rete fognaria sono stati ben spesi, che il depuratore funziona.
Durante il periodo estivo l’odore di fogna per il centro storico non manca. Va ricordato che siamo in una Riserva Marina e Terrestre.
Forse non ci si rende conto che il moltiplicarsi dei sevizi igienici ha portato al collasso l’attuale rete fognaria?
Ho visto alcuni trasporti di materiale edile effettuati in elicottero verso l’isola di Santo Stefano. Gli stessi dovevano essere utilizzati per la messa in sicurezza del Carcere Borbonico. L’opera sarà stata effettuata, visto che i voli sono stati terminati e sono stati stanziati 4 milioni di euro?
Una parte dell’asfaltato di piazza Castello è stata sostituita da lastroni di pietra, ma l’opera sarà terminata o sarà lasciata a metà perché sono finiti i soldi ?
Ho letto l’articolo a firma “l’amico dell’Isola dell’amore” che ci informava che molte case potrebbero essere state accatastate con diversa destinazione d’uso, mi sono chiesto per quale motivo? Evadere il fisco? Se fosse così non ci sono i presupposti per un danno erariale? Perché non viene informata da chi di dovere la Corte dei Conti per le dovute verifiche?
Sempre riferendomi al contenuto della citata lettera, come mai il ripristino dei luoghi non viene effettuato?
Se si costruisce, come si vede e si legge praticamente ovunque non si rischia anche su quest’isola il danno Idrogeologico?
Al Comune non interessa?
Perché non interviene la Corte dei Conti?
Alla famosa “casa rosa” sono stati posti i sigilli da parte di Forze di Polizia giunte dalla terraferma, ma possibile che qui sull’isola nessuno ha visto niente?
Eppure sulla proprietà di mia moglie e dei suoi fratelli, sono intervenuti per una tettoia interno cortile di piccola entità!!
Eppure dai siti Internet ho appreso che la moglie del proprietario di questo immobile sarebbe un funzionario della Sovrintendenza ”, da ciò si evince che difficilmente poteva ignorare le procedure.
Mi hanno informato che in pochi anni sull’isola sono stati posti circa 70 sigilli, 107 le sanatorie ancora in sospeso dall’ultimo condono edilizio ma si continua a costruire .
Mi chiedo perché, come si legge nell’articolo del quotidiano Latina Oggi, sotto in allegato, sull’isola di Ponza la Regione Lazio ha chiesto al Comune misure repressive, (ABUSI EDILIZI DA ABBATTERE), mentre nulla ha chiesto al Comune dell’Isola di Ventotene per gli abusi riscontrati?
Tutto questo nonostante ci siano state due vittime innocenti.
A questo punto chiediamo che la Regione Lazio prenda SERIAMENTE in considerazione gli abusi edilizi riscontrati sull’Isola di Ventotene ed imponga al Comune dell’Isola di Ventotene le stesse misure repressive.
Mi auguro che la Regione Lazio prenda in mano questa situazione, affinché finisca una volta per tutte l’abusivismo edilizio, piaga per tanti comuni italiani. Le misure però devono essere drastiche, forse occorrerebbe anche l’utilizzo dell’esercito anche se in realtà a Ventotene le ruspe non mancano!!

Ventotene 04.05.2011

Antonio Flocco

Latina Oggi – Mercoledì 27 Aprile 2011 –  pag:33

«Ponza, la diffida e la richiesta di misure repressive della Regione Lazio al Comune Abusi edilizi da abbattere

Accertate 53 opere abusive sull’isola, tre sono della nota stilista Fendi

Cinquantatre i casi di abusivismo edilizio accertati sull’isola di Ponza per i quali la Regione Lazio ha chiesto al Comune di adottare delle misure repressive. Un lungo elenco di nominativi tra cui spicca il nome della nota stilista Alda Fendi sul cui conto sono stati accertati ben tre abusi, tutti realizzati sul bellissimo e super protetto isolotto di Palmarola. Su tutti e tre grava un’ordinanza di abbattimento. Nelle tre pagine redatte e firmate dal funzionario istruttore, dal direttore regionale e dal dirigente dell’area del dipartimento territorio e urbanistica – area vigilanza edilizia e lotta all’abusivismo -, le opere sono state suddivise in tre sezioni: quelle sulle quali grava un’ordinanza di demolizione; quelle sulle quali grava un’ordinanza di sospensione dei lavori; e quella sulle quali gravano accertamenti regionali relativi ad illeciti amministrativi. Gli ultimi due punti rappresentano un numero minore. Le zone dove sono stati accertati gli abusi sono tra quelle più belle e ricercate dell’isola dove la possibilità di ottenere un permesso per costruire è praticamente ridotto al minimo. Oltre Palmarola, si parla della località di Frontone e della sua spiaggia, di località Tre venti, del Campo inglese, di Cala Feola, Cala Fonte, di Monte Guardia, Giancos, di Santa Maria, di Dragonara. All’appello non poteva mancare la località per cui l’isola è famosa: via Chiaia di Luna. La direzione regionale, nell’ambito di un generale accertamento dei casi di abusivismo edilizio e di opere realizzate senza i necessari titoli abilitativi, ha richiesto al Comune di Ponza di avere notizie sugli esiti delle procedure repressive poste in essere dal «Comune di cui allo stato, non risulta effettuata la definizione – si legge nel documento indirizzato all’area tecnica del Comune di Ponza -. In particolare per i casi che si segnalano, sia pure oggetto di procedure già avviate non è dato conoscere gli atti conclusivi che il comune di Ponza è tenuto a fornire nell’ambito di applicazione della normativa sul sistema sanzionato rio degli illeciti edilizi». E quindi di conoscere lo stato delle procedure di cinquantatre casi secondo la seguente casistica: «Ordinanza di demolizione: copia di eventuali atti di notifica, copia di verbale di ottemperanza e di inottemperanza, presenza di eventuale acquisizione, comunicazione di avvenuta demolizione, presenza di ricorsi al Tar e/o Consiglio di Stato con gli eventuali esiti, eventuali richieste di condono edilizio o di sanatorie; ordinanze di sospensione lavori: presenza di successiva ordinanza di demolizione; accertamenti regionali su illeciti amministrativi: presenza di annullamento dei procedimenti amministrativi illegittimi, emissioni di provvedimenti». Per tutti i casi segnalati della Regione «Il Comune è tenuto a chiarire l’esito delle procedure intraprese e lo stato di definizione delle azioni repressive intraprese o meno indicando i motivi dell’inerzia. Nel caso – si legge ancora nel documento -, a seguito della verifica che si richiede, non risulti eseguita ed ultimata la procedura repressiva richiesta e ciò in ordine alle acquisizioni, demolizioni o annullamento delle procedure amministrative illegittime, si diffida il Comune di Ponza a volere emettere o adottare i successivi provvedimenti repressivi a seconda dell’elenco sopra riportato in cui rientra la tipologia di abuso e le procedure richieste». La richiesta è stata protocollata al Comune due anni fa, ad oggi la situazione è rimasta tale e quale. I manufatti sono ancora lì. E’ ancora lì una casa realizzata in località Grotta del Serpente, per la quale è stata rigettata la domanda di condono edilizio, trattandosi di zona sottoposta a vincolo paesaggistico. »  Brunella Maggiacomo

Fonte: Associazione antimafia “A. Caponnetto”

Questa voce è stata pubblicata in Ambiente, Lettere, Politica e contrassegnata con , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.