Sempre da Facebook la replica di uno degli ideatori della lettera inviata dopo un anno alle famiglie delle vittime di Cala Rossano.
Sono Regina Guerini
Mi spiace che quella che aveva l’intenzione di essere una lettera privata di avvicinamento alle vostre famiglie ed al vostro dolore sia stata da voi percepita nei modi che avete spiegato, me ne rammarico e mi rincresce che se vi siate sentiti offesi da questa.
Non ho scritto io personalmente la lettera che vi è giunta, ma quando questa è stata ideata ero presente e ne ho condiviso in pieno gli intenti. Nasce infatti l’idea di questa lettera da un gruppo di donne che hanno deciso di incontrarsi per parlare dei problemi della nostra comunità. Fanno parte di questo piccolo gruppo sia una consigliere di maggioranza, sia una di minoranza dell’attuale legislazione. Io personalmente sono un ex consigliere ma non ho nessun incarico all’interno dell’attuale amministrazione se non sporadiche collaborazioni con l’Assessorato al turismo e alla cultura. L’intento delle nostre riunioni era di essere propositive delle nostre idee al di là di quelli che sono gli schieramenti politici poiché in una piccola comunità come la nostra pensiamo abbia poco senso dividersi. Inevitabilmente si è parlato della tragedia che vi ha e ci ha colpito nel profondo. Abbiamo parlato di quanto questa ci avesse ammutolito. Esatto. Abbiamo parlato del silenzio, di quel silenzio che ha reso noi timide davanti al vostro dolore. Del silenzio del l’amministrazione che a fronte di un inchiesta in corso ha scelto di non parlare. E di come a fronte del silenzio di tutta la nostra comunità sia iniziato lo sciacallaggio. E così Ventotene ricordata per essere la perla del mediterraneo, per essere il seme dell’Europa, è diventata da un giorno all’altro terra di incuria. Questo ci è sembrato ingiusto oltreché non veritiero. Ed è stato lì che abbiamo deciso che bisognava riprendere tutto da dove era iniziato, ma iniziare con altri occhi, non quelli di chi cavalcando e strumentalizzando la vostra rabbia, getta fango su un intera comunità ma con occhi di madri che possono solo immaginare il dolore che voi provate e avrebbero voluto in qualche maniera riprendere il dialogo con voi famigliari. Sono uscite dalla stessa riunione proposte mirate a far ricordare sempre quello successo a Calarossano, proprio perché non debba ripetersi. La lettera che vi è stata inviata (ecco il motivo della fretta e della raccomandata) voleva essere il preludio di un’altra lettera di invito qui sulla nostra isola per dire una preghiera e posare un fiore (proprio come dice lei Sig.Serenella) insieme a noi in occasione e per l’anniversario della morte di Sara e Francesca . Nessuno qui ha dimenticato o vuole dimenticare. E’ importante per noi potervi sentire vicini, e farvi sentire la nostra vicinanza e solidarietà stringendoci in un abbraccio. Noi non vogliamo mettere una pietra sopra a niente, noi vogliamo che le responsabilità siano accertate e punite. Ma che farlo sia la giustizia e non i giustizialisti e che si faccia presto perché non gravi su tutta la nostra comunità responsabilità che non sentiamo di avere.
Regina Guerini
Fonte: Facebook