Un tunnel di 300 metri che collegherà il porto alla periferia del paese. Lo vuole realizzare l’amministrazione comunale di Ventotene che a fine gennaio ha approvato il progetto di realizzazione dell’opera prevedendo che per realizzarla ci vorranno circa sei milioni di euro.
Ad opporsi a quello che in molti definiscono un vero scempio, è Bruno Panuccio che lo scorso 20 aprile su quell’isola perse la figlia Sara, di 14 anni travolta da una pietra che uccise anche la sua amica Francesca Colonnello e ferì gravemente una terza adolescente.
«Ventotene – scrive Panuccio sul quotidiano ecologista Terra – è il più piccolo Comune dell’Italia centrale con i suoi 1,5 chilometri quadrati di territorio, e la quasi totalità dell’isola è interdetta a causa della franosità. Ma allora a cosa serve un tunnel? Bisogna fermare questo scempio. In tutte le piccole isole del Mediterraneo vige il divieto di introdurre automobili, se non con permessi limitati a veicoli per disabili – scrive Panuccio -. Qui invece il sindaco Giuseppe Assenso ha motivato le ragioni di tale opera nel venire incontro alla richiesta dei turisti che, secondo lui, necessitano del loro personale mezzo di trasporto. La speranza, ora, è che si riesca a fermare questo progetto». Che c’entra poco, fra l’altro, con quello di “Isola a emissioni zero” che doveva fare di Ventotene un esempio a livello internazionale. Per Piergiorgio Benvenuti del Movimento ambientalista ecoitaliasolidale va «bloccato lo scempio che si vorrebbe realizzare nel cuore dell’isola».
Fonte: Il Messaggero