Colpo di grazia per Ventotene
Torna l’incubo del megatunnel sull’isola di cemento
L’isola di Ventotene non sta vivendo un bel momento. Le sue splendide spiagge sono chiuse dopo la morte di due bambine, lo scorso aprile, sotto una frana che è costata il rinvio a giudizio per omicidio del sindaco G. Assenso e di altre quattro persone. Tutti i siti archeologici, l’isolotto di S. Stefano e gli unici due musei isolani sono anch’essi sbarrati e ben poco rimane da offrire ai turisti che a breve faranno capolino in cerca di natura e bellezza. Che fare allora per cercare di risollevare l’economia isolana, tutta basata sul turismo?
Ma un bel megatunnel, che altro se no?
Giovedì prossimo è stato convocato il Consiglio comunale (evento rarissimo per l’isola) per l’approvazione del progetto preliminare “Collegamento esterno al centro abitato per il porto nuovo – Inserimento nel piano triennale ed adozione variante urbanistica”.
Si tratta dell’ufficializzazione di un vecchio progetto datato primi anni 2000, che prevede lo scavo di un gigantesco tunnel nel tufo per far arrivare le macchine e i camion dal Porto Nuovo, dove sbarcano i traghetti, fino al centro del paese.
In questo modo – dice il sindaco – potrà essere ridotto il traffico e salvato l’antico porto romano dove ora si è obbligati a passare.
Altro che regolamentare lo sbarco delle auto private come accade in tutte le isole del Mediterraneo (tranne che a Ventotene); altro che car-sharing con i nuovi pulmini elettrici arrivati dalla Regione Lazio ma ‘affidati’ a privati che li usano come auto proprie o come taxi per gli alberghi; altro che sfruttare la già esistente strada di Cala Rossano e creare un apposito approdo per le merci (intervento già finanziato dalla Regione per un milione di euro). Il progetto del tunnel evidentemente fa gola di più al sindaco e alla sua cricca di progettisti e ditte edili, prevede un costo di cinque milioni di euro (si parlava di mezzo milione solo nel 2004) e l’utilizzo di tonnellate di nuovo cemento.
Ma perché nessuno dei Ventotenesi si ribella di fronte a quello che, come negarlo, sarà il colpo di grazia per un’isola di appena 1,2 Kmq, patrimonio storico e naturalistico di importanza europea? Dove sono i consiglieri di opposizione, che dovrebbero essere i primi a dare battaglia su una questione tanto grave quanto paradossale?
Forse, come dice Cetto La Qualunque, “…il tunnel va fatto perché un buco mette sempre allegria!”.
Fonte: TeleFree
C’era una volta un’isola , aveva una santa protettrice, aveva una storia di uomini.
Pensarono di sfruttarla fino alla fine, le praticarono un grande traforo nell’addome.
Cosa vuoi che sia, non patirà mica ,è stata creata per noi, per la Banda del buco.
Questo grande buco ci porterà tanti soldi !
L’uomo fa parte della natura,non sfruttarla, offendi te stesso.
Niente “LI FERMA”, ne la morte e neanche l’evidenza dei fatti. Tutto si fa per il dio DENARO!Ma è mai possibile che nonostante che le casse pubbliche siano vuote, perchè svuotate,ancora la Regione Lazio finanzierà un progetto così folle???????????
Il progetto del tunnel prevede un costo di cinque milioni di euro ,ma è ora di dire basta!
Occorre organizzarsi, raccogliere firme per opporsi, i ventotenesi saggi non resteranno soli, ci sono organizzazioni, partiti, cittadini ,non solo di Ventotene, che appoggeranno il blocco a questa follia!
Ventotene è un’isola che appartiene all’ITALIA.