Oltre agli amministatori comunali, il Pm ha rinviato a giudizio anche il rappresentante del Genio Civile di Latina e il dirigente
dell’Autorità di Bacino del Lazio.
Colpo di scena nella tragica storia della frana a Cala Rossano, in cui ad aprile scorso sono morte due studentesse romane di 14 anni d’età. Il Pubblico ministero Vincenzo Saveriano ha sì chiuso la fase delle indagini preliminari, e sono in corso di notifica i relativi avvisi, ma sono cambiati in parte i destinatari. Dagli originari dieci indagati, tra politici e tecnici, il Pm ne ha cancellati sei e aggiunto uno. Il saldo è di cinque persone indagate in concorso tra loro di duplice omicidio colposo e lesioni gravi (perché sono rimasti feriti altri due ragazzini). Reati contestati all’attuale sindaco di Ventotene Giuseppe Assenso (difeso da Michele Saponaro e Renato Archidiacono) al suo predecessore Vito Biondo (difeso da Giovanni Lauretti), al responsabile dell’area tecnica del Comune di Ventotene, al dirigente dell’Autorità di Bacino del Lazio. A loro si aggiunge la novità: il rappresentante dell’ufficio del Genio Civile di Latina, che nel corso dell’indagine non è stato mai iscritto nel registro degli indagati. Invece, sono stati cancellati i nomi di sei funzionari regionali che negli anni hanno partecipato alla stesura del Pai (il Piano di Assetto idrogeologico), in cui il 95% del periplo di Ventotene è considerato a elevato rischio di frana. Tra quelle sicure proprio Cala Rossano, dove hanno perso la vita Sara Panuccio e Francesca Colonnelli, sull’isola per frequentare un campo scuola. Il coinvolgimento del “Genio civile” forse è da ricondurre alla parte della consulenza tecnica in cui è evidenziato l’importante lavoro svolto dall’ufficio all’indomani della frana nella zona caduta nel 2004, dove vennero anche emanate alcune prescrizioni di lavori per la messa in sicurezza. Il Comune ne eseguì solo una parte e realizzò altri interventi. Ci sarà da chiarire se l’ufficio del Genio civile aveva il dovere di vigilanza e il potere d’intervento sul Comune per far realizzare le sue indicazioni. La battaglia giudiziaria, nel frattempo, diventa civile perché proprio ieri Bruno Panuccio, il padre di Sara, ha lanciato la campagna per rendere sicuri in tutta Italia i campi scuola, che gli istituti programmano proprio in questo periodo.
Fonte: La Provincia
noi veri isolani , i nostri genitori ci mantenevano lontano da piccoli ,da quella zona…
Povera Ventotene…….
nelle sporche mani di opportunisti.
Certo i fratelli Romano se ne fanno di soldi sull’isola :-)Non esistono permessi regolari… devi passare solo e solamente da loro paghi e fai quello che desideri.
Le persone oneste che fanno tutto l’iter burocratico di legge non ottengono nulla.
PAGAREEEEE E BASTA! o niente.
Tra ubriaconi che incendiano periodicamente l’isola, occupano proprietà altrui, dirigenza comunale che non rispetta l’ambiente iniziando, addirittura, un TUNNEL!, un edificio sul porto Romano per la Capitaneria e chi più ne ha più ne metta, Ventotene inizia a cedere.
Quest’isola se potesse parlare avrebbe tanto da dire.
Secoli fa ci fu un maremoto.
Quando arrivo al porto di Ventotene il mio sguardo va in quell’angolo di Calarossano, dove anche io, da piccolo giocavo e mi divertivo con i miei amici. Era il punto in cui stavamo all’ombra, c’era una piccola grotta dove ci cambiavamo il costume.
Adesso penso a Sara e Francesca e un velo … mi appanna la vista.
VENTOTENESI REAGIAMO
RE GEPP. E NAS D’PIEKR .PENSANO AD ALTRE COSE….. NO DI PUBLICA UTILITA’
Quanto e’ cambiata Ventotene in questi 10 anni. Mancavo da allora. Sono tornata per passare un periodo sull’isola. E’ vergognoso camminare per le strade dell’isola senza una illuminazione pubblica. Non parlo del centro ma di via olivi, punta dell’arco, cala nave andando in su, cala rossano. E non solo, dato che luci pubbliche non ce ne sono devi anche fare attenzione a non romperti qualcosa per i buchi che tappezzano le strade. Vergogna!