Un Comune, quello di Ventotene, tappezzato di cimici e i telefoni, soprattutto dell’ex sindaco Giuseppe Assenso e dell’ex responsabile dell’ufficio tecnico Pasquale Romano,sotto controllo, soprattutto nella fase “calda” dell’inchiesta, tra l’aprile ed il luglio 2016. E’ quanto emerge dalle 103 pagine dell’ordinanza con cui il Gip del Tribunale di Cassino Salvatore Scalera, su richiesta del sostituto Roberto Nomi Bulgarini, ha arrestato cinque persone con le gravi ipotesi di reato di truffa aggravata, turbata libertà degli incanti, falsità ideologica, abuso d’ufficio e finanche di voto di scambio: oltre ad Assenso e Romano, l’ex assessore Daniele Coraggio e gli imprenditori isolani Claudio Santomauro e Antonio Langella. Il collegio difensivo – formato dagli avvocati Luca Scipione, Antonio Zecca e Marco Sepe – si è detto già pronto a tentare di smontare, già con mirati ricorsi davanti Il Tribunale del Riesame, il castello accusatorio della Procura di Cassino secondo il quale, alla luce delle indagini svolte dal gruppo di Formia e della Brigata di Ventotene della Guardia di Finanza – i cinque (sono indagati solo a piede libero gli imprenditori Francesca Gargiulo, Raffaele Taliercio, Francesco Coraggio, Raffaele Di Gabriele, i componenti della commissione di gara Luigi Cirillo e Patrizio Quinto, l’imprenditore Giuseppe Cimino e il tecnico Catia Bianchi) avrebbero fatto parte di un’associazione per delinquere in grado pilotare l’esito di alcuni appalti pubblici – soprattutto nella zona del porto nuovo dell’isola – a favore di imprese compiacenti con l’intento di ottenere finanziamenti da parte della Regione e di gestire “pacchetti” di voti, soprattutto alle amministrative del 2015. Per i cinque indagati, che si trovano agli arresti domiciliari presso le proprie abitazioni di Formia – gli interrogatori di garanzia davanti il Gip si svolgeranno la prossima settimana anche perché non sono ancora giunti presso il Tribunale di Cassino i verbali delle Fiamme Gialle di esecuzione delle misure cautelari.
Quella notificata all’ex sindaco Assenso è stata, per certi versi, drammatica: l’uomo politico ha accusato un leggero malore all’arrivo dei finanzieri. Lo storico legale dell’ex sindaco di Ventotene è l’avvocato Luca Scipione, lo assiste dall’aprile 2010 quando Assenso fu indagato, insieme all’ex primo cittadino Vito Biondo, a Pasquale Romano e al dirigente del Genio Civile Luciano Pizzuti per la tragedia sulla spiaggia di Cala Rossano dove due studentesse romane di 14 anni furono travolte da una falesia di tufo. “Non mi sembra di aver letto nell’ordinanza intercettazioni telefoniche e ambientali che chiamino in causa il dottor Assenso – ha dichiarato l’avvocato Scipione – che, provato per quanto è avvenuto, è pronto a chiarire la propria posizione davanti il Gip e, di sicuro, con un ricorso al Tribunale del Riesame. Il voto di scambio? E’ un’ipotesi di reato grave che va provata, verificata….”
L’ex sindaco di Ventotene è pronto a dar battaglia su un altro aspetto dell’ordinanza del Gip Scalera, la presunta delibera di Giunta falsificata, la numero 71 del 15 maggio 2015, quella per l’affidamento della gestione di uno specchio acqueo di oltre 7000 metri per l’ormeggio di natanti nel porto nuovo dell’isola. Sul frontespizio della delibera compaiono come presenti e votanti l’ex vicesindaco Giuseppe Pepe e l’assessore Cataldo Matrone che, interrogati dagli inquirenti, hanno smentito l’ex sindaco Assenso circa la loro partecipazione alla seduta di Giunta. “Una delibera di Giunta e di consiglio, abitualmente è accompagnata da allegati che si vuole implicitamente approvare – ha aggiunto l’avvocato Scipione – Perché l’atto sia valido c’è bisogno di un parere di un dirigente e alla seduta presieda un segretario generale. Gli atti di indagine – almeno apparentemente – non chiariscono come realmente si siano svolti i fatti che, naturalmente, cercheremo di far emergere…”
Intanto prosegue la campagna elettorale sull’isola, divisa tra garantisti e iscritti al partito “tanto si sapeva tutto” , chiamata ad eleggere l’11 giugno il nuovo sindaco e a rinnovare il consiglio comunale. Uno dei due candidati a sindaco, l’ex direttore dell’ufficio scolastico regionale e del Ministero dell’Istruzione, Raffaele Sanzo, ha escluso categoricamente il suo ritiro dalla competizione elettorale alla testa della civica “Ventotene Vive”: “L’immagine dell’isola non deve essere messa in ombra da uno scoop giornalistico, questa è un’isola sana, con gente che lavora. La mia lista – prosegue – non è coinvolta nei fatti, sebbene una persona provenga dalla vecchia amministrazione ma non è stato toccato dall’inchiesta (Umberto Assenso, nipote dell’ex sindaco, ndr). Mi dispiace sul piano umano, ma noi proseguiamo con una lista completamente nuova, che parla di lavoro e legalità. Ci tengo a stabilire un clima di confronto politico in tutta serenità”.
Gerardo Santomauro, candidato con la lista civica “Buona Onda”, ha rimarcato: “Sono molto triste per quello che è successo e molto preoccupato per i possibili contraccolpi negativi che potrebbero abbattersi sull’immagine, turistica e non solo, di Ventotene. Un sentimento di sbigottimento misto a sconcerto attanaglia gli animi di tutti, soprattutto i più giovani. Non siamo in presenza di sentenze definitive ma di provvedimenti emessi nell’ambito di indagini preliminari. Non possiamo far altro che confidare pienamente nell’operato delle forze dell’ordine e della magistratura”. I più preoccupati, però, sono gli operatori turistici che, dopo questa nuova e pesante inchiesta giudiziaria per la seconda isola pontina, temono ripercussioni negative per l’imminente stagione estiva.
Fonte: TempoReale