Cifre riscosse dagli utenti e mai reinvestite per le opere necessarie a migliorare la qualità del servizio. Il Comitato cittadino per l’acqua pubblica torna a contestare il modus operandi di Acqualatina e del partner privato Idrolatina srl, colpevoli secondo gli esponenti del comitato locale di aver incassato somme necessaria al trasporto dell’acqua dalle isole pontine di Ventotene e Ponza e per la costruzione dei dissalatori. Un impegno preso nel 2002 al quale il gestore del servizio non avrebbe mai ottemperato, pur avendo aggiunto i costi dell’intervento nella tariffa 2003-2005. Ad aggravare il quadro i nuovi impegni presi dalla Regione Lazio, che a fronte dell’impegno di Acqualatina di realizzare opere già previste e mai iniziate entro il 2018, al costo di 18 milioni di euro, si prepara a pagare 58 milioni di denaro pubblico per opere connesse alla realizzazione dei dissalatori per le 2 isole pontine.
OPERE MAI REALIZZATE Il risultato è che opere previste a carico del gestore e mai realizzate, verranno in gran parte finanziate dall’ente pubblico. “Per sostenere i costi- spiega il comitato- erano stati riconosciuti al gestore 2 milioni di euro l’anno. In più c’era l’impegno di realizzare i dissalatori al costo di 9 milioni 800 mila euro e gestirli dal 2006. Nonostante tutto, i costi del trasporto dell’acqua sono stati pagati dalla regione e non da Acqualatina e i dissalatori non sono mai stati realizzati”. La legge regionale 53/78, secondo il comitato, obbliga l’ente regionale all’approvvigionamento idrico potabile delle isole pontine di Ponza e Ventotene. “I sindaci controllori- aggiunge il comitato- in aderenza politica con il gestore nella revisione tariffaria 2006, hanno tolto i costi del trasporto per il 2006 e 2007 e messo 4 milioni per il 2008, che sono stati incamerati nei costi dell’energia elettrica. Ciò vuol dire che dal 2006 non è prevista più alcuna opera”.
L’ACCORDO CON LA REGIONE Scontro diretto per il Comitato, che accusa non solo il gestore di aver eluso gli impegni presi e previsti dagli obblighi contrattuali, ma anche la politica, che ha intrapreso azioni compiacenti nei confronti di Acqualatina, colpevole anche di aver incrementato i costi a carico degli utenti. Secondo il protocollo d’intesa, stipulato tra Regione Ato4 e Acqualatina attraverso la delibera di giunta regionale n.59 del 21/1/2005, gli impianti di dissalazione dovevano essere resi operativi entro il 30 giugno 2006 per Ventotene ed entro il 31 dicembre 2006 per ponza. Interventi che dovevano essere finanziati dal programma per gli investimenti a carico di Acqualatina, mentre l’impegno dell’ente regionale era quello di assicurare con oneri a suo carico il trasporto dell’acqua alle isole fino alla realizzazione dell’intervento. Oltre la data di realizzazione dei dissalatori, i costi sarebbero ricaduti sulle spalle dell’Ato 4. “Ciò nonostante– accusa il comitato- la regione si prepara ad un accordo che a fronte dell’impegno di Acqualatina di realizzare i dissalatori entro il 2018 al costo di 15,5 milioni di euro, che la Regione assicuri al gestore finanziamenti in conto capitale per le opere connesse e da completare pari a 58 milioni di euro”.
COSTI SPROPORZIONATI L’ente pubblico, secondo la denuncia del Comitato, si prepara a sborsare 16 milioni 800 mila euro per il trasporto dell’acqua dal 2014 al 2015 da Napoli, 18 milioni per il trasporto da Gaeta dal 2016 al 2017, 1 milione 036 mila euro per il collegamento della rete idrica Ato 4 alla banchina di attracco del porto di Gaeta, 6,28 milioni per il superamento dell’emergenza idrica del sud pontino, 3milioni riguardo l’interconnessione delle reti idriche all’isola di Ponza e altri 8 milioni 800 mila euro per reti fognarie, depuratori. Costi sproporzionati rispetto a quelli a carico del gestore, passati dai 12 milioni iniziali ai 15 milioni.
Fonte: Corriere di Latina