Resi noti ieri i nomi dei dieci indagati per il crollo avvenuto a Cala Rossano
Conferiti gli incarichi al pool di consulenti tecnici della Procura di Latina che dovranno fare chiarezza sulla tragedia di Ventotene. Saranno in tutto tre: il professor Albino Lembofazio, docente di geotecnica all’università di Roma 3, il dottor Massimo Amodio, geologo, e il geometra Dario Tarozzi, in qualità di tecnico. Ieri mattina, preso l’ufficio del sostituto procuratore Vincenzo Saveriano erano presenti tutti i dieci indagati. Tra loro alcuni hanno comunicato la nomina dei propri consulenti, altri si sono riservati di farlo in seguito. Gli indagati sono: Bruno D’Amato Bruno, che fino al 1° aprile scorso ha ricoperto la carica di segretario generale dell’Autorità di Bacino del Lazio, difeso dall’avvocato Alberto Biffani; i funzionari regionali Olimpia De Angelis, Umberto Federici, Guglielmo Quercia, Antonio Graziani (tutti difesi dall’avvocato Valeria Simeoni); Marcello Zevini, difeso dall’avvocato Antonio Feroleto; l’ex sindaco di Ventotene Vito Biondo, difeso dall’avvocato Giovanni Lauretti; l’attuale primo cittadino dell’isola Geppino Assenso, difeso dagli avvocati Michele Saponaro e Renato Archidiacono; e infine Pasquale Romano, responsabile dell’area tecnica del Comune di Ventotene, difeso dall’avvocato Luca Scipione. All’incontro erano presenti anche l’avvocato Massimiliano Capuzzi, nominato dalla famiglia di Sara Panuccio, una delle due vittime, e i genitori di Francesca Colonnello, l’altra studentessa morta nella frana di Cala Rossano, i quali hanno nominato un avvocato che però non ha preso parte alla riunione. Bruno D’Amato si è riservato di nominare il proprio consulente, mentre invece De Angelis, Bianchini, Quercia e Graziani hanno nominato quali consulenti Francesco Nolacco e la dottoressa Tiziana Guida. Zevini ha affidato l’incarico all’ingegner Sergio Olivero, Vito Biondo all’architetto Tommaso Agnoni, mentre Assenso e Romano al dottor Pierfederico De Pari e all’ingegner Stefano Aversa. I quesiti sono molto ampli: si tratterà di accertare le cause del crollo sulla parete di Cala Rossano, di procedere ai sopralluoghi, alla disamina della documentazione agli atti o ancora da produrre relativi al Pai 2009 e saranno presi in esame anche i piani dal 2002 al 2005, al fine di valutare se la zona era stata classificata a rischio idrogeologico. Da valutare anche la consistenza dei precedenti crolli, in particolare quello del 2004 con i relativi lavori eseguiti sulla stessa parete, e quindi se l’evento era prevedibile in relazione al contesto geomorfologico. Sotto esame anche lo studio del 2006 e diversi altri elementi. Le operazioni peritali avranno inizio presso lo studio del professor Albino Lembofazio il prossimo 14 giugno.
Fonte: La Provincia