Il lento e inesorabile naufragio della Laziomar

Resta critica la situazione dei trasporti verso le isole pontine, dopo l’allarme lanciato dai residenti di Ponza e Ventotene che ha provocato – in seguito anche a numerose lamentele – la reazione del prefetto di Latina Antonio D’Acunto. E mentre le isole rischiano una Pasqua nera con centinaia di turisti pronti a rinunciare alle vacanze a causa dei collegamenti difficili, Laziomar rompe il silenzio per replicare alle critiche sui disservizi, lanciando a sua volta accuse sulla manutenzione dei porti. Secondo il vettore, poi, in vista della privatizzazione «non è possibile prevede un piano industriale a lungo termine e investimenti». L’avventura della compagnia prosegue come un lento naufragio dove, per sua stessa ammissione, mantenere una nave per Ventotene è assolutamente antieconomico.

SALVAGUARDARE LA MOBILITA’ – Una bacchettata alla società regionale arriva dalla Prefettura pontina che, fa sapere l’ufficio di Gabinetto «ha interessato il presidente della società Laziomar in merito alla riduzione delle corse a causa dell’avaria ad uno degli aliscafi in servizio per le isole». Anche per l’approssimarsi della stagione estiva, precisa la Prefettura, «è stato chiesto alla società di navigazione di adottare tutte le iniziative necessarie ad assicurare la continuità dei collegamenti con le isole ponziane, a salvaguardia del diritto alla mobilità dei cittadini».

NAVI PIU’ LENTE – Alla vigilia dell’intervento del Prefetto, la società aveva replicato alle lamentele rilanciate dai media nazionali e locali. Emerge ancor più un quadro di indefinita transitorietà all’insegna del più classico «facciamo il possibile». In ordine a quanto emerso dagli articoli su Corriere.it circa l’inadeguatezza dei nuovi orari e della flotta, Laziomar afferma che «in condizione di normale assetto di linea gli orari concordati con le amministrazioni isolane vengono rispettati, anche se effettivamente, soprattutto in condizioni meteo marine non buone, le modifiche strutturali allo scafo delle navi nel rispetto delle più stringenti normative di sicurezza, hanno comportato una diminuzione di velocità, che provoca mediamente il prolungamento medio di 15 minuti sulla tratta più lunga (Formia/Ponza)».

PORTI, VERO GUAIO – Nota dolente, sarebbero comunque le condizioni dei porti: «Navi più piccole e più veloci consentirebbero di ridurre il disagio di traversate “lunghe” e di sopperire ad eventuali emergenze di linea, e soprattutto garantendo, unicamente a spese degli armatori, una miglior operatività portuale». Il limite di operatività portuale sarebbe, infatti, a detta della compagnia «la prima causa di mancate partenze o ritardi sull’arrivo, rispetto anche alla navigazione in condizioni meteo avverse. Le manovre nei porti vengono sempre più ostacolate dall’inadeguatezza dei porti, dei loro fondali a causa del continuo ed incontrollato naturale interramento degli specchi acquei di manovra» (che negli anni addietro venivano periodicamente dragati).

DANNI ALLE ELICHE – Frequenti ingenti danni alle eliche ed alle strutture sommerse delle navi – prosegue la nota di Laziomar – sono causati anche dalla presenza incontrollata di oggetti sommersi quali cime, corpi morti, reti ed altro, abbandonati sui fondali o addirittura posti in loco senza specifici controlli (viene effettuata la posa di reti in zone ove vigono precisi divieti, la distesa di corpi morti per l’ormeggio di imbarcazioni turistiche concomitanti agli spazi di manovra delle navi commerciali ecc ., per non parlare inoltre del disagio arrecato ai passeggeri non dotati di adeguate strutture a terra (non esistono ancora stazioni marittime o apprestamenti ricettivi adeguati alle minime esigenze dei passeggeri)».

NIENTE SOSTITUZIONI – Per il capitolo guasti, manutenzione e mezzi sostitutivi – che gli isolani di Ponza e Ventotene identificano come principale causa dei disagi subiti da residenti e turisti – la compagnia ammette che «a differenza del passato, effettivamente è più difficile consentire la pronta sostituzione con mezzo di rotazione, in considerazione che la flotta si è ridotta ad un terzo, per cui sarebbe certamente antieconomico ed impraticabile tenere ferme due unità sostitutive per nave ed aliscafo». Tuttavia, secondo la compagnia, «una più opportuna programmazione dei lavori, già di prossima attuazione ed un piano alternativo per la gestione delle emergenze in corso di studio consentirà minori disagi all’utenza». Inoltre, rispetto alle critiche sulla non accessibilità per i disabili – solo la nave Tetide ha l’ascensore dedicato – la società ha ricordato che anche sulla motonave sono stati realizzati servizi igienici ad hoc.

Fonte: Corriere della Sera

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