Quelle ordinanze di custodia cautelare non andavano annullate. Si discuterà il prossimo 17 ottobre davanti la seconda sezione penale della Corte di Cassazione il ricorso presentato dal sostituto procuratore Roberto Nomi Bulgarini della Procura di Cassino contro la decisione con cui lo scorso 13 giugno il secondo collegio del Tribunale del Riesame di Roma aveva completamente annullato l’ordinanza di arresto notificata tre settimane prima dal Gip del Tribunale di Cassino Salvatore Scalera a cinque tra ex amministratori e tecnici del comune di Ventotene e imprenditori dell’isola. Erano accusati, a vario titolo, di aver pilotato l’esito di alcuni appalti pubblici a favore di imprese “compiacenti” con l’intento di ottenere finanziamenti da parte della Regione e favorire anche il voto di scambio.
I giudici del Tribunale della Libertà, rimuovendo innanzitutto il vincolo associativo, accolsero completamente le istanze difensive dell’ex sindaco Giuseppe Assenso, dell’ex assessore al turismo del comune Daniele Coraggio, dell’ex responsabile della ripartizione tecnica comunale Pasquale Romano e degli imprenditori isolani Claudio Santomauro e Antonio Langella in base alle quali l’ordinanza del Gip Scalera era ormai orfana di gravi indizi di colpevolezza a carico dei loro assistiti, impossibilitati a reiterare il reato e da tempo non investiti più di alcun incarico pubblico. E invece il Sostituito Procuratore Nomi Bulgarini la pensa diversamente tant’è che, sul punto di chiedere al Gup al Tribunale di Cassino il rinvio a giudizio per gli indagati (assistiti dagli avvocati Luca Scipione, Pasquale Cardillo Cupo, Antonio Zecca, Caterina Suppa e Arturo Bongiovanni), ha sollecitato in Cassazione l’annullamento del provvedimento del Riesame chiedendo che venisse, invece, riconosciuto esclusivamente il vincolo associativo tra i cinque indagati.
Si tratta di una richiesta a cui si opporrà naturalmente il nutrito collegio difensivo secondo il quale al comune di Ventotene non c’è mai stata un’associazione a delinquere in grado di decidere le sorti di alcuni appalti pubblici. Tutt’altro. Il Riesame a giugno, infine, aveva applicato, in forma preventiva, per Coraggio, nelle veste di operatore nautico, e per gli imprenditori Santomauro e Langella una sorta di ”interdittiva” con cui non hanno potuto partecipare per due mesi alle gare d’appalto promosse da enti pubblici.
Fonte: TempoReale.info