Ventotene: a chi serve veramente il dissalatore?

Ventotene nutre dubbi sull’impatto ambientale del dissalatore. Il neo sindaco Gerardo Santonauro ha fermato per questa ragione i lavori per la messa in funzione dell’apparecchio sbarcato sabato sull’isola pontina a bordo di due tir. Grazie a un maxi investimento della Regione Lazio, per la prima volta Ventotene, oggi dipendente dalle navi cisterna che arrivano dalla Campania, dovrebbe essere autonoma.

L’ordinanza di Santomauro ha spiazzato Acqualatina. L’Ad Raimondo Besson lancia strali e parla di “un fatto gravissimo, incomprensibile, allucinante, scandaloso “, annunciando “tutte le azioni legali possibili – perché spiega – è inconcepibile che mentre tutto il paese vive un’emergenza idrica drammatica e senza precedenti si voglia impedire di rendere Ventotene autosufficiente sotto il profilo idrico”.

Il primo cittadino ha spiegato invece di voler attendere la decisione del Consiglio di Stato sul ricorso presentato dagli albergatori preoccupati per le tonnellate di salamoia che si riverseranno in mare quando il dissalatore sarà in funzione.

L’attivazione dell’impianto era prevista nei prossimi giorni, annunciata dal gestore idrico per fine giugno, massimo i primi di luglio, ma nel momento dello sbarco la squadra di Acqualatina si è vista recapitare l’ordinanza sindacale, emessa nella stessa giornata, che blocca i lavori con decorrenza immediata.

“Il servizio idrico alle isole pontine è regolato da un Protocollo d’intesa sottoscritto da Regione Lazio, Comuni di Ponza e Ventotene, ATO4 e Acqualatina il 1/10/2015 che sancisce gli impegni per tutte le parti in causa nell’ottica di sostituire il trasporto d’acqua con le navi con un sistema idrico autonomo – ricordano in una nota da Acqualatina : oltre ai danni, il gestore vorrebbe  a questo punto “restituire al Comune di Ventotene e alla Regione Lazio la responsabilità e gli oneri dell’approvvigionamento dell’acqua con le navi, anche a tutela dell’insieme degli utenti di ATO4”.

Fonte: Radio Luna

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