Sconfitti ma non rassegnati i vecchi amministratori le tentano tutte, senza esitare a dilaniare il già sfilacciato tessuto sociale isolano.
A Ventotene, minuscolo scoglio incastonato nel Tirreno, patria – suo malgrado – di una splendida favola che narra di fratellanza e di pace, da qualche settimana l’aria è pesante, pesantissima.
Tra le poche decine di famiglie che vivono sull’isola si è scatenata una guerra fratricida, fatta di accuse, insulti, pettegolezzi, denunce, urla e battibecchi. Tutto è cominciato con l’arresto, il 23 maggio scorso, di un gruppo tra politici e imprenditori che, secondo i magistrati, si sono spartiti l’isola e i milioni di euro piovuti a pioggia su di essa per anni.
Questa “cricca” avrebbe messo su un sistema perfetto che fagocitava ogni appalto, ogni commessa pubblica senza lasciare neppure una briciola e, ovviamente, la benché minima traccia di un servizio per la comunità e il territorio da loro amministrato.
Tutto ciò è avvenuto a pochi giorni dal voto delle amministrative, che hanno visto, sebbene di pochissimo (35 voti), la vittoria – domenica scorsa – di coloro che da anni si opponevano al suddetto sistema incarnato, volente o nolente, nella figura dell’ex sindaco Geppino Assenso, padrone assoluto dell’isola per oltre 10 anni.
Il giorno dopo le elezioni la “cricca” viene rimessa in libertà, cadono molte delle accuse, e tutto torna come prima tranne una cosa: il Comune è oramai in mano ad altri.
Ecco quindi che si scatena tutta la rabbia e la ferocia di chi si è visto soffiare da sotto il naso la gallina dalle uova d’oro. E giù denunce e accuse che lasciano sì il tempo che trovano, ma che fomentano gli animi, scavano trincee, dividono quel che resta delle poche famiglie ventotenesi. Gli interessi in gioco sono evidentemente altissimi.
Che cosa accadrà? Riusciranno i nuovi amministratori a capovolgere il modo di governare che per anni ha devastato uno dei più begli angoli di paradiso del Mediterraneo? Riuscirà Ventotene a re-imparare a vivere e lavorare secondo regole certe, in una comunità dove i diritti non vengono scambiati per favori e dove il territorio, unico vero valore per tutti, sia valorizzato e difeso, invece di essere devastato da abusi e dal cemento?
Fonte: TeleFree